L'APPUNTO
L'APPUNTO - Nunzia Marciano su NM: 'Napoli, la stanchezza che condanna chi non ritorna in vetta'
11.12.2017 10:57 di Napoli Magazine

NAPOLI - La stanchezza si paga e a volte il prezzo è fin troppo alto per essere scontato in un’unica rata. Chiariamo: la lunghezza di questo campionato non consente disfattismi di alcuna sorta né avvilimenti precoci o giocattoli “rotti” prima ancora di essere scartati. E quindi, no, niente è perduto. Ma la stanchezza c’è e si sente, si vede, si misura nella gambe di chi ha troppi minuti corsi e combattuti, metri percorsi e terminati di solito con tiri precisi a gonfiare una rete avversaria mai vuota che faceva volare sino all’Olimpo del Podio da cui guardare tutto dall’alto in basso ma anche su cui si è guardati dal basso verso l’alto e bramati, invidiati e oggi giudicati. Oggi che si punta il dito troppo dritto contro chi sinora ha dato tutto e anche di più. Ma la stanchezza c’è e fa sbagliare tiri che prima erano certezze, che fa prendere pali che prima erano gol, che fa incartare passaggi che prima erano lo spettacolo targato NA. Napoli-Fiorentina della domenica alle 3 è tutto questo ed anche di più: è uno 0-0 che sta stretto ai partenopei di Mister Sarri ma fa esultare i Viola di Mister Pioli in un’ottica contorta lontana dallo sport chiamato calcio che quest’Italia conosce grazie allo spettacolo acclamato da ogni dove degli 11 leoni di casa nella bolgia del San Paolo. L’occasione era ghiotta di ritornare sulla vetta di una classifica che ora parla nerazzurro, per un punto solo. Nell’anticipo dell’anti calcio tra la prima e la vincente sul Napoli di venerdì 1 dicembre, il pareggio di quella, crea l’occasione poi sprecata da una formazione orfana per gli infortuni e per lo stop di quel Baby talento di Frattamaggiore che tanta differenza ha già fatto in campo. La rivoluzione non compensa e la rigidità di certe scelte neppure. Perché la stanchezza è un fenomeno diffuso che più di ogni altro può condizionare un risultato di cuori pur innamorati: è il motore che non ingrana, è la spinta su un pedale che non accelera, è il cuore che batte ma il cuore non basta, e le gambe non reggono più. Perché seppur il cuore spinge, la forza viene a mancare per stanchezza fisica e mentale. Ma non si demorde. Giammai. Ora si deve rifiatare, si deve stare fermi e ripensare. Senza fretta, senza paura, senza farsi sopraffare. La stanchezza c’è. Si sente. E non si può certo risolvere in un attimo. Ma in un tempo ragionevole sì, perché la stanchezza non sia l’alibi né la condanna. Perché se l’anno è, l’anno deve essere fino in fondo e oltre. Perché le delusioni di sconfitte e pareggi non siano l’abitudine ma solo eccezioni. Perché non si porga il fianco (destro di questo Napoli...) a chi non punta sull’Amore ma lo invidia e lo condanna perché bellissimo, perché incredibile, perché spettacolare. Nonostante la stanchezza. Forza Napoli. Sempre.

 

 

Nunzia Marciano

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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11/12/2024 - 10:57

NAPOLI - La stanchezza si paga e a volte il prezzo è fin troppo alto per essere scontato in un’unica rata. Chiariamo: la lunghezza di questo campionato non consente disfattismi di alcuna sorta né avvilimenti precoci o giocattoli “rotti” prima ancora di essere scartati. E quindi, no, niente è perduto. Ma la stanchezza c’è e si sente, si vede, si misura nella gambe di chi ha troppi minuti corsi e combattuti, metri percorsi e terminati di solito con tiri precisi a gonfiare una rete avversaria mai vuota che faceva volare sino all’Olimpo del Podio da cui guardare tutto dall’alto in basso ma anche su cui si è guardati dal basso verso l’alto e bramati, invidiati e oggi giudicati. Oggi che si punta il dito troppo dritto contro chi sinora ha dato tutto e anche di più. Ma la stanchezza c’è e fa sbagliare tiri che prima erano certezze, che fa prendere pali che prima erano gol, che fa incartare passaggi che prima erano lo spettacolo targato NA. Napoli-Fiorentina della domenica alle 3 è tutto questo ed anche di più: è uno 0-0 che sta stretto ai partenopei di Mister Sarri ma fa esultare i Viola di Mister Pioli in un’ottica contorta lontana dallo sport chiamato calcio che quest’Italia conosce grazie allo spettacolo acclamato da ogni dove degli 11 leoni di casa nella bolgia del San Paolo. L’occasione era ghiotta di ritornare sulla vetta di una classifica che ora parla nerazzurro, per un punto solo. Nell’anticipo dell’anti calcio tra la prima e la vincente sul Napoli di venerdì 1 dicembre, il pareggio di quella, crea l’occasione poi sprecata da una formazione orfana per gli infortuni e per lo stop di quel Baby talento di Frattamaggiore che tanta differenza ha già fatto in campo. La rivoluzione non compensa e la rigidità di certe scelte neppure. Perché la stanchezza è un fenomeno diffuso che più di ogni altro può condizionare un risultato di cuori pur innamorati: è il motore che non ingrana, è la spinta su un pedale che non accelera, è il cuore che batte ma il cuore non basta, e le gambe non reggono più. Perché seppur il cuore spinge, la forza viene a mancare per stanchezza fisica e mentale. Ma non si demorde. Giammai. Ora si deve rifiatare, si deve stare fermi e ripensare. Senza fretta, senza paura, senza farsi sopraffare. La stanchezza c’è. Si sente. E non si può certo risolvere in un attimo. Ma in un tempo ragionevole sì, perché la stanchezza non sia l’alibi né la condanna. Perché se l’anno è, l’anno deve essere fino in fondo e oltre. Perché le delusioni di sconfitte e pareggi non siano l’abitudine ma solo eccezioni. Perché non si porga il fianco (destro di questo Napoli...) a chi non punta sull’Amore ma lo invidia e lo condanna perché bellissimo, perché incredibile, perché spettacolare. Nonostante la stanchezza. Forza Napoli. Sempre.

 

 

Nunzia Marciano

 

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