Calcio
C21 - Chiariello: "Italia, perdere con la Macedonia è la pagina più triste della storia azzurra"
27.03.2022 23:01 di Napoli Magazine

Umberto Chiariello, giornalista, ha commentato l'uscita dell'Italia dai Mondiali a "Campania Sport" su Canale 21 nel suo editoriale: "E’ finito il sogno mondiale nella maniera più inopinata possibile. Si aspettava l’eliminazione dell’Italia, ma perdere contro la Macedonia del Nord era una cosa che nessuno poteva immaginare. E’ stata scritta la pagina più triste del calcio italiano, almeno contro la Corea del Nord eravamo già ai gironi del Mondiale. Molto peggio del ’58, quando non ci siamo andati al Mondiale, perché lì non c’era una grande Italia campione d’Europa in carica. Molto peggio della Svezia di Ventura, perché è una squadra con peso internazionale diverso e dopo ha fatto anche un bel Mondiale in Russia. Questa è una sconfitta epocale, che pretende le dimissioni del proprio tecnico come minimo, che credo arriveranno dopo la Turchia, ma già sono le spinte per far continuare a Mancini il suo lavoro. Sono arrivate tante analisi, però a me dà fastidio lo sminuire ora la vittoria degli Europei, questa squadra non ha vinto per caso come l’Italia del ’82. Quella Nazionale dopo la meravigliosa spedizione in Argentina per 4 anni non fece proprio niente, Fascetti gridò: ‘Mi vergogno di essere rappresentato da Bearzot’, la squadra partì tra i fischi e qualcuno disse che era meglio tornare a casa piuttosto che fare brutte figure. Quella Nazionale esplose dopo le prime tre partite e tutti noi ricordiamo gli eroi dell’82 che era una squadra di alto livello. L’Italia di Mancini ha battuto tutti i record d’imbattibilità delle nazionali della storia, non avrà affrontato grandi nazionali ma ha creato i presupposti per la vittoria degli Europei. L’Italia in Inghilterra ha vinto contro tutto e tutti, avendo un po’ di fortuna, ma andando a vincere in casa dei padroni di casa favoritissimi. Quella che ha vinto in Inghilterra è una nazionale vera, è stato un successo storico, ora perché dobbiamo dire che è stato un fuoco di paglia. Anzi quella vittoria è talmente straordinaria perché non rientra in quello che il calcio italiano di oggi. Questa sconfitta invece è molto più congrua a quello che propone oggi il calcio italiano. Un calcio che da dodici anni non vede una vittoria in Champions e che non ha mai vinto un Europa League, prendiamo botte a orbi appena usciamo dal giardino di casa. Perdiamo i migliori giocatori anno per anno, quest’anno sono andati via Ronaldo, Lukaku, Hakimi, e li abbiamo sostituiti con Giroud, la terza riserva del Chelsea in attacco. Le Primavere delle Serie A giocano col 30% di italiani, e trovare nella squadra di A due o tre italiani è il massimo. Avevamo i blocchi, come quello della Juve, l’Inter di Mazzola o il Cagliari di Riva, mentre oggi abbiamo la Nazionale mosaico. Quando la palla pesa 10kg ora ci affidiamo a quelli del Sassuolo e del Cagliari e non a giocatori abituati a lottare per lo scudetto, è ovvio che si rischiano delle brutte figure. Non dite però che Mancini ha perso per riconoscenza verso i suoi eroi di Wembley, perché è una falsità storica. La verità è che in Nazionale abbiamo avuto varie tipologie di allenatori. I presuntuosi, dove ovviamente il numero è stato Sacchi. Fa un Mondiale dove perde in finale ai rigori, poi agli Europei dove è favoritissimo decide di fare il turnover scientifico ed esce con la Rep Ceca, dopo che Zola sbaglia il rigore con la Germania. Poi ci sono i pavidi, quelli che si sono fatti imporre la formazione dalla squadra, di questi fanno parte Vicini e Ventura. Il primo che dopo l’esplosione di Baggio fa rigiocare Vialli perché viene imposto dallo spogliatoio e l’Italia va fuori con l’Argentina. Ventura, commissariato dai ‘bastard boys’ juventini, che fa una formazione completamente sbagliata. Poi ci sono i riconoscenti, quelli che hanno vinto, Bearzot e Lippi, loro sì che hanno veramente sbagliato perché non hanno innovato la squadra che ha vinto. Portarsi Tardelli e Rossi a Messico ’86, che erano ormai ectoplasmi, è stato un errore gravissimo quando c’erano i Donadoni, i Vialli. Non innovò come Lippi, che disse: ‘Vi faremo vedere noi’ e perse con la Slovacchia di Hamsik, un paesino paragonabile alla Macedonia di oggi. Il calcio di oggi assomiglia a quello degli anni ’50 e 60’ dopo il disastro del Grande Torino, andammo ai Mondiali con la nave per paura dell’areo, rimanemmo senza palloni, prendemmo le botte e tornammo a casa di corsa. Poi nel ’66 ci fu il punto di non ritorno con la Corea, quando intervenne Artemio Franchi e chiuse le frontiere e il calcio creò una generazione eccezionale con Mazzola e Rivera. Invece oggi viviamo: 2010 fuori con la Slovacchia, 2014 il punto di non ritorno col gol di Godin, 2018 e 2022 non ci qualifichiamo, quattro Mondiali che segnano una generazione inesistente. Sono passati 20 anni dall’ultimo fuoriclasse italiano, Francesco Totti, non abbiamo ancora prodotto un campione. Se diciamo che Zaniolo è la meglio gioventù, uno che fa due gol a stagione e sta più sui gossip che in campo, siamo messi veramente male. Perché Mancini ha perso? Perché è andato lungo, come è successo ad altri. Nel 2010 il Brasile era strafavorito, era la squadra più forte, arrivò lungo e si sciolse. Nel ’74 l’Italia di Valcareggi era super favorita, con Rivera e Mazzola insieme a Riva e con l’astro nascente Chinaglia, quella squadra arrivò svuotata e uscì fuori. Mancini aveva pensato che quello era il gruppo da portare ai Mondiali, doveva solo arrivarci per poi giocarsela. L’ha rovinato Jorginho, il caso, poi la paura e la mancanza di internazionalità dei nostri ragazzi e infine per gli errori. Il calcio italiano è fuori perché strutturalmente è diventata l’'Itaglietta'”.

