Calcio
AIC - Calcagno: "L'apprendistato per i giovani sarà uno strumento in più per il nostro mondo"
08.11.2021 20:52 di Napoli Magazine

Umberto Calcagno, presidente dell'AIC, ha rilasciato alcune dichiarazioni a "Scanner", rubrica di Tuttomercatoweb Radio. Il tema è l'apprendistato per i giovani: "Sarà uno strumento in più per il nostro mondo. C'è un aspetto in più che dobbiamo rimarcare: l'apprendistato avrà un percorso anche al di fuori del mondo dello sport, obbligherà i nostri ragazzi che si approcciano a questo mondo a un accompagnamento al di fuori del mondo del calcio. Si creeranno occasioni in più grazie a un costo del lavoro più basso. Ci sarà un piano formativo individuale".

 

Si vuole contribuire all'introduzione nel mondo lavorativo?
"Far finire il il percorso di studi. Oggi le statistiche ci dicono che le nuove generazioni hanno mediamente una carriera nei professionisti di sette anni. Devono rendersi conto che c'è qualcos'altro al di fuori dello sport, che si presenta alla fine di una carriera".

 

Ricorda il sistema dei college americani
"CI stiamo lavorando da un decennio sui percorsi in carriera. Stiamo cercando di entrare negli spogliatoi con questa modalità. Oggi la carriera si è mediamente abbassata. Un calciatore che riesca a stare per quindici anni in lega pro oggi è difficile trovarlo. È un passo avanti per tutti".

 

Gravina ha parlato di un atto rivoluzionario
"È qualcosa di molto importante perché diventano professionisti a tutti gli effetti, con l'accordo collettivo come tutti gli altri, e avranno questo percorso parallelo, che è anche u percorso di consapevolezza, per sentirsi calciatori molto presto. È rivoluzionario sotto questo punto di vista".

 

Si sta discutendo del decreto crescita. Qual è la posizione dell'AIC a riguardo?
"Crediamo non sia molto adatto al nostro sistema. Le carriere sono molto più brevi. Un riequilibrio di questa norma sarebbe un passo importante per il nostro mondo. Non scordiamoci che questa norma può essere applicata solo se si rimane per due anni in Italia".

 

Quale può essere il beneficio dell'apprendistato in termini economici?
"Si paga il 10% di contribuzione e non il 30, e i redditi più bassi ne gioveranno. È un modo che, approcciandosi all'apprendistato, spero apra molto di più alla formazione".

 

Pensa si sia alla fine del decreto crescita? Che tipo di provvedimenti crede possano essere attuati per compensarne un'eventuale cancellazione?
"Stiamo chiedendo da tempo provvedimenti per il nostro mondo e sono convinto che il governo riuscirà a capire che il nostro sistema ha bisogno di finanza. Non è un discorso italiani-stranieri, ma tra chi già lavora in Italia e chi proviene dall'estero".

 

Nelle idee di riformulazione dei calendari sembra si vada comunque verso un format a scapito dei calciatori
"Ci sono due aspetti fondamentali: dobbiamo preservare i grandi calciatori perché più di un certo numero di partite in un anno non è possibile fargliele disputare; bisogna inoltre preservare l'aspetto sportivo delle competizioni. Maggiori introiti si creano solo con certe competizioni e certe partite, ma dobbiamo fare in modo che l'accesso a quelle competizioni avvenga solo per merito sportivo".

ULTIMISSIME CALCIO
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
AIC - Calcagno: "L'apprendistato per i giovani sarà uno strumento in più per il nostro mondo"

di Napoli Magazine

08/11/2024 - 20:52

Umberto Calcagno, presidente dell'AIC, ha rilasciato alcune dichiarazioni a "Scanner", rubrica di Tuttomercatoweb Radio. Il tema è l'apprendistato per i giovani: "Sarà uno strumento in più per il nostro mondo. C'è un aspetto in più che dobbiamo rimarcare: l'apprendistato avrà un percorso anche al di fuori del mondo dello sport, obbligherà i nostri ragazzi che si approcciano a questo mondo a un accompagnamento al di fuori del mondo del calcio. Si creeranno occasioni in più grazie a un costo del lavoro più basso. Ci sarà un piano formativo individuale".

 

Si vuole contribuire all'introduzione nel mondo lavorativo?
"Far finire il il percorso di studi. Oggi le statistiche ci dicono che le nuove generazioni hanno mediamente una carriera nei professionisti di sette anni. Devono rendersi conto che c'è qualcos'altro al di fuori dello sport, che si presenta alla fine di una carriera".

 

Ricorda il sistema dei college americani
"CI stiamo lavorando da un decennio sui percorsi in carriera. Stiamo cercando di entrare negli spogliatoi con questa modalità. Oggi la carriera si è mediamente abbassata. Un calciatore che riesca a stare per quindici anni in lega pro oggi è difficile trovarlo. È un passo avanti per tutti".

 

Gravina ha parlato di un atto rivoluzionario
"È qualcosa di molto importante perché diventano professionisti a tutti gli effetti, con l'accordo collettivo come tutti gli altri, e avranno questo percorso parallelo, che è anche u percorso di consapevolezza, per sentirsi calciatori molto presto. È rivoluzionario sotto questo punto di vista".

 

Si sta discutendo del decreto crescita. Qual è la posizione dell'AIC a riguardo?
"Crediamo non sia molto adatto al nostro sistema. Le carriere sono molto più brevi. Un riequilibrio di questa norma sarebbe un passo importante per il nostro mondo. Non scordiamoci che questa norma può essere applicata solo se si rimane per due anni in Italia".

 

Quale può essere il beneficio dell'apprendistato in termini economici?
"Si paga il 10% di contribuzione e non il 30, e i redditi più bassi ne gioveranno. È un modo che, approcciandosi all'apprendistato, spero apra molto di più alla formazione".

 

Pensa si sia alla fine del decreto crescita? Che tipo di provvedimenti crede possano essere attuati per compensarne un'eventuale cancellazione?
"Stiamo chiedendo da tempo provvedimenti per il nostro mondo e sono convinto che il governo riuscirà a capire che il nostro sistema ha bisogno di finanza. Non è un discorso italiani-stranieri, ma tra chi già lavora in Italia e chi proviene dall'estero".

 

Nelle idee di riformulazione dei calendari sembra si vada comunque verso un format a scapito dei calciatori
"Ci sono due aspetti fondamentali: dobbiamo preservare i grandi calciatori perché più di un certo numero di partite in un anno non è possibile fargliele disputare; bisogna inoltre preservare l'aspetto sportivo delle competizioni. Maggiori introiti si creano solo con certe competizioni e certe partite, ma dobbiamo fare in modo che l'accesso a quelle competizioni avvenga solo per merito sportivo".