Si è concluso con grande entusiasmo a Torino il progetto nazionale "Sport in Rete", promosso da US ACLI, CSI e PGS, con il sostegno di Sport e Salute, che per tre giorni ha animato il capoluogo piemontese tra sport, sorrisi e soprattutto inclusione.
Dal 27 al 29 giugno, oltre 120 giovani atleti, provenienti da Bari, Brescia, Catania, Firenze, Milano, Torino e Trieste, si sono confrontati in tornei di pallavolo, tennis, pickleball e tennistavolo, vivendo un’esperienza unica, all’insegna del gioco di squadra, del fair play e del rispetto reciproco.
L’iniziativa, attiva da ottobre 2024 e in corso fino a settembre 2025, ha coinvolto centinaia di ragazze e ragazzi tra i 10 e i 14 anni in 16 regioni italiane, con l’obiettivo di promuovere parità di genere, inclusione, collaborazione e valorizzazione delle capacità individuali, anche attraverso formule a bassa intensità agonistica, inclusive e accessibili.
«Questo progetto è nato per includere chi spesso resta ai margini: lo sport deve essere per tutti, senza esclusioni – le parole di Damiano Lembo, Presidente Nazionale US ACLI –. A Torino abbiamo visto il volto più bello dello sport: quello che accoglie, educa e forma».
«Iniziative come questa raccontano la nostra idea di sport: uno spazio aperto, dove ogni giovane si sente accolto e valorizzato – sottolinea Vittorio Bosio, Presidente Nazionale del CSI –. Grazie a questo progetto abbiamo visto in azione un modello sportivo che unisce, costruisce relazioni e fa crescere comunità educanti. È questo il senso più profondo della nostra missione associativa».
«Il progetto ha mostrato quanto lo sport possa essere strumento educativo e inclusivo – conclude Ciro Bisogno, Presidente Nazionale PGS –. A Torino abbiamo respirato l’energia positiva di ragazzi e ragazze che, attraverso il gioco, hanno imparato a conoscersi, a rispettarsi, a crescere insieme. È questa la strada che vogliamo continuare a percorrere: uno sport che educa, include e mette sempre al centro la persona».
Durante l’evento conclusivo, le squadre miste di 8 atleti ciascuna, composte equamente da ragazze e ragazzi, si sono cimentate in due discipline a testa secondo la formula bi-disciplinare, in un contesto educativo oltre che sportivo.
A testimoniare la riuscita dell’iniziativa, l’assegnazione di due premi speciali:
- Il Premio Fair Play, al giovane atleta Antonio Mondio dell’ASD PROIETTI TENNIS TEAM che ha incarnato i valori etici del progetto.
- Il Premio Inclusione, alla squadra del CENTRO SPORTIVO ROIBLANT che ha maggiormente dimostrato spirito di gruppo, rispetto e coesione.
Oltre alle gare, il progetto ha rappresentato un vero e proprio laboratorio di crescita personale e collettiva, contribuendo a contrastare il drop-out, ovvero l’abbandono della pratica sportiva, in particolare tra le ragazze, e a stimolare il coinvolgimento di giovani spesso esclusi perché inattivi o provenienti da contesti socioeconomici fragili.
UNA RETE CHE UNISCE
Il progetto Sport in Rete ha dunque dimostrato che le cosiddette discipline “di rete” – dal tennis alla pallavolo – non dividono, ma uniscono, offrendo uno spazio sicuro, stimolante e motivante per ogni giovane, senza distinzioni di genere o provenienza.
La grande partecipazione e il clima gioioso vissuto a Torino hanno confermato il valore del lavoro svolto in questi mesi da associazioni, scuole, educatori e tecnici sportivi.
Un successo condiviso che pone le basi per una nuova cultura sportiva, inclusiva, partecipata e umana.
di Napoli Magazine
04/07/2025 - 15:22
Si è concluso con grande entusiasmo a Torino il progetto nazionale "Sport in Rete", promosso da US ACLI, CSI e PGS, con il sostegno di Sport e Salute, che per tre giorni ha animato il capoluogo piemontese tra sport, sorrisi e soprattutto inclusione.
Dal 27 al 29 giugno, oltre 120 giovani atleti, provenienti da Bari, Brescia, Catania, Firenze, Milano, Torino e Trieste, si sono confrontati in tornei di pallavolo, tennis, pickleball e tennistavolo, vivendo un’esperienza unica, all’insegna del gioco di squadra, del fair play e del rispetto reciproco.
L’iniziativa, attiva da ottobre 2024 e in corso fino a settembre 2025, ha coinvolto centinaia di ragazze e ragazzi tra i 10 e i 14 anni in 16 regioni italiane, con l’obiettivo di promuovere parità di genere, inclusione, collaborazione e valorizzazione delle capacità individuali, anche attraverso formule a bassa intensità agonistica, inclusive e accessibili.
«Questo progetto è nato per includere chi spesso resta ai margini: lo sport deve essere per tutti, senza esclusioni – le parole di Damiano Lembo, Presidente Nazionale US ACLI –. A Torino abbiamo visto il volto più bello dello sport: quello che accoglie, educa e forma».
«Iniziative come questa raccontano la nostra idea di sport: uno spazio aperto, dove ogni giovane si sente accolto e valorizzato – sottolinea Vittorio Bosio, Presidente Nazionale del CSI –. Grazie a questo progetto abbiamo visto in azione un modello sportivo che unisce, costruisce relazioni e fa crescere comunità educanti. È questo il senso più profondo della nostra missione associativa».
«Il progetto ha mostrato quanto lo sport possa essere strumento educativo e inclusivo – conclude Ciro Bisogno, Presidente Nazionale PGS –. A Torino abbiamo respirato l’energia positiva di ragazzi e ragazze che, attraverso il gioco, hanno imparato a conoscersi, a rispettarsi, a crescere insieme. È questa la strada che vogliamo continuare a percorrere: uno sport che educa, include e mette sempre al centro la persona».
Durante l’evento conclusivo, le squadre miste di 8 atleti ciascuna, composte equamente da ragazze e ragazzi, si sono cimentate in due discipline a testa secondo la formula bi-disciplinare, in un contesto educativo oltre che sportivo.
A testimoniare la riuscita dell’iniziativa, l’assegnazione di due premi speciali:
- Il Premio Fair Play, al giovane atleta Antonio Mondio dell’ASD PROIETTI TENNIS TEAM che ha incarnato i valori etici del progetto.
- Il Premio Inclusione, alla squadra del CENTRO SPORTIVO ROIBLANT che ha maggiormente dimostrato spirito di gruppo, rispetto e coesione.
Oltre alle gare, il progetto ha rappresentato un vero e proprio laboratorio di crescita personale e collettiva, contribuendo a contrastare il drop-out, ovvero l’abbandono della pratica sportiva, in particolare tra le ragazze, e a stimolare il coinvolgimento di giovani spesso esclusi perché inattivi o provenienti da contesti socioeconomici fragili.
UNA RETE CHE UNISCE
Il progetto Sport in Rete ha dunque dimostrato che le cosiddette discipline “di rete” – dal tennis alla pallavolo – non dividono, ma uniscono, offrendo uno spazio sicuro, stimolante e motivante per ogni giovane, senza distinzioni di genere o provenienza.
La grande partecipazione e il clima gioioso vissuto a Torino hanno confermato il valore del lavoro svolto in questi mesi da associazioni, scuole, educatori e tecnici sportivi.
Un successo condiviso che pone le basi per una nuova cultura sportiva, inclusiva, partecipata e umana.