TONI AZZURRI
TONI AZZURRI - Toni Iavarone su "NM": "W Mertens il “il maradoniano"
19.12.2016 18:25 di Napoli Magazine

NAPOLI - Godiamoci questa scalata alla classifica, festeggiamo (un calice di buon spumante) questo fenomeno di ragazzo che si chiama Dries Mertens, ma andiamo avanti senza perderci in brindisi di lunga durata: i rischi ci sono ancora e non ci si può rilassare mai.  Il Napoli merita di salire sul podio del terzo posto – ma la verità storica della classifica dovrà essere necessariamente un’altra - perché ha i numeri (37 gol, miglior attacco della serie A) e la qualità per ricominciare la caccia alla Juventus. Già, il secondo posto ormai è lì, a un punto. Lì dove oggi staziona la Roma, ma che sembra così in bilico che basterebbe un’altra piccola serie di vittorie azzurre per scansarla.  Il 5-3 al Torino letto con l’animo di chi ci fa vivere nel divertimento puro – leggi il gioco del Napoli – lancia la squadra nei sogni più arditi dei tifosi. Ed è giusto che sia così. C’è voglia di sperare in un campionato diverso da quello scorso e di una lotta a due, tra Napoli e Juventus, che abbia un finale meraviglioso per la Sarri band. O se preferite giocare con le parole con questa “sarribanda” di tattiche, colpi geniali, gol a grappoli e l’emozione. Tanti e tali che ti fanno cortocircuito dentro. E ciò nonostante l’andamento surreale e del finale al batticuore col Torino. Perché il Napoli fa “la grande” anche quando tutto sembra essersi messo per il verso giusto (prima mezz’ora 3-0) e non si presta a calcoli. Gioca tutti i 90’ per vincere contro gli avverarsi e contro se stesso, ovvero gli errori di una manovra difensiva spesso dormiente. Eccoli qui quei rischi quelle leggerezze sule quali gli sbagli continuano a pesare. Ma per fortuna oltre i cali di attenzione, c’è Mertens, che coralità o non coralità, spesso gioca da solo e lo fa talmente bene che i suoi quattro gol non sono un record di quantità, ma di qualità. Perché il calcio, oltre a essere geometria è anche fattore umano, dove i calciatori bravi contano, eccome. D’accordo la tecnica, d’accordo la tattica, d’accordo l’aspetto atletico, ma se poi quando una squadra si schiera sul campo, si scopre che ce ne è uno che ti cambia il volto della partita. Beh, allora i segnali per avere obiettivi più alti di un quarto o terzo posto ci sono tutti.  E qui il cilindro magico di Sarri mette fuori Mertens che contro il Torino s’è consacrato alla schiera dei talenti puri.  Pochi fronzoli, pochi ghirigori e tanta sostanza, che è quello che desidera Sarri,  al quale poco importa che gli imputino bellezza e spettacolo. Ebbene sì, Sarri lo sta plasma domenica dopo domenica. Centravanti, esterno, trequartista e regista (nel finale di partita col Toro), Dries, il simpatico Babbo Natale venuto dal Belgio, ha segnato in una settimana i gol che Higuain, Dzeko e Icardi hanno messo insieme in tre mesi e mezzo. Certo, non è uno di quei dati che ti fanno sembrare il calcio scienza pura, ma le dieci reti totali di questo ragazzo in maglia azzurra – compreso il capolavoro del suo quarto centro – vorranno pur dire qualcosa. 

 

 

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19/12/2024 - 18:25

NAPOLI - Godiamoci questa scalata alla classifica, festeggiamo (un calice di buon spumante) questo fenomeno di ragazzo che si chiama Dries Mertens, ma andiamo avanti senza perderci in brindisi di lunga durata: i rischi ci sono ancora e non ci si può rilassare mai.  Il Napoli merita di salire sul podio del terzo posto – ma la verità storica della classifica dovrà essere necessariamente un’altra - perché ha i numeri (37 gol, miglior attacco della serie A) e la qualità per ricominciare la caccia alla Juventus. Già, il secondo posto ormai è lì, a un punto. Lì dove oggi staziona la Roma, ma che sembra così in bilico che basterebbe un’altra piccola serie di vittorie azzurre per scansarla.  Il 5-3 al Torino letto con l’animo di chi ci fa vivere nel divertimento puro – leggi il gioco del Napoli – lancia la squadra nei sogni più arditi dei tifosi. Ed è giusto che sia così. C’è voglia di sperare in un campionato diverso da quello scorso e di una lotta a due, tra Napoli e Juventus, che abbia un finale meraviglioso per la Sarri band. O se preferite giocare con le parole con questa “sarribanda” di tattiche, colpi geniali, gol a grappoli e l’emozione. Tanti e tali che ti fanno cortocircuito dentro. E ciò nonostante l’andamento surreale e del finale al batticuore col Torino. Perché il Napoli fa “la grande” anche quando tutto sembra essersi messo per il verso giusto (prima mezz’ora 3-0) e non si presta a calcoli. Gioca tutti i 90’ per vincere contro gli avverarsi e contro se stesso, ovvero gli errori di una manovra difensiva spesso dormiente. Eccoli qui quei rischi quelle leggerezze sule quali gli sbagli continuano a pesare. Ma per fortuna oltre i cali di attenzione, c’è Mertens, che coralità o non coralità, spesso gioca da solo e lo fa talmente bene che i suoi quattro gol non sono un record di quantità, ma di qualità. Perché il calcio, oltre a essere geometria è anche fattore umano, dove i calciatori bravi contano, eccome. D’accordo la tecnica, d’accordo la tattica, d’accordo l’aspetto atletico, ma se poi quando una squadra si schiera sul campo, si scopre che ce ne è uno che ti cambia il volto della partita. Beh, allora i segnali per avere obiettivi più alti di un quarto o terzo posto ci sono tutti.  E qui il cilindro magico di Sarri mette fuori Mertens che contro il Torino s’è consacrato alla schiera dei talenti puri.  Pochi fronzoli, pochi ghirigori e tanta sostanza, che è quello che desidera Sarri,  al quale poco importa che gli imputino bellezza e spettacolo. Ebbene sì, Sarri lo sta plasma domenica dopo domenica. Centravanti, esterno, trequartista e regista (nel finale di partita col Toro), Dries, il simpatico Babbo Natale venuto dal Belgio, ha segnato in una settimana i gol che Higuain, Dzeko e Icardi hanno messo insieme in tre mesi e mezzo. Certo, non è uno di quei dati che ti fanno sembrare il calcio scienza pura, ma le dieci reti totali di questo ragazzo in maglia azzurra – compreso il capolavoro del suo quarto centro – vorranno pur dire qualcosa.