 

 

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C21 - Chiariello: "Italia, perdere con la Macedonia è la pagina più triste della storia azzurra"

di Napoli Magazine

27/03/2024 - 23:01

Umberto Chiariello, giornalista, ha commentato l'uscita dell'Italia dai Mondiali a "Campania Sport" su Canale 21 nel suo editoriale: "E’ finito il sogno mondiale nella maniera più inopinata possibile. Si aspettava l’eliminazione dell’Italia, ma perdere contro la Macedonia del Nord era una cosa che nessuno poteva immaginare. E’ stata scritta la pagina più triste del calcio italiano, almeno contro la Corea del Nord eravamo già ai gironi del Mondiale. Molto peggio del ’58, quando non ci siamo andati al Mondiale, perché lì non c’era una grande Italia campione d’Europa in carica. Molto peggio della Svezia di Ventura, perché è una squadra con peso internazionale diverso e dopo ha fatto anche un bel Mondiale in Russia. Questa è una sconfitta epocale, che pretende le dimissioni del proprio tecnico come minimo, che credo arriveranno dopo la Turchia, ma già sono le spinte per far continuare a Mancini il suo lavoro. Sono arrivate tante analisi, però a me dà fastidio lo sminuire ora la vittoria degli Europei, questa squadra non ha vinto per caso come l’Italia del ’82. Quella Nazionale dopo la meravigliosa spedizione in Argentina per 4 anni non fece proprio niente, Fascetti gridò: ‘Mi vergogno di essere rappresentato da Bearzot’, la squadra partì tra i fischi e qualcuno disse che era meglio tornare a casa piuttosto che fare brutte figure. Quella Nazionale esplose dopo le prime tre partite e tutti noi ricordiamo gli eroi dell’82 che era una squadra di alto livello. L’Italia di Mancini ha battuto tutti i record d’imbattibilità delle nazionali della storia, non avrà affrontato grandi nazionali ma ha creato i presupposti per la vittoria degli Europei. L’Italia in Inghilterra ha vinto contro tutto e tutti, avendo un po’ di fortuna, ma andando a vincere in casa dei padroni di casa favoritissimi. Quella che ha vinto in Inghilterra è una nazionale vera, è stato un successo storico, ora perché dobbiamo dire che è stato un fuoco di paglia. Anzi quella vittoria è talmente straordinaria perché non rientra in quello che il calcio italiano di oggi. Questa sconfitta invece è molto più congrua a quello che propone oggi il calcio italiano. Un calcio che da dodici anni non vede una vittoