A MENTE FREDDA
A MENTE FREDDA - Sibilla su "NM": "Cavani-Napoli, scommessa vincente"
31.10.2018 19:20 di Napoli Magazine

NAPOLI - Il tradizionale “pensierino d’apertura”, oggi lo dedichiamo a due simboli, due bandiere.

 

La prima è quella che sventolerà sempre, come ha sempre fatto sul campo: Diego Armando Maradona ha compiuto 58 anni e gli auguri sono il “minimo sindacale”, ma anche il modo più sobrio ed elegante per farlo, considerata l’abbondanza, spesso eccessiva, di ricordi (veri o presunti) che da 30 anni accompagnano questo genetliaco.

 

La seconda, anche se un po’ meno sgargiante, è Marek Hamsik, che mette in “gioielleria” un altro record affascinante, raccolto in maglia azzurra, quello delle presenze. Un primato meritato (nonostante il tentennamento estivo) che, non so per quale motivo, non ha raccolto l’unanimità di consensi, a partire da Bruscolotti, che posso capire umanamente parlando, ma sinceramente non comprendere.

 

Ciò premesso, veniamo al dunque.

 

Oggi vi proporrò un paradosso: la “perfezione imperfetta”, che è molto più difficile da comprendere (ma solo apparentemente) delle famose “convergenze parallele” di Aldo Moro.

 

Certamente non me la caverò affermando che “la perfezione non è di questo mondo”, ma cercherò di spiegare perché l’opera di Carlo Ancelotti è, appunto, una “perfezione imperfetta”.

 

E lo farà assumendomene tutte le responsabilità, correndo anche il rischio di fare brutte figure, rischio che fa parte del nostro mestiere e dell’ingrato compito di chi deve scrivere o parlare “prima” e non dopo. E mi toccherà chiamare in causa Maurizio Sarri.

 

Le ultime due (belle) partite del Napoli hanno messo in evidenza quanti progressi ha fatto questa squadra dall’inizio della stagione e in tutte le sue componenti, un po’ proprio come accadde con l’attuale manager del Chelsea, con la differenza, che però diventa anche “comune denominatore”, che mentre per Sarri l’attore” era complementare al “soggetto”, inteso come copione da recitare (è o non è Aurelio De Laurentiis uomo di cinema?), con Ancelotti, invece, è “il soggetto” che diventa complementare con “l’attore”, ovvero, adeguando modulo ed atteggiamento agli uomini scelti di volta in volta.

 

In entrambi i casi, però, c’è la qualità dell’attore che diventa, appunto, “comune denominatore”.

 

Sarri, contrariamente a quanto affermava sempre (“Non parlo di mercato…”, ricordate?), in realtà dava delle indicazioni ben precise, perché indicava quello che, secondo lui, era l’unico modo per migliorare il suo Napoli: ingaggiare top player, giocatori più bravi di quelli che aveva a disposizione.

 

Ed è, probabilmente, quella valutazione che Ancelotti si era riservato al suo arrivo a Napoli e, da quello che si è visto tra Parigi e Napoli (con la Roma), sembra che manchi proprio “l’ultimo tassello”, quello giusto, per fare davvero la differenza: un bomber vero.

 

Sinceramente, ho molta difficoltà nello scrivere certe cose, perché ad uno come Milik non puoi non voler bene, ma, sperando che da qui a gennaio ci smentisca tutti con una serie continua e decisiva di gol, il polacco, in questo momento, ci sembra davvero l’anello debole di una catena che comincia a funzionare a meraviglia, ecco, quasi perfettamente.

 

Tutti voi che mi state leggendo (spero sempre più numerosi…), sono sicuro, state pensando “ecco, adesso anche lui tira fuori Cavani” e non vi state sbagliando!

 

Tutti gli allenatori dell’era De Laurentiis (persino Ventura…) sono stati importanti, anzi, fondamentali, per la crescita esponenziale del Napoli, ma quello che potrebbe essere, anzi, fare Ancelotti, potrebbe davvero essere epocale: convincere la proprietà a scommettere.

 

E quella di Cavani ha tutte le caratteristiche di poter essere una scommessa vincente.

 

Un fatto è certo: se le cose dovessero continuare ad andare così, a gennaio non si potrà “restare a guardare”.

 

Pensierino finale: un abbraccio a Dimaro, a Romedio e a tutti gli amici che da 8 anni accolgono il Napoli e Napoli per il ritiro estivo. Siete fortissimi e vi rialzerete e Napoli è con voi.

 

Alla prossima...

