Calcio
AIC - Tommasi: "Il problema pandemia non è risolto, quindi credo sia normale evidenziare le criticità che vanno affrontate e risolte"
28.05.2020 18:35 di Napoli Magazine

Il presidente dell'AIC Damiano Tommasi è intervenuto in diretta Facebook sulla pagina de ll Mattino: "Viviamo in un Paese dove il problema pandemia non è risolto, quindi credo sia normale evidenziare le criticità che vanno affrontate e risolte. Una delle criticità maggiori che speriamo di risolvere è la partita alle 16,30 che in Italia a giugno e luglio non è pensabile, inoltre oggi abbiamo atleti che dovranno fare partite ravvicinate e intense dopo un lungo periodo di inattività e quindi li dobbiamo mettere nelle condizioni migliori, anche dal punto di vista climatico. I calciatori non sono dei robot e quindi è chiaro che ci siano delle preoccupazioni, che riguardano anche il fatto che se riparte il campionato si dovrà giocare ogni tre giorni. Quando si afferma che 'dobbiamo ripartire', chi decide non è chi va in campo. Non significa che i calciatori non vogliano giocare, lo vogliono fare in una situazione normale di sicurezza. Se si dice che in panchina bisogna andare distanziati e poi in campo i calciatori si possono marcare su un calcio d'angolo ma non abbracciare dopo un gol, non è una condizione di normalità".

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AIC - Tommasi: "Il problema pandemia non è risolto, quindi credo sia normale evidenziare le criticità che vanno affrontate e risolte"

di Napoli Magazine

28/05/2024 - 18:35

Il presidente dell'AIC Damiano Tommasi è intervenuto in diretta Facebook sulla pagina de ll Mattino: "Viviamo in un Paese dove il problema pandemia non è risolto, quindi credo sia normale evidenziare le criticità che vanno affrontate e risolte. Una delle criticità maggiori che speriamo di risolvere è la partita alle 16,30 che in Italia a giugno e luglio non è pensabile, inoltre oggi abbiamo atleti che dovranno fare partite ravvicinate e intense dopo un lungo periodo di inattività e quindi li dobbiamo mettere nelle condizioni migliori, anche dal punto di vista climatico. I calciatori non sono dei robot e quindi è chiaro che ci siano delle preoccupazioni, che riguardano anche il fatto che se riparte il campionato si dovrà giocare ogni tre giorni. Quando si afferma che 'dobbiamo ripartire', chi decide non è chi va in campo. Non significa che i calciatori non vogliano giocare, lo vogliono fare in una situazione normale di sicurezza. Se si dice che in panchina bisogna andare distanziati e poi in campo i calciatori si possono marcare su un calcio d'angolo ma non abbracciare dopo un gol, non è una condizione di normalità".