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Rugby, Mondiali, Italia, il c.t. Crowley: "Nuova Zelanda? Cambiamo la storia"
27.09.2023 18:14 di Napoli Magazine

"Do it or die" dice Aaron Smith, mediano di mischia che ritrova un posto nel XV iniziale degli All Blacks. Sta a significare che quella di venerdì a Lione contro l'Italia è una sfida da dentro o fuori, perché agli sconfitti rimarranno ben poche possibilità di approdare ai quarti di finale di questo Mondiale-spettacolo in Francia.  Detto questo, è chiaro che il pronostico pende tutto dalla parte della Nuova Zelanda, che nei precedenti 15 match ufficiali contro gli azzurri non solo ha sempre vinto ma anche segnato una media di 51 punti. Il barometro segna quindi tempesta per capitan Lamaro e compagni, anche perché i Tutti Neri ritrovano elementi fondamentali come Shannon Frizell e Jordie Barrett, nel XV iniziale, e Tyrel Lomax e Sam Cane, che partiranno dalla panchina. Ma per il ct dell'Italrugby, Kieran Crowley, domani avversario della nazionale del Paese di cui è originario, l'inno da cantare è quello di Mameli e non è il caso di essere così pessimisti. "Questa è una nuova squadra, fatta di gente che non ha ancora affrontato la Nuova Zelanda - dice - e fa parte di un gruppo di 33 uomini che negli ultimi mesi è maturato notevolmente. I numeri e le statistiche sono contro di noi, e lo è anche la storia, ma c'è sempre una possibilità di cambiarla, la storia. Per noi questo match è maledettamente importante, e quindi lo cominceremo con il miglior schieramento possibile". Che poi sarebbe quello sceso in campo dall'inizio nel primo test del Mondiale, quello contro la Namibia, con l'unica modifica di Riccioni al posto di Ferrari in prima linea. "Non ci facciamo illusioni - dice ancora Crowley -, loro saranno molto aggressivi e cercheranno di intimidirci fin dall'inizio, direi che proveranno a 'bullizzarci', ma siamo pronti per affrontare questa sfida. I miei giocatori non hanno certo paura, e hanno invece molta fiducia in se stessi. Ora non ci rimane che aspettare e vedere se tutto ciò sarà abbastanza". Fra i sistemi che gli All Blacks hanno per 'spaventare' gli avversari c'è ovviamente la Haka in cui si esibiscono prima dell'inizio delle partite. Contro gli azzurri la fecero anche nel 2007 Marsiglia, nel precedente Mondiale giocato in terra di Francia, gli italiani diedero le spalle ai rivali per dimostrare che non avevano paura e il risultato fu di scatenare la furia dei Neri che risposero a questa mancanza di rispetto segnando 76 punti. Questa volta l'Italrugby non commetterà lo stesso errore, peccato però che Crowley non abbia scelto i suoi due connazionali che giocano in maglia azzurra, Toa Halafihi e Hame Faiva, quest'ultimo ex All Blacks under 20. I due avevamo detto ai media francesi che avrebbero risposto alla Haka neozelandese facendone una anche loro ("ne abbiamo già parlato", ha rivelato Halafihi), ma essendo destinati alla panchina sembra improbabile che diano un seguito alle parole.

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Rugby, Mondiali, Italia, il c.t. Crowley: "Nuova Zelanda? Cambiamo la storia"

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27/09/2023 - 18:14

"Do it or die" dice Aaron Smith, mediano di mischia che ritrova un posto nel XV iniziale degli All Blacks. Sta a significare che quella di venerdì a Lione contro l'Italia è una sfida da dentro o fuori, perché agli sconfitti rimarranno ben poche possibilità di approdare ai quarti di finale di questo Mondiale-spettacolo in Francia.  Detto questo, è chiaro che il pronostico pende tutto dalla parte della Nuova Zelanda, che nei precedenti 15 match ufficiali contro gli azzurri non solo ha sempre vinto ma anche segnato una media di 51 punti. Il barometro segna quindi tempesta per capitan Lamaro e compagni, anche perché i Tutti Neri ritrovano elementi fondamentali come Shannon Frizell e Jordie Barrett, nel XV iniziale, e Tyrel Lomax e Sam Cane, che partiranno dalla panchina. Ma per il ct dell'Italrugby, Kieran Crowley, domani avversario della nazionale del Paese di cui è originario, l'inno da cantare è quello di Mameli e non è il caso di essere così pessimisti. "Questa è una nuova squadra, fatta di gente che non ha ancora affrontato la Nuova Zelanda - dice - e fa parte di un gruppo di 33 uomini che negli ultimi mesi è maturato notevolmente. I numeri e le statistiche sono contro di noi, e lo è anche la storia, ma c'è sempre una possibilità di cambiarla, la storia. Per noi questo match è maledettamente importante, e quindi lo cominceremo con il miglior schieramento possibile". Che poi sarebbe quello sceso in campo dall'inizio nel primo test del Mondiale, quello contro la Namibia, con l'unica modifica di Riccioni al posto di Ferrari in prima linea. "Non ci facciamo illusioni - dice ancora Crowley -, loro saranno molto aggressivi e cercheranno di intimidirci fin dall'inizio, direi che proveranno a 'bullizzarci', ma siamo pronti per affrontare questa sfida. I miei giocatori non hanno certo paura, e hanno invece molta fiducia in se stessi. Ora non ci rimane che aspettare e vedere se tutto ciò sarà abbastanza". Fra i sistemi che gli All Blacks hanno per 'spaventare' gli avversari c'è ovviamente la Haka in cui si esibiscono prima dell'inizio delle partite. Contro gli azzurri la fecero anche nel 2007 Marsiglia, nel precedente Mondiale giocato in terra di Francia, gli italiani diedero le spalle ai rivali per dimostrare che non avevano paura e il risultato fu di scatenare la furia dei Neri che risposero a questa mancanza di rispetto segnando 76 punti. Questa volta l'Italrugby non commetterà lo stesso errore, peccato però che Crowley non abbia scelto i suoi due connazionali che giocano in maglia azzurra, Toa Halafihi e Hame Faiva, quest'ultimo ex All Blacks under 20. I due avevamo detto ai media francesi che avrebbero risposto alla Haka neozelandese facendone una anche loro ("ne abbiamo già parlato", ha rivelato Halafihi), ma essendo destinati alla panchina sembra improbabile che diano un seguito alle parole.