 

 

Michele Sibilla

 

Napoli Magazine 

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

ULTIMISSIME A MENTE FREDDA
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
A MENTE FREDDA - Sibilla su "NM": "Cavani-Napoli, scommessa vincente"

di Napoli Magazine

31/10/2024 - 19:20

NAPOLI - Il tradizionale “pensierino d’apertura”, oggi lo dedichiamo a due simboli, due bandiere.

 

La prima è quella che sventolerà sempre, come ha sempre fatto sul campo: Diego Armando Maradona ha compiuto 58 anni e gli auguri sono il “minimo sindacale”, ma anche il modo più sobrio ed elegante per farlo, considerata l’abbondanza, spesso eccessiva, di ricordi (veri o presunti) che da 30 anni accompagnano questo genetliaco.

 

La seconda, anche se un po’ meno sgargiante, è Marek Hamsik, che mette in “gioielleria” un altro record affascinante, raccolto in maglia azzurra, quello delle presenze. Un primato meritato (nonostante il tentennamento estivo) che, non so per quale motivo, non ha raccolto l’unanimità di consensi, a partire da Bruscolotti, che posso capire umanamente parlando, ma sinceramente non comprendere.

 

Ciò premesso, veniamo al dunque.

 

Oggi vi proporrò un paradosso: la “perfezione imperfetta”, che è molto più difficile da comprendere (ma solo apparentemente) delle famose “convergenze parallele” di Aldo Moro.

 

Certamente non me la caverò affermando che “la perfezione non è di questo mondo”, ma cercherò di spiegare perché l’opera di Carlo Ancelotti è, appunto, una “perfezione imperfetta”.

 

E lo farà assumendomene tutte le responsabilità, correndo anche il rischio di fare brutte figure, rischio che fa parte del nostro mestiere e dell’ingrato compito di chi deve scrivere o parlare “prima” e non dopo. E mi toccherà chiamare in causa Maurizio Sarri.

 

Le ultime due (belle) partite del Napoli hanno messo in evidenza quanti progressi ha fatto questa squadra dall’inizio della stagione e in tutte le sue componenti, un po’ proprio come accadde con l’attuale manager del Chelsea, con la differenza, che però diventa anche “comune denominatore”, che mentre per Sarri l’attore” era complementare al “soggetto”, inteso come copione da recitare (è o non è Aurelio De Laurentiis uomo di cinema?), con Ancelotti, invece, è “il soggetto” che diventa complementare con “l’attore”, ovvero, adeguando modulo ed atteggiamento agli uomini scelti di volta in volta.

 

In entrambi i casi, però, c’è la qualità dell’attore che diventa, appunto, “comune denominatore”.

 

Sarri, contrariamente a quanto affermava sempre (“Non parlo di mercato…”, ricordate?), in realtà dava delle indicazioni ben precise, perché indicava quello che, secondo lui, era l’unico modo per migliorare il suo Napoli: ingaggiare top player, giocatori più bravi di quelli che aveva a disposizione.

 

Ed è, probabilmente, quella valutazione che Ancelotti si era riservato al suo arrivo a Napoli e, da quello che si è visto tra Parigi e Napoli (con la Roma), sembra che manchi proprio “l’ultimo tassello”, quello giusto, per fare davvero la differenza: un bomber vero.

 

Sinceramente, ho molta difficoltà nello scrivere certe cose, perché ad uno come Milik non puoi non voler bene, ma, sperando che da qui a gennaio ci smentisca tutti con una serie continua e decisiva di gol, il polacco, in questo momento, ci sembra davvero l’anello debole di una catena che comincia a funzionare a meraviglia, ecco, quasi perfettamente.

 

Tutti voi che mi state leggendo (spero sempre più numerosi…), sono sicuro, state pensando “ecco, adesso anche lui tira fuori Cavani” e non vi state sbagliando!

 

Tutti gli allenatori dell’era De Laurentiis (persino Ventura…) sono stati importanti, anzi, fondamentali, per la crescita esponenziale del Napoli, ma quello che potrebbe essere, anzi, fare Ancelotti, potrebbe davvero essere epocale: convincere la proprietà a scommettere.

 

E quella di Cavani ha tutte le caratteristiche di poter essere una scommessa vincente.

 

Un fatto è certo: se le cose dovessero continuare ad andare così, a gennaio non si potrà “restare a guardare”.

 

Pensierino finale: un abbraccio a Dimaro, a Romedio e a tutti gli amici che da 8 anni accolgono il Napoli e Napoli per il ritiro estivo. Siete fortissimi e vi rialzerete e Napoli è con voi.

 

Alla prossima...

 

 

Michele Sibilla

 

Napoli Magazine 

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com