Carlo Nordio, ministro della Giustizia, è intervenuto a 24 Mattino su Radio 24: "Vengono chiamati container ma sono dei moduli che sono, per esempio, in uso negli Stati Uniti d'America e che sono di facile realizzazione. L'Italia non è un Paese dove si possono costruire in un anno o due delle carceri con tutti i vincoli geologici, urbanistici e architettonici che abbiamo e quindi bisogna ricorrere a dei prefabbricati, che in modo polemico e grossolano, vengono chiamati container. In realtà sono molto più moderni e se vogliamo anche molto più igienici di certe celle vecchie di alcune carceri fatiscenti. Questo sforzo enorme che stiamo facendo, anche finanziario, verrà anche accompagnato dalle altre riforme che abbiamo annunciato ieri ed altre che faremo ancora, sulla possibilità di detenzione differenziata dei tossicodipendenti. Questo si può fare con un impegno finanziario, pagando le comunità, ed anche qui le risorse ci sono, però prescinde dalla costruzione di nuove carceri affinché questi tossicodipendenti possano espiare la pena o essere custoditi in posti diversi dal carcere, che mantengono però le condizioni di sicurezza e di controlli.(...) La cultura della legalità non sta nella appartenenza a un ordine come quello del PM o del magistrato giudicante, ma sta nella testa del magistrato. Io sono stato un Pubblico Ministero per quarant'anni e non credo di avere mai avuto la cultura del superpoliziotto. L'indipendenza del magistrato non dipende da queste cose, dipende dal suo buonsenso, dalla sua umilità, dalla sua preparazione, dalla sua cultura, dalla sua etica. Questi sono solo degli slogan. Tanto è vero che in tutti i paesi democratici come America, Inghilterra, Spagna e in Francia sono separati dai giudici e nessuno si sogna di assimilarli a dei poliziotti. L'indipendenza di una persona non vale da questa formale appartenenza al PM o al giudicante. Ripeto, sono tutti slogan che non hanno nessun significato se non quello di ripetere in maniera quasi petulante questa prospettiva che tra l'altro, è contradittoria, perché qualcuno dice che il pericolo consiste nel fatto che il PM diventi troppo potente e quindi un superpoliziotto, mentre altri, sempre dell'opposizione, dicono che il PM diventi uno strumento in mano del potere esecutivo. Almeno si mettano d'accordo. (...) La magistratura mantiene intatte le sue prerogative di autonomia e d'indipendenza, è scritto a chiarissime lettere, che, lo stesso pubblico ministero, seppure adesso diviso dagli organismi giudicanti anche nei due consigli superiori, sarà completamente indipendente ed autonomo. Questo processo alle intenzioni di attribuire al Governo la volontà di sottoporre un domani - non si sa quando e come - il PM all'esecutivo minando nell'indipendenza, è davvero incredibile e non può nemmeno essere contestato! Come si fa a contestare una prospettiva futura ed incerta che è esattamente contraria a quella che è scritta nella legge? Capisco che l'opposizione si agiti a prescindere, capisco anche la magistratura perché la realtà della riforma più importante è quella del sorteggio del CSM in parte, e la creazione dell'Alta Corte di Giustizia che depotenzia il potere delle correnti. Ed effettivamente per i magistrati attivisti che hanno costruito o costruiscono la carriera degli altri sull'appartenenza correntizia questo significa realmente distruggere il giocattolo. Però allo stesso modo libererà tutti gli altri magistrati che non sono associati o non sono appunto vincolati da questa appartenenza. I due Consigli della Magistratura saranno formati in maggioranza da magistrati però questa volta sorteggiati tra magistrati che hanno già una certa esperienza. Quindi l'indipendenza della magistratura viene enfatizzata perché la magistratura fino adesso è stata molto spesso dipendente da sé stessa e dalle sue degenerazioni correntizie come hanno detto decine di magistrati, soprattutto nello scandalo Palamara. Sala? Sono cose che accadono da sempre perché c'è quanto meno un difetto di vigilanza nel mantenimento