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IL FLASH – Rosa Petrazzuolo: “Dopo i giorni della rabbia, spazio a quelli della liberazione da falsi miti”
27.07.2016 20:37 di Napoli Magazine

NAPOLI - Sono giorni di rabbia per i tifosi del Napoli perchè si fatica a digerire il fatto che colui che a suon di gol e di cori cantati sotto la curva ha trascinato il festante popolo partenopeo di nuovo in Champions, abbia deciso di andare non semplicemente "altrove", ma alla Juventus, antagonista del Napoli per eccellenza. Le voci di mercato su quella che si è sperato fosse un'ipotesi fantascientifica sono diventate sempre più insistenti, fino a che i vari indizi hanno formato le prove per poi tramutarsi in certezza con l'ufficialità arrivata ieri di un Pipita bianconero. Lascia di stucco il fatto che in tutta questa vicenda il diretto interessato sia rimasto in un granitico silenzio, permettendo così che i tifosi azzurri che l'hanno sempre sostenuto ed acclamato, tribolassero nell'incertezza, limitandosi a proferire quella frase palesemente inopportuna quando nel corso della Coppa America a chi gli chiedeva del suo futuro ha risposto che i tifosi dovevano stare tranquilli. Inevitabili le reazioni del popolo partenopeo quando il peggior incubo "Higuain alla Juve" è diventato certezza. La maglia azzurra numero 9 è stata così rinnegata in svariati modi, c'è chi l'ha bruciata, chi l'ha gettata nel water, chi l'ha esposta sui camion che ritirano l'immondizia. Inevitabile esorcizzare il colpo al cuore, lo squarcio nell'anima, il senso di smarrimento con gesti simbolici volti a rinnegare ed a prendere le distanze da colui che sino a quel momento era stato considerato il condottiero azzurro, grazie al quale sognare, provare forti emozioni, esprimere la propria voglia di riscatto e di rivalsa, perchè per i tifosi napoletani il calcio non è un mero sport, ma fa parte della propria quotidianità ed è vissuto con passione, mettendoci sempre il cuore. A Napoli il calcio lo respiri per strada tra la gente, della propria squadra del cuore se ne parla sempre, gli azzurri sono come persone di famiglia verso le quali si prova affetto, con le quali ci si arrabbia se le cose non vanno nel modo migliore, ma sempre sostenedole perchè è così che ci si comporta in una grande famiglia dall'unico ed immenso cuore azzurro. Certo, ognuno fa le sue scelte ed è libero di andare, ma evidentemente se lo fa, vuol dire che ha vissuto con distacco la sua esperienza nel Napoli e che cantare "Un giorno all'improvviso" ed in particolare il verso "difendo la città" equivalevano nè più nè meno ad un motivetto "trullallero trullallà" che si può canticchiare sotto la doccia. Se un giocatore ha sposato davvero un progetto, se in una squadra che gioca per lui riesce a brillare e a raggiungere record straordinari, non ci dovrebbe essere alcuna clausola che tenga, dovrebbe prevalere la voglia di restare e di vivere una favola che per essere tale, dovrebbe essere intrisa di dedizione, di coraggio, di passione, di riconoscenza, di senso d'appartenenza e non avere quale unico protagonista il dio denaro. In una visione romantica del calcio, che io rivendico con forza, è dunque inevitabile provare delusione davanti a tale situazione. Ora non resta che voltare pagina, dopo i giorni della rabbia, spazio dunque a quelli della liberazione da falsi miti. Si va avanti, proiettati verso nuove avventure e sorretti dalla passione che caratterizza il popolo partenopeo e lo rende speciale sotto ogni punto di vista.

 

 

Rosa Petrazzuolo

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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IL FLASH – Rosa Petrazzuolo: “Dopo i giorni della rabbia, spazio a quelli della liberazione da falsi miti”

di Napoli Magazine

27/07/2024 - 20:37

NAPOLI - Sono giorni di rabbia per i tifosi del Napoli perchè si fatica a digerire il fatto che colui che a suon di gol e di cori cantati sotto la curva ha trascinato il festante popolo partenopeo di nuovo in Champions, abbia deciso di andare non semplicemente "altrove", ma alla Juventus, antagonista del Napoli per eccellenza. Le voci di mercato su quella che si è sperato fosse un'ipotesi fantascientifica sono diventate sempre più insistenti, fino a che i vari indizi hanno formato le prove per poi tramutarsi in certezza con l'ufficialità arrivata ieri di un Pipita bianconero. Lascia di stucco il fatto che in tutta questa vicenda il diretto interessato sia rimasto in un granitico silenzio, permettendo così che i tifosi azzurri che l'hanno sempre sostenuto ed acclamato, tribolassero nell'incertezza, limitandosi a proferire quella frase palesemente inopportuna quando nel corso della Coppa America a chi gli chiedeva del suo futuro ha risposto che i tifosi dovevano stare tranquilli. Inevitabili le reazioni del popolo partenopeo quando il peggior incubo "Higuain alla Juve" è diventato certezza. La maglia azzurra numero 9 è stata così rinnegata in svariati modi, c'è chi l'ha bruciata, chi l'ha gettata nel water, chi l'ha esposta sui camion che ritirano l'immondizia. Inevitabile esorcizzare il colpo al cuore, lo squarcio nell'anima, il senso di smarrimento con gesti simbolici volti a rinnegare ed a prendere le distanze da colui che sino a quel momento era stato considerato il condottiero azzurro, grazie al quale sognare, provare forti emozioni, esprimere la propria voglia di riscatto e di rivalsa, perchè per i tifosi napoletani il calcio non è un mero sport, ma fa parte della propria quotidianità ed è vissuto con passione, mettendoci sempre il cuore. A Napoli il calcio lo respiri per strada tra la gente, della propria squadra del cuore se ne parla sempre, gli azzurri sono come persone di famiglia verso le quali si prova affetto, con le quali ci si arrabbia se le cose non vanno nel modo migliore, ma sempre sostenedole perchè è così che ci si comporta in una grande famiglia dall'unico ed immenso cuore azzurro. Certo, ognuno fa le sue scelte ed è libero di andare, ma evidentemente se lo fa, vuol dire che ha vissuto con distacco la sua esperienza nel Napoli e che cantare "Un giorno all'improvviso" ed in particolare il verso "difendo la città" equivalevano nè più nè meno ad un motivetto "trullallero trullallà" che si può canticchiare sotto la doccia. Se un giocatore ha sposato davvero un progetto, se in una squadra che gioca per lui riesce a brillare e a raggiungere record straordinari, non ci dovrebbe essere alcuna clausola che tenga, dovrebbe prevalere la voglia di restare e di vivere una favola che per essere tale, dovrebbe essere intrisa di dedizione, di coraggio, di passione, di riconoscenza, di senso d'appartenenza e non avere quale unico protagonista il dio denaro. In una visione romantica del calcio, che io rivendico con forza, è dunque inevitabile provare delusione davanti a tale situazione. Ora non resta che voltare pagina, dopo i giorni della rabbia, spazio dunque a quelli della liberazione da falsi miti. Si va avanti, proiettati verso nuove avventure e sorretti dalla passione che caratterizza il popolo partenopeo e lo rende speciale sotto ogni punto di vista.

 

 

Rosa Petrazzuolo

 

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