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Boxe, Oliva sull'esclusione dai Giochi: "Non esiste l'Olimpiade senza di noi"
10.12.2021 17:50 di Napoli Magazine
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"Non esiste l'Olimpiade senza il pugilato, è assurdo solo pensarlo". Così Patrizio Oliva, oro ai Giochi di Mosca 1980 e poi campione del mondo dei superleggeri tra i professionisti, commenta la decisione del Cio di escludere la 'nobile arte', a partire da Los Angeles 2028, dalla lista delle discipline che hanno un posto assicurato nel programma dei Giochi. "La decisione era un po' nell'aria - dice ancora Oliva, che è stato anche, in due Olimpiadi, ct della Nazionale -, perché la boxe da tempo era tenuta sott'occhio dal Cio. Troppi errori sono stati commessi in passato, l'Aiba era nell'occhio del ciclone al punto che a Rio 2016 hanno mandato a casa 36 fra giudici e arbitri. Ma spero che la stessa Aiba riesca a rimediare, e a fare in modo di non spegnere il sogno dei ragazzi e ragazze del nostro sport che sognano di andare alle Olimpiadi. Come dice il presidente della federazione italiana Flavio D'Ambrosi, dobbiamo ricostruire il palazzo della boxe". Intanto però anche a Tokyo, nelle finali, c'è stato un paio di decisioni discutibili che hanno premiato pugili di casa. "Io credo che sia dipeso dal fatto- commenta l'olimpionico di Mosca - che essendo stati mandati definitivamente a casa tanti giudici quelli presenti in Giappone fossero a corto di esperienza". E qualche problema c'è anche adesso visto che, per Oliva, "agli ultimi Mondiali Abbes Mouhiidine (azzurro argento nei 92 kg ndr) è stato derubato perché in finale aveva vinto". "Ma da quei Mondiali siamo usciti a testa alta - aggiunge - e il pugilato italiano, donne comprese, fa ben sperare per il futuro". Confidando anche, viene da aggiungere, in una riammissione ai Giochi.

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Boxe, Oliva sull'esclusione dai Giochi: "Non esiste l'Olimpiade senza di noi"

di Napoli Magazine

10/12/2021 - 17:50

"Non esiste l'Olimpiade senza il pugilato, è assurdo solo pensarlo". Così Patrizio Oliva, oro ai Giochi di Mosca 1980 e poi campione del mondo dei superleggeri tra i professionisti, commenta la decisione del Cio di escludere la 'nobile arte', a partire da Los Angeles 2028, dalla lista delle discipline che hanno un posto assicurato nel programma dei Giochi. "La decisione era un po' nell'aria - dice ancora Oliva, che è stato anche, in due Olimpiadi, ct della Nazionale -, perché la boxe da tempo era tenuta sott'occhio dal Cio. Troppi errori sono stati commessi in passato, l'Aiba era nell'occhio del ciclone al punto che a Rio 2016 hanno mandato a casa 36 fra giudici e arbitri. Ma spero che la stessa Aiba riesca a rimediare, e a fare in modo di non spegnere il sogno dei ragazzi e ragazze del nostro sport che sognano di andare alle Olimpiadi. Come dice il presidente della federazione italiana Flavio D'Ambrosi, dobbiamo ricostruire il palazzo della boxe". Intanto però anche a Tokyo, nelle finali, c'è stato un paio di decisioni discutibili che hanno premiato pugili di casa. "Io credo che sia dipeso dal fatto- commenta l'olimpionico di Mosca - che essendo stati mandati definitivamente a casa tanti giudici quelli presenti in Giappone fossero a corto di esperienza". E qualche problema c'è anche adesso visto che, per Oliva, "agli ultimi Mondiali Abbes Mouhiidine (azzurro argento nei 92 kg ndr) è stato derubato perché in finale aveva vinto". "Ma da quei Mondiali siamo usciti a testa alta - aggiunge - e il pugilato italiano, donne comprese, fa ben sperare per il futuro". Confidando anche, viene da aggiungere, in una riammissione ai Giochi.