del segreto istruttorio e questa diffusione di notizie, che dovrebbero essere riservate ai magistrati, io non l'attribuisco come purtroppo hanno scritto in modo sbagliato alcuni giornali oggi, non dico che sia colpa loro, dico però che quanto meno c'è un difetto di vigilanza perché queste notizie dovrebbero restare segrete. Per quanto riguarda il sindaco Sala, di cui ho ripetuto fino alla noia che non è assolutamente il caso di parlare di dimissioni solo perché si è raggiunti da un'informazione di garanzia o si è iscritti nel registro degli indagati, lui ha perfettamente ragione. Capisco il suo disagio e anche la sua rabbia, però gli ricordo che appartiene a un partito che quando noi abbiamo proposto, anche due anni fa, di fare delle riforme proprio per limitare o per meglio vigilare su questa diffusione di notizie, le ha sempre considerate come un attentato alla libertà di stampa. Noi abbiamo fatto due anni fa una riforma che impedisce, o dovrebbe impedire, la diffusione di notizie riservate che riguardano terze persone estranee alle indagini. C'è stato un fuoco di sbarramento della magistratura e dello stesso partito cui appartiene il sindaco Sala, il quale, giustamente, adesso si lamenta di queste cose. Forse però avrebbe dovuto anche prima insistere con i suoi. Non è colpa del giornalista se le diffonde perché fa il suo dovere, ma solo che non gli dovrebbero arrivare."
Alla domanda su possibili interventi da fare riguardo alle intercettazioni, Nordio ha affermato a Radio 24: "Io non posso certo dire cosa può fare o vuole fare il ministro in questa occasione. Qui prima di tutto dovrebbe essere la deontologia e il senso etico di chi è in possesso di queste notizie riservate che dovrebbe impedire la delegittimazione di persone terze che non si possono nemmeno difendere. Si potrebbe intervenire, ma sono interventi così delicati che servirebbe un buon senso almeno generalizzato.” ha concluso Carlo Nordio, ministro della Giustizia a 24 Mattino su Radio 24.
di Napoli Magazine
23/07/2025 - 13:25
Carlo Nordio, ministro della Giustizia, è intervenuto a 24 Mattino su Radio 24: "Vengono chiamati container ma sono dei moduli che sono, per esempio, in uso negli Stati Uniti d'America e che sono di facile realizzazione. L'Italia non è un Paese dove si possono costruire in un anno o due delle carceri con tutti i vincoli geologici, urbanistici e architettonici che abbiamo e quindi bisogna ricorrere a dei prefabbricati, che in modo polemico e grossolano, vengono chiamati container. In realtà sono molto più moderni e se vogliamo anche molto più igienici di certe celle vecchie di alcune carceri fatiscenti. Questo sforzo enorme che stiamo facendo, anche finanziario, verrà anche accompagnato dalle altre riforme che abbiamo annunciato ieri ed altre che faremo ancora, sulla possibilità di detenzione differenziata dei tossicodipendenti. Questo si può fare con un impegno finanziario, pagando le comunità, ed anche qui le risorse ci sono, però prescinde dalla costruzione di nuove carceri affinché questi tossicodipendenti possano espiare la pena o essere custoditi in posti diversi dal carcere, che mantengono però le condizioni di sicurezza e di controlli.(...) La cultura della legalità non sta nella appartenenza a un ordine come quello del PM o del magistrato giudicante, ma sta nella testa del magistrato. Io sono stato un Pubblico Ministero per quarant'anni e non credo di avere mai avuto la cultura del superpoliziotto. L'indipendenza del magistrato non dipende da queste cose, dipende dal suo buonsenso, dalla sua umilità, dalla sua preparazione, dalla sua cultura, dalla sua etica. Questi sono solo degli slogan. Tanto è vero che in tutti i paesi democratici come America, Inghilterra, Spagna e in Francia sono separati dai giudici e nessuno si sogna di assimilarli a dei poliziotti. L'indipendenza di una persona non vale da questa formale appartenenza al PM o al giudicante. Ripeto, sono tutti slogan che non hanno nessun significato se non quello di ripetere in maniera quasi petulante questa prospettiva che tra l'altro, è contradittoria, perché qualcuno dice che il pericolo consiste nel fatto che il PM diventi troppo potente e quindi un superpoliziotto, mentre altri, sempre dell'opposizione, dicono che il PM diventi uno strumento in mano del potere esecutivo. Almeno si mettano d'accordo. (...) La magistratura mantiene intatte le sue prerogative di autonomia e d'indipendenza, è scritto a chiarissime lettere, che, lo stesso pubblico ministero, seppure adesso diviso dagli organismi giudicanti anche nei due consigli superiori, sarà completamente indipendente ed autonomo. Questo processo alle intenzioni di attribuire al Governo la volontà di sottoporre un domani - non si sa quando e come - il PM all'esecutivo minando nell'indipendenza, è davvero incredibile e non può nemmeno essere contestato! Come si fa a contestare una prospettiva futura ed incerta che è esattamente contraria a quella che è scritta nella legge? Capisco che l'opposizione si agiti a prescindere, capisco anche la magistratura perché la realtà della riforma più importante è quella del sorteggio del CSM in parte, e la creazione dell'Alta Corte di Giustizia che depotenzia il potere delle correnti. Ed effettivamente per i magistrati attivisti che hanno costruito o costruiscono la carriera degli altri sull'appartenenza correntizia questo significa realmente distruggere il giocattolo. Però allo stesso modo libererà tutti gli altri magistrati che non sono associati o non sono appunto vincolati da questa appartenenza. I due Consigli della Magistratura saranno formati in maggioranza da magistrati però questa volta sorteggiati tra magistrati che hanno già una certa esperienza. Quindi l'indipendenza della magistratura viene enfatizzata perché la magistratura fino adesso è stata molto spesso dipendente da sé stessa e dalle sue degenerazioni correntizie come hanno detto decine di magistrati, soprattutto nello scandalo Palamara. Sala? Sono cose che accadono da sempre perché c'è quanto meno un difetto di vigilanza nel mantenimento del segreto istruttorio e questa diffusione di notizie, che dovrebbero essere riservate ai magistrati, io non l'attribuisco come purtroppo hanno scritto in modo sbagliato alcuni giornali oggi, non dico che sia colpa loro, dico però che quanto meno c'è un difetto di vigilanza perché queste notizie dovrebbero restare segrete. Per quanto riguarda il sindaco Sala, di cui ho ripetuto fino alla noia che non è assolutamente il caso di parlare di dimissioni solo perché si è raggiunti da un'informazione di garanzia o si è iscritti nel registro degli indagati, lui ha perfettamente ragione. Capisco il suo disagio e anche la sua rabbia, però gli ricordo che appartiene a un partito che quando noi abbiamo proposto, anche due anni fa, di fare delle riforme proprio per limitare o per meglio vigilare su questa diffusione di notizie, le ha sempre considerate come un attentato alla libertà di stampa. Noi abbiamo fatto due anni fa una riforma che impedisce, o dovrebbe impedire, la diffusione di notizie riservate che riguardano terze persone estranee alle indagini. C'è stato un fuoco di sbarramento della magistratura e dello stesso partito cui appartiene il sindaco Sala, il quale, giustamente, adesso si lamenta di queste cose. Forse però avrebbe dovuto anche prima insistere con i suoi. Non è colpa del giornalista se le diffonde perché fa il suo dovere, ma solo che non gli dovrebbero arrivare."
Alla domanda su possibili interventi da fare riguardo alle intercettazioni, Nordio ha affermato a Radio 24: "Io non posso certo dire cosa può fare o vuole fare il ministro in questa occasione. Qui prima di tutto dovrebbe essere la deontologia e il senso etico di chi è in possesso di queste notizie riservate che dovrebbe impedire la delegittimazione di persone terze che non si possono nemmeno difendere. Si potrebbe intervenire, ma sono interventi così delicati che servirebbe un buon senso almeno generalizzato.” ha concluso Carlo Nordio, ministro della Giustizia a 24 Mattino su Radio 24.