Verificare se la procedura di compravendita di San Siro sia stata corretta. Se la strada scelta della "raccolta di manifestazioni di interesse", così come è stata costruita, abbia o meno rispettato i paletti della legge o se si sarebbe dovuto procedere con una gara internazionale.
Nel giorno in cui Inter e Milan firmano il rogito che sancisce l'acquisto dello stadio Meazza e dell'area circostante, versando 197 milioni di euro al Comune, la Procura di Milano compie un atto investigativo che consente di capire che l'indagine, nata da una presunta violazione del codice dei Beni Culturali, sta procedendo ora per turbativa d'asta. "Mi sembra astronomicamente lontano da una tempesta giudiziaria, è un venticello", ha commentato il presidente della società rossonera, Paolo Scaroni. Turbativa è l'ipotesi su cui stanno lavorando i pm Paolo Filippini e Giovanna Cavalleri, che con il collega Giovanni Polizzi, stamani hanno sentito per alcune ore il promoter musicale Claudio Trotta, tra i fondatori, con Luigi Corbani, del comitato Sì Meazza e tra i firmatari di uno dei tanti esposti arrivati agli inquirenti milanesi contro un'operazione che, si sospetta, possa aver favorito i privati, ossia i due club, scavalcando l'interesse pubblico. Un'operazione su cui da qualche tempo è stato acceso un faro considerato anche che i sequestri di carte e dei telefoni, effettuati lo scorso luglio nella maxi indagine sulla gestione dell'urbanistica in città, ha restituito agli inquirenti e agli investigatori del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf elementi in più, tra cui chat, a supporto della pioggia di denunce.
Trotta nella deposizione avrebbe ripercorso quanto accaduto in oltre cinque anni, fino ad arrivare alla più recente lettera aperta indirizzata al sindaco Giuseppe Sala: con altri imprenditori avrebbe voluto fare un'offerta, ma era stato impossibile per le tempistiche troppo strette previste dall'avviso per la raccolta di manifestazioni di interesse, pubblicato il 24 marzo scorso e chiuso il 30 aprile. "Costruito su misura? Questo lo dovete dire voi, chiunque può interpretarlo - ha detto prima di lasciare Palazzo di Giustizia -. Io non ho nessuna prova per dirlo, il problema dei bandi è che molto spesso vengono scritti ad hoc", ha aggiunto lasciando intendere quel che avrebbe spiegato ai pubblici ministeri. Ai quali, da sempre convinto che quella struttura possa essere polifunzionale, ha raccontato di quando nel 2019 intervenne con la proposta di un bando internazionale per la ristrutturazione e la futura gestione dello stadio dopo la fine della concessione, nel 2030, con cui, tra l'altro, a suo dire, erano state "messe in condizione di grande privilegio", le due squadre escludendo la possibilità di ospitare qualsiasi altro evento, se non il calcio. Quel progetto aveva tre punti principali: "abbandonare il terzo anello e fare una struttura portante e di quelle apribili" per usare lo stadio "365 giorni all'anno" in modo da migliorare "l'acustica sia per chi è dentro che per chi abita fuori". Installare "un prato retrattile" per consentire un giorno una partita di rugby, un altro giorno un concerto e così via. Il terzo punto era "il miglioramento dei servizi per il pubblico".
Nessuna necessità di "aumentare gli spazi corporate", ossia quelli per i club. E poi ha ricordato ancora il teste di quando aveva portato il general manager della Asm Global da Sala e dal dg di Palazzo Marino Christian Malangone. Gli avevamo "detto 'vogliamo un bando pubblico e noi parteciperemo per la ristrutturazione e la gestione futura con o senza le due squadre' e ciò significava che lo stadio poteva stare in piedi comunque con o senza il calcio". Oggi invece è andato in scena un copione ben diverso e lo stadio con l'area attorno è passato di mano grazie a una procedura che sarebbe stata ritagliata per consentire "un'operazione di speculazione immobiliare". E ha concluso Trotta: "Non vi pare strano che di fronte a cinque anni di trattative, ci siano stati solo 37 giorni di tempo per fare una proposta alternativa. Come fa un'impresa in 37 giorni a partecipare?".
di Napoli Magazine
05/11/2025 - 21:03
Verificare se la procedura di compravendita di San Siro sia stata corretta. Se la strada scelta della "raccolta di manifestazioni di interesse", così come è stata costruita, abbia o meno rispettato i paletti della legge o se si sarebbe dovuto procedere con una gara internazionale.
