TONI AZZURRI
TONI AZZURRI - Toni Iavarone su "NM": "Napoli, un anno meraviglioso"
23.12.2016 23:12 di Napoli Magazine

NAPOLI - Sfuggire l'allineamento, uscire dalle righe, coltivare una sana vena di follia: tutti pregi che aiutano a cancellare il grigio di certe partite. Più il Napoli che la Fiorentina in questi ultimi novanta minuti del 2016, che parevano una corsa verso il precipizio oppure un’arrampicata pericolosa. Il batticuore è tutto nella coda. Sembrava fatta, e pure benfatta: Napoli padrone, padrone anche di un piccolo prezioso gol. Ma la coda dello scorpione punge e fa malissimo. Quando si pensa che l'uno a zero sia giusto però debole, dunque rischioso, ecco la Fiorentina che s'infila nelle carni azzurre. Prima pareggia, poi va in svantaggio e riprende il risultato, passa davanti al Napoli e infine Gabbiadini con un rigore, degno di un bomber di ghiaccio, chiude la tombola del gol sul 3-3. Ebbene la prima notizia è che il Napoli stavolta giocando con un centrocampo più d’inserimento che di contenimento ha sofferto troppo. La seconda notizia è che il Napoli ha la consistenza agonistica di un fortino assediato. La terza notizia non è una notizia: il carattere del Napoli continua a non esserci, in emergenza o senza, con due o tre attaccanti o senza, la squadra non sa gestire i gol vittoria. C’è da dire, però, che guardare i biancazzurri (maglia portafortuna) sul prato, dall’alto, è un po' strano: sono disposti a rettangolo, un recinto di uomini che si tengono strettissimi, la squadra è corta e in pratica senza attacco classico. Insomma, il Napoli corto e geometrico funziona, ed è chiaro che Mertens è ancora decisivo, ma è Insigne, stavolta, a misurare ogni differenza col metro del suo frenetico esserci, ovunque. Grazie, comunque, al Napoli - un po' troppo esuberante e non sempre padrone delle sue gare ma comunque brillante - il cui bilancio delle ultime settimane è pieno di conferme. Quello generale del 2016 è, poi, ancora più importante. Ben al di là dei numeri e lontani dalle sofisticate statistiche, il complessivo dei dodici mesi si chiude regalando al calcio italiano, e non solo, una squadra più sana e più bella. Tuttavia anche per il Napoli, nonostante le sue giocate da playstation (riguardatevi il gol annullato a Mertens), lo scudetto è ancora una carestia, servirebbero molte grandi imprese per governarlo. Senza dimenticare, comunque, quest’anno vissuto meravigliosamente.

 

 

Toni Iavarone

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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23/12/2024 - 23:12

NAPOLI - Sfuggire l'allineamento, uscire dalle righe, coltivare una sana vena di follia: tutti pregi che aiutano a cancellare il grigio di certe partite. Più il Napoli che la Fiorentina in questi ultimi novanta minuti del 2016, che parevano una corsa verso il precipizio oppure un’arrampicata pericolosa. Il batticuore è tutto nella coda. Sembrava fatta, e pure benfatta: Napoli padrone, padrone anche di un piccolo prezioso gol. Ma la coda dello scorpione punge e fa malissimo. Quando si pensa che l'uno a zero sia giusto però debole, dunque rischioso, ecco la Fiorentina che s'infila nelle carni azzurre. Prima pareggia, poi va in svantaggio e riprende il risultato, passa davanti al Napoli e infine Gabbiadini con un rigore, degno di un bomber di ghiaccio, chiude la tombola del gol sul 3-3. Ebbene la prima notizia è che il Napoli stavolta giocando con un centrocampo più d’inserimento che di contenimento ha sofferto troppo. La seconda notizia è che il Napoli ha la consistenza agonistica di un fortino assediato. La terza notizia non è una notizia: il carattere del Napoli continua a non esserci, in emergenza o senza, con due o tre attaccanti o senza, la squadra non sa gestire i gol vittoria. C’è da dire, però, che guardare i biancazzurri (maglia portafortuna) sul prato, dall’alto, è un po' strano: sono disposti a rettangolo, un recinto di uomini che si tengono strettissimi, la squadra è corta e in pratica senza attacco classico. Insomma, il Napoli corto e geometrico funziona, ed è chiaro che Mertens è ancora decisivo, ma è Insigne, stavolta, a misurare ogni differenza col metro del suo frenetico esserci, ovunque. Grazie, comunque, al Napoli - un po' troppo esuberante e non sempre padrone delle sue gare ma comunque brillante - il cui bilancio delle ultime settimane è pieno di conferme. Quello generale del 2016 è, poi, ancora più importante. Ben al di là dei numeri e lontani dalle sofisticate statistiche, il complessivo dei dodici mesi si chiude regalando al calcio italiano, e non solo, una squadra più sana e più bella. Tuttavia anche per il Napoli, nonostante le sue giocate da playstation (riguardatevi il gol annullato a Mertens), lo scudetto è ancora una carestia, servirebbero molte grandi imprese per governarlo. Senza dimenticare, comunque, quest’anno vissuto meravigliosamente.

 

 

Toni Iavarone

 

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