Calcio
AIA - Rocchi: "L'uniformità totale è impossibile, ma noi abbiamo dato tutto"
03.06.2025 16:45 di Napoli Magazine

Il campionato è finito da una settimana e in casa AIA è tempo di bilanci. Non autoproclamazioni perché "siamo perfezionisti e incontentabili", dice il presidente degli arbitri, Antonio Zappi. Ma intanto la stagione alle spalle è stata "una delle più difficili che ricordi", aggiunge il designatore Gianluca Rocchi. "Appassionante per chi l'ha vissuta da fuori, complicatissima per noi da dentro", prosegue. Scudetto, Europa e salvezza assegnate all'ultima giornata hanno alzato i toni e posto l'accento sull'uniformità di giudizio utilizzata dagli arbitri. "I nostri ragazzi non potevano fare di più, sono usciti spremuti - sottolinea Rocchi -. L'uniformità, poi, è impossibile a livello generale, noi dobbiamo essere coerenti, spiegando sempre gli episodi allo stesso modo". E questa per il designatore è stata una delle difficoltà maggiori, insieme alla gestione degli audio da far sentire a 'Open Var'. Uno strumento utile "perché ci ha spinto a lavorare sulla comunicazione", ma con un effetto boomerang in caso di errore arbitrale da evidenziare. "Perché io dovevo anche tutelare i ragazzi - spiega ancora - e per proteggere qualcuno dei miei ho preferito non far sentire subito un audio come quello di Inter-Roma". Dal prossimo anno, però, le cose potrebbero cambiare, Rocchi è pronto a mettere "tutto in piazza" a condizione però che in caso di errore non si chieda il fermo dell'arbitro la domenica successiva. "D'altronde un attaccante che sbaglia un rigore, poi la domenica dopo gioca", dice sempre Rocchi. Diverso il discorso se a esser sbagliato non è solo un episodio, ma l'interpretazione intera della gara. Come ogni anno, poi, viene ribadita anche la tolleranza zero verso proteste eccessive, simulazioni e le violenze sui direttori di gara. Quest'ultimo fenomeno vede la stagione 2024-25 chiudersi con 648 episodi per 371 giorni di prognosi, per questo l'auspicio di Zappi è che entro l'estate nel decreto sport ci sia l'inserimento di una normativa stringente per reprimere queste violenze. Un fenomeno figlio, secondo l'AIA, anche di quanto succede al vertice, dove le proteste si prendono sempre più spazio. E a tal proposito Rocchi è chiaro: "Il dialogo credo sia la miglior forma per trovare un rapporto, poi se quella non è la strada giusta allora chiederò ai miei ragazzi di essere più duri e severi perché certe scene in panchina non sono più tollerabili". Rocchi e Zappi hanno anche esposto gli obiettivi in vista della prossima stagione che prevederanno una riduzione dell'organico. La squadra degli arbitri sarà composta da 42 direttori di gara (-10 rispetto alla stagione 2021-22), 76 assistenti e (-10 rispetto alla stagione 2021-22) e 24 Vmo (+20 rispettivamente alla stagione 2021-22). Un modo per aumentare le turnazioni in particolare dei più giovani perché tra le difficoltà di gestione del designatore c'era quella proprio di dover mandare in panchina chi faceva bene a fronte di un organico troppo ampio. "Andrà rifondata una nuova generazione degli arbitri", la conclusione di Zappi perché gli zero italiani al mondiale per club (fatto salvo Di Bello come Var) "sono un segnale da non sottovalutare".

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AIA - Rocchi: "L'uniformità totale è impossibile, ma noi abbiamo dato tutto"

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03/06/2025 - 16:45

Il campionato è finito da una settimana e in casa AIA è tempo di bilanci. Non autoproclamazioni perché "siamo perfezionisti e incontentabili", dice il presidente degli arbitri, Antonio Zappi. Ma intanto la stagione alle spalle è stata "una delle più difficili che ricordi", aggiunge il designatore Gianluca Rocchi. "Appassionante per chi l'ha vissuta da fuori, complicatissima per noi da dentro", prosegue. Scudetto, Europa e salvezza assegnate all'ultima giornata hanno alzato i toni e posto l'accento sull'uniformità di giudizio utilizzata dagli arbitri. "I nostri ragazzi non potevano fare di più, sono usciti spremuti - sottolinea Rocchi -. L'uniformità, poi, è impossibile a livello generale, noi dobbiamo essere coerenti, spiegando sempre gli episodi allo stesso modo". E questa per il designatore è stata una delle difficoltà maggiori, insieme alla gestione degli audio da far sentire a 'Open Var'. Uno strumento utile "perché ci ha spinto a lavorare sulla comunicazione", ma con un effetto boomerang in caso di errore arbitrale da evidenziare. "Perché io dovevo anche tutelare i ragazzi - spiega ancora - e per proteggere qualcuno dei miei ho preferito non far sentire subito un audio come quello di Inter-Roma". Dal prossimo anno, però, le cose potrebbero cambiare, Rocchi è pronto a mettere "tutto in piazza" a condizione però che in caso di errore non si chieda il fermo dell'arbitro la domenica successiva. "D'altronde un attaccante che sbaglia un rigore, poi la domenica dopo gioca", dice sempre Rocchi. Diverso il discorso se a esser sbagliato non è solo un episodio, ma l'interpretazione intera della gara. Come ogni anno, poi, viene ribadita anche la tolleranza zero verso proteste eccessive, simulazioni e le violenze sui direttori di gara. Quest'ultimo fenomeno vede la stagione 2024-25 chiudersi con 648 episodi per 371 giorni di prognosi, per questo l'auspicio di Zappi è che entro l'estate nel decreto sport ci sia l'inserimento di una normativa stringente per reprimere queste violenze. Un fenomeno figlio, secondo l'AIA, anche di quanto succede al vertice, dove le proteste si prendono sempre più spazio. E a tal proposito Rocchi è chiaro: "Il dialogo credo sia la miglior forma per trovare un rapporto, poi se quella non è la strada giusta allora chiederò ai miei ragazzi di essere più duri e severi perché certe scene in panchina non sono più tollerabili". Rocchi e Zappi hanno anche esposto gli obiettivi in vista della prossima stagione che prevederanno una riduzione dell'organico. La squadra degli arbitri sarà composta da 42 direttori di gara (-10 rispetto alla stagione 2021-22), 76 assistenti e (-10 rispetto alla stagione 2021-22) e 24 Vmo (+20 rispettivamente alla stagione 2021-22). Un modo per aumentare le turnazioni in particolare dei più giovani perché tra le difficoltà di gestione del designatore c'era quella proprio di dover mandare in panchina chi faceva bene a fronte di un organico troppo ampio. "Andrà rifondata una nuova generazione degli arbitri", la conclusione di Zappi perché gli zero italiani al mondiale per club (fatto salvo Di Bello come Var) "sono un segnale da non sottovalutare".