Nel giorno in cui Inter e Milan firmano il rogito che sancisce l'acquisto dello stadio Meazza e dell'area circostante, versando 197 milioni di euro al Comune, la Procura di Milano compie un atto investigativo che consente di capire che l'indagine, nata da una presunta violazione del codice dei Beni Culturali, sta procedendo ora per turbativa d'asta. "Mi sembra astronomicamente lontano da una tempesta giudiziaria, è un venticello", ha commentato il presidente della società rossonera, Paolo Scaroni. Turbativa è l'ipotesi su cui stanno lavorando i pm Paolo Filippini e Giovanna Cavalleri, che con il collega Giovanni Polizzi, stamani hanno sentito per alcune ore il promoter musicale Claudio Trotta, tra i fondatori, con Luigi Corbani, del comitato Sì Meazza e tra i firmatari di uno dei tanti esposti arrivati agli inquirenti milanesi contro un'operazione che, si sospetta, possa aver favorito i privati, ossia i due club, scavalcando l'interesse pubblico. Un'operazione su cui da qualche tempo è stato acceso un faro considerato anche che i sequestri di carte e dei telefoni, effettuati lo scorso luglio nella maxi indagine sulla gestione dell'urbanistica in città, ha restituito agli inquirenti e agli investigatori del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf elementi in più, tra cui chat, a supporto della pioggia di denunce.
Trotta nella deposizione avrebbe ripercorso quanto accaduto in oltre cinque anni, fino ad arrivare alla più recente lettera aperta indirizzata al sindaco Giuseppe Sala: con altri imprenditori avrebbe voluto fare un'offerta, ma era stato impossibile per le tempistiche troppo strette previste dall'avviso per la raccolta di manifestazioni di interesse, pubblicato il 24 marzo scorso e chiuso il 30 aprile. "Costruito su misura? Questo lo dovete dire voi, chiunque può interpretarlo - ha detto prima di lasciare Palazzo di Giustizia -. Io non ho nessuna prova per dirlo, il problema dei bandi è che molto spesso vengono scritti ad hoc", ha aggiunto lasciando intendere quel che avrebbe spiegato ai pubblici ministeri. Ai quali, da sempre convinto che quella struttura possa essere polifunzionale, ha raccontato di quando nel 2019 intervenne con la proposta di un bando internazionale per la ristrutturazione e la futura gestione dello stadio dopo la fine della concessione, nel 2030, con cui, tra l'altro, a suo dire, erano state "messe in condizione di grande privilegio", le due squadre escludendo la possibilità di ospitare qualsiasi altro evento, se non il calcio. Quel progetto aveva tre punti principali: "abbandonare il terzo anello e fare una struttura portante e di quelle apribili" per usare lo stadio "365 giorni all'anno" in modo da migliorare "l'acustica sia per chi è dentro che per chi abita fuori". Installare "un prato retrattile" per consentire un giorno una partita di rugby, un altro giorno un concerto e così via. Il terzo punto era "il miglioramento dei servizi per il pubblico".
Nessuna necessità di "aumentare gli spazi corporate", ossia quelli per i club. E poi ha ricordato ancora il teste di quando aveva portato il general manager della Asm Global da Sala e dal dg di Palazzo Marino Christian Malangone. Gli avevamo "detto 'vogliamo un bando pubblico e noi parteciperemo per la ristrutturazione e la gestione futura con o senza le due squadre' e ciò significava che lo stadio poteva stare in piedi comunque con o senza il calcio". Oggi invece è andato in scena un copione ben diverso e lo stadio con l'area attorno è passato di mano grazie a una procedura che sarebbe stata ritagliata per consentire "un'operazione di speculazione immobiliare". E ha concluso Trotta: "Non vi pare strano che di fronte a cinque anni di trattative, ci siano stati solo 37 giorni di tempo per fare una proposta alternativa. Come fa un'impresa in 37 giorni a partecipare?".