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L'INIZIATIVA - Un giro a 200Km/h per battere il cancro
19.09.2019 02:00 di Napoli Magazine

Un giro ad alta velocità in autodromo per aiutare a combattere i tumori e sostituire la terapia del dolore con una giornata da Formula 1. E' l'idea, nata dall'immensa passione per le auto da corsa e le gare in montagna, messa in pratica con ottimi risultati da Amedeo Pancotti, primario di Oncologia all'ospedale Mazzini di Teramo e presidente di "Hozho", un'associazione di volontariato di Ascoli Piceno che si occupa di donne operate al seno. "Non hanno guidato solo per motivi medico legali - corre veloce sul filo dell'entusiasmo il professor Pancotti raccontando all'Ansa la sua avventura in pista con i suoi pazienti malati di tumore - L'esperienza in pista a Magione (Perugia) è stata meravigliosa. E' venuto anche un club Ferrari e Abarth, tutti si son seduti su una Rossa: li ho fatto girare con una Delta Integrale: hanno fatto tre giri ciascuno e non siamo andati piano, anche a 200 chilometri orari e la cosa bella è che quel giorno molte persone non hanno fatto la terapia del dolore ed è stato bellissimo''.

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L'INIZIATIVA - Un giro a 200Km/h per battere il cancro

di Napoli Magazine

19/09/2024 - 02:00

Un giro ad alta velocità in autodromo per aiutare a combattere i tumori e sostituire la terapia del dolore con una giornata da Formula 1. E' l'idea, nata dall'immensa passione per le auto da corsa e le gare in montagna, messa in pratica con ottimi risultati da Amedeo Pancotti, primario di Oncologia all'ospedale Mazzini di Teramo e presidente di "Hozho", un'associazione di volontariato di Ascoli Piceno che si occupa di donne operate al seno. "Non hanno guidato solo per motivi medico legali - corre veloce sul filo dell'entusiasmo il professor Pancotti raccontando all'Ansa la sua avventura in pista con i suoi pazienti malati di tumore - L'esperienza in pista a Magione (Perugia) è stata meravigliosa. E' venuto anche un club Ferrari e Abarth, tutti si son seduti su una Rossa: li ho fatto girare con una Delta Integrale: hanno fatto tre giri ciascuno e non siamo andati piano, anche a 200 chilometri orari e la cosa bella è che quel giorno molte persone non hanno fatto la terapia del dolore ed è stato bellissimo''.