Nella giornata di giovedì 29 maggio il Brescia è atteso davanti al Tribunale nazionale federale per l’udienza di primo grado. Dopo il rinvio dei playout di Serie B e in attesa di notizie, il Massimo Cellino ha così parlato a La Gazzetta dello Sport: “Sto male. Mi hanno ammazzato, morirò infangato, viturperato, stuprato. E perché? Perché sono stato truffato“.
“Io, la Covisoc e l’Agenzia delle Entrate. Siamo tutti vittime, avrei preferito morire sotto una macchina che subire una cosa del genere”.
Il presidente del Brescia ha le idee chiare sull’udienza: “Se la Figc fissa la data del playout prima che un tribunale si esprima, ma solo dopo le due sentenze dei giudici federali, temo che la sentenza sia già scritta“.
Cellino ha dichiarato: “Sento di non avere la possibilità di dimostrare che ho ragione. Abbiamo tutto per provarlo, compresa la comunicazione con la Covisoc che approva l’operazione dopo averci chiesto una serie di documenti. Se la sentenza fosse al Tar avrei dormito tutte le notti, ma sono spaventato da quest’atteggiamento del presidente federale“.
Per poi proseguire: “Questa è ingiustizia sportiva, una truffa. Il Brescia sta subendo da vittima un processo ingiusto. È un calcio sporco che con questa vicenda ha perso la poca credibilità che aveva”.
Il patron del club ha poi detto: “Brescia è una città distrutta, ci eravamo salvati dopo un anno devastante. Si dice sia stato fatto ciò per dare una possibilità di salvezza alla Sampdoria, che temo sia già comunque fallita. Non ho prove, ma viene da crederci perché non vedo altre ragioni”.
In caso di ragione, il presidente del Brescia non spera in un campionato a 21 o 22 squadre: “È giusto che resti a 20. Se mi dicessero «non facciamo il processo e portiamo la Serie B a 22 squadre» rifiuterei. Non faccio i comodi miei sui principi in cui credo. Come si riparte? A quasi 70 anni vorrei fare un passo indietro, questo mondo non mi piace più. Avevo persone interessate all’acquisizione del Brescia, questa situazione ci ha bloccati”.
di Napoli Magazine
29/05/2025 - 12:24
Nella giornata di giovedì 29 maggio il Brescia è atteso davanti al Tribunale nazionale federale per l’udienza di primo grado. Dopo il rinvio dei playout di Serie B e in attesa di notizie, il Massimo Cellino ha così parlato a La Gazzetta dello Sport: “Sto male. Mi hanno ammazzato, morirò infangato, viturperato, stuprato. E perché? Perché sono stato truffato“.
“Io, la Covisoc e l’Agenzia delle Entrate. Siamo tutti vittime, avrei preferito morire sotto una macchina che subire una cosa del genere”.
Il presidente del Brescia ha le idee chiare sull’udienza: “Se la Figc fissa la data del playout prima che un tribunale si esprima, ma solo dopo le due sentenze dei giudici federali, temo che la sentenza sia già scritta“.
Cellino ha dichiarato: “Sento di non avere la possibilità di dimostrare che ho ragione. Abbiamo tutto per provarlo, compresa la comunicazione con la Covisoc che approva l’operazione dopo averci chiesto una serie di documenti. Se la sentenza fosse al Tar avrei dormito tutte le notti, ma sono spaventato da quest’atteggiamento del presidente federale“.
Per poi proseguire: “Questa è ingiustizia sportiva, una truffa. Il Brescia sta subendo da vittima un processo ingiusto. È un calcio sporco che con questa vicenda ha perso la poca credibilità che aveva”.
Il patron del club ha poi detto: “Brescia è una città distrutta, ci eravamo salvati dopo un anno devastante. Si dice sia stato fatto ciò per dare una possibilità di salvezza alla Sampdoria, che temo sia già comunque fallita. Non ho prove, ma viene da crederci perché non vedo altre ragioni”.
In caso di ragione, il presidente del Brescia non spera in un campionato a 21 o 22 squadre: “È giusto che resti a 20. Se mi dicessero «non facciamo il processo e portiamo la Serie B a 22 squadre» rifiuterei. Non faccio i comodi miei sui principi in cui credo. Come si riparte? A quasi 70 anni vorrei fare un passo indietro, questo mondo non mi piace più. Avevo persone interessate all’acquisizione del Brescia, questa situazione ci ha bloccati”.