TONI AZZURRI
TONI AZZURRI - Toni Iavarone su "NM": "La difficile indole del Napoli senza attacco leggero, l’evidenza rivela..."
13.03.2017 18:10 di Napoli Magazine

NAPOLI - Il Napoli apre non solo le difese avversarie – ma in che modo? Riferimento al Crotone -, ma anche dibattiti, soprattutto sulle proprie vittorie. Napoli-Crotone 3-0, vittoria in scioltezza, col minimo sforzo e col massimo risultato? Oppure un sacrificio, una faticaccia contro un avversario, penultimo in classifica, che in trasferta ha messo insieme più sconfitte che chilometri? Per stabilire qual è lo stato-forma del Napoli bisogna inserire un po’ di dati nel cervellone del suo campionato. Lo stress da Champions s’avverte, terminato, almeno per quest’anno, appena da sei giorni, fa pendere la bilancia dalla parte di chi sostiene che i ragazzi di Sarri sono ancora lontani da certi obiettivi (diciamo qualificazione a una semifinale) e distanti dal meglio d’Europa. Il solito cocktail di esperienza e grandi campioni, non è ancora tra le offerte al pubblico napoletano. Quindi aldilà delle chiacchiere, della retorica consolatoria, il Napoli sente queste sconfitte e quando passa dal cielo alla nuda terra (dal Real al Crotone) ne soffre. Era questo che temeva Sarri, almeno a quanto s’è sentito nel dopo partita, e un po’ ce ne siamo accorti. Ma trattasi di altra retorica consolatoria o il Napoli è davvero in fase di decrescita? Squadra contratta, poco ritmo pur rispettando il copione del possesso di palla, il Napoli ha sempre avuto in pugno il match, tuttavia per annullare la difesa del Crotone sono dovuti servire due rigori, avvenimento da record per il Napoli, che  tra le cinque del campionato era sinora la “cenerentola” con solo due penalty assegnati. Ieri in attacco meccanismo inceppato? Qui avanza un altro dubbio: non c’era Mertens, ma Pavoletti. L’evidenza rivela che la Sarri band per un’ora e poco più non è riuscita a chiudere la partita. La fisicità di Pavoletti ha ridotto i limiti di velocità. Un reparto avanzato senza ritmo, troppo chiuso in se stesso. Probabilmente qua dentro ci sono tutte le dinamiche della complicata convivenza tattica. E cioè, sarebbe una bella squadra quella in cui tutti i giocatori godessero delle stesse condizioni, ma il calcio in cui viviamo, più o meno da cinque decenni, va in soccorso dell’elemento più redditizio, secondo l’allenatore: è questa è un’indole difficile da combattere. Un consiglio: conserviamoci questo attacco light sino alla fine (ah Insigne! Ragazzo ispirato e più) e mettiamo insieme tutte vittorie, solo così si scalzerà la Roma da quel gradino del podio.

 

 

Toni Iavarone

 

Napoli Magazine

 

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13/03/2024 - 18:10

NAPOLI - Il Napoli apre non solo le difese avversarie – ma in che modo? Riferimento al Crotone -, ma anche dibattiti, soprattutto sulle proprie vittorie. Napoli-Crotone 3-0, vittoria in scioltezza, col minimo sforzo e col massimo risultato? Oppure un sacrificio, una faticaccia contro un avversario, penultimo in classifica, che in trasferta ha messo insieme più sconfitte che chilometri? Per stabilire qual è lo stato-forma del Napoli bisogna inserire un po’ di dati nel cervellone del suo campionato. Lo stress da Champions s’avverte, terminato, almeno per quest’anno, appena da sei giorni, fa pendere la bilancia dalla parte di chi sostiene che i ragazzi di Sarri sono ancora lontani da certi obiettivi (diciamo qualificazione a una semifinale) e distanti dal meglio d’Europa. Il solito cocktail di esperienza e grandi campioni, non è ancora tra le offerte al pubblico napoletano. Quindi aldilà delle chiacchiere, della retorica consolatoria, il Napoli sente queste sconfitte e quando passa dal cielo alla nuda terra (dal Real al Crotone) ne soffre. Era questo che temeva Sarri, almeno a quanto s’è sentito nel dopo partita, e un po’ ce ne siamo accorti. Ma trattasi di altra retorica consolatoria o il Napoli è davvero in fase di decrescita? Squadra contratta, poco ritmo pur rispettando il copione del possesso di palla, il Napoli ha sempre avuto in pugno il match, tuttavia per annullare la difesa del Crotone sono dovuti servire due rigori, avvenimento da record per il Napoli, che  tra le cinque del campionato era sinora la “cenerentola” con solo due penalty assegnati. Ieri in attacco meccanismo inceppato? Qui avanza un altro dubbio: non c’era Mertens, ma Pavoletti. L’evidenza rivela che la Sarri band per un’ora e poco più non è riuscita a chiudere la partita. La fisicità di Pavoletti ha ridotto i limiti di velocità. Un reparto avanzato senza ritmo, troppo chiuso in se stesso. Probabilmente qua dentro ci sono tutte le dinamiche della complicata convivenza tattica. E cioè, sarebbe una bella squadra quella in cui tutti i giocatori godessero delle stesse condizioni, ma il calcio in cui viviamo, più o meno da cinque decenni, va in soccorso dell’elemento più redditizio, secondo l’allenatore: è questa è un’indole difficile da combattere. Un consiglio: conserviamoci questo attacco light sino alla fine (ah Insigne! Ragazzo ispirato e più) e mettiamo insieme tutte vittorie, solo così si scalzerà la Roma da quel gradino del podio.

 

 

Toni Iavarone

 

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