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Ciclismo: Carapaz bloccato in Ecuador, 1000 km in bici per prendere il volo per la Colombia
02.07.2020 09:00 di Napoli Magazine

Non riesce a tornare in Europa a causa della chiusura delle frontiere dell'Ecuador, disposta per via del coronavirus, e non gli rimane che affidarsi a un volo umanitario che potrebbe decollare il 19 o 20 luglio dalla Colombia. E' quanto sta accadendo al vincitore dell'ultimo Giro d'Italia Richard Carapaz, che per riuscire a prendere l'aereo rischia di doversi fare 982,6 km in bicicletta per raggiungere Bogotà, dopo aver attraversato la frontiera con la Colombia, sul ponte Rumichaca, grazie a uno speciale salvacondotto che ha già richiesto alle autorità competenti. A oggi, come riferisce il giornale dell'Ecuador 'El Comercio', la situazione è questa, ma il ciclista del Team Ineos non si perde d'animo e vuole essere in Europa per cominciare la stagione: il suo primo impegno dovrebbe essere la 'Vuelta de Burgos', in Spagna, dal 28 luglio all'1 agosto. "Sono disposto a pedalare fino a Bogotà", sottolinea Carapaz, attualmente in 'lockdown' nella casa paterna a Carchi, dove si occupa del bestiame dei genitori. In Italia l'ecuadoregno ha garantito la sua presenza alla Tirreno-Adriatico (7-14 settembre) e al Giro (3-25 ottobre). Carapaz spera di prendere il volo umanitario organizzato dal governo della Colombia, l'unico che potrebbe partire da questo paese, ricorda 'El Comercio', perchè fra le 15 nazioni extra Ue alle quali l'Unione Europea ha aperto i confini per il Sudamerica c'è solo l'Uruguay. Ma a Bogotà sperano di partire, e a Carapaz non rimane che pedalare quasi mille chilometri per arrivare in tempo. Potrebbero 'scortarlo' i colleghi, e connazionali, Jhonatan Narváez, Jonathan Caicedo, Jefferson Cepeda e Alexander Cepeda, i quali anche loro hanno bisogno di tornare in Europa.

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Ciclismo: Carapaz bloccato in Ecuador, 1000 km in bici per prendere il volo per la Colombia

di Napoli Magazine

02/07/2024 - 09:00

Non riesce a tornare in Europa a causa della chiusura delle frontiere dell'Ecuador, disposta per via del coronavirus, e non gli rimane che affidarsi a un volo umanitario che potrebbe decollare il 19 o 20 luglio dalla Colombia. E' quanto sta accadendo al vincitore dell'ultimo Giro d'Italia Richard Carapaz, che per riuscire a prendere l'aereo rischia di doversi fare 982,6 km in bicicletta per raggiungere Bogotà, dopo aver attraversato la frontiera con la Colombia, sul ponte Rumichaca, grazie a uno speciale salvacondotto che ha già richiesto alle autorità competenti. A oggi, come riferisce il giornale dell'Ecuador 'El Comercio', la situazione è questa, ma il ciclista del Team Ineos non si perde d'animo e vuole essere in Europa per cominciare la stagione: il suo primo impegno dovrebbe essere la 'Vuelta de Burgos', in Spagna, dal 28 luglio all'1 agosto. "Sono disposto a pedalare fino a Bogotà", sottolinea Carapaz, attualmente in 'lockdown' nella casa paterna a Carchi, dove si occupa del bestiame dei genitori. In Italia l'ecuadoregno ha garantito la sua presenza alla Tirreno-Adriatico (7-14 settembre) e al Giro (3-25 ottobre). Carapaz spera di prendere il volo umanitario organizzato dal governo della Colombia, l'unico che potrebbe partire da questo paese, ricorda 'El Comercio', perchè fra le 15 nazioni extra Ue alle quali l'Unione Europea ha aperto i confini per il Sudamerica c'è solo l'Uruguay. Ma a Bogotà sperano di partire, e a Carapaz non rimane che pedalare quasi mille chilometri per arrivare in tempo. Potrebbero 'scortarlo' i colleghi, e connazionali, Jhonatan Narváez, Jonathan Caicedo, Jefferson Cepeda e Alexander Cepeda, i quali anche loro hanno bisogno di tornare in Europa.