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CORONAVIRUS - Carraro: "Colera a Napoli nel '74? Lì si capì subito che era una cosa drammatica ma circoscritta geograficamente"
29.03.2020 13:52 di Napoli Magazine

Il 1974 fu l’anno della grande paura: a Napoli scoppiò l’epidemia di colera. E il calcio si fermò, almeno in parte: il Genoa si rifiuta di giocare al San Paolo in Coppa Italia. Presidente della Lega Calcio, in quegli anni, era Franco Carraro, che ricorda a TMW quell’esperienza ma trova delle differenze decisive con la pandemia Coronavirus: “Quella fu un’esperienza scioccante, però c’è una grande differenza: lì si capì subito che era una cosa drammatica ma circoscritta geograficamente. Toccò la sensibilità delle persone attente a Napoli, ma in altre parti d’Italia probabilmente ci fu chi nemmeno se ne accorse. Del resto, di immagini tragiche nella storia del Paese ne abbiamo avute: il terremoto strazia, tocca l’immaginario collettivo e l’opinione pubblica. Ma fin qui si parlava di eventi circoscritti. In questo caso, soffre una zona particolare del Paese più delle altre, ma tutti temono che possa arrivare la stessa sofferenza. Soprattutto, la cosa che mi impressiona di più è che la scienza di tutto il mondo sia concentrata nello studiare le contromisure: finora, però, non ci sono prospettive concrete, ma solo una serie di ipotesi, e nessuno sembra vederne la fine”.

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CORONAVIRUS - Carraro: "Colera a Napoli nel '74? Lì si capì subito che era una cosa drammatica ma circoscritta geograficamente"

di Napoli Magazine

29/03/2024 - 13:52

Il 1974 fu l’anno della grande paura: a Napoli scoppiò l’epidemia di colera. E il calcio si fermò, almeno in parte: il Genoa si rifiuta di giocare al San Paolo in Coppa Italia. Presidente della Lega Calcio, in quegli anni, era Franco Carraro, che ricorda a TMW quell’esperienza ma trova delle differenze decisive con la pandemia Coronavirus: “Quella fu un’esperienza scioccante, però c’è una grande differenza: lì si capì subito che era una cosa drammatica ma circoscritta geograficamente. Toccò la sensibilità delle persone attente a Napoli, ma in altre parti d’Italia probabilmente ci fu chi nemmeno se ne accorse. Del resto, di immagini tragiche nella storia del Paese ne abbiamo avute: il terremoto strazia, tocca l’immaginario collettivo e l’opinione pubblica. Ma fin qui si parlava di eventi circoscritti. In questo caso, soffre una zona particolare del Paese più delle altre, ma tutti temono che possa arrivare la stessa sofferenza. Soprattutto, la cosa che mi impressiona di più è che la scienza di tutto il mondo sia concentrata nello studiare le contromisure: finora, però, non ci sono prospettive concrete, ma solo una serie di ipotesi, e nessuno sembra vederne la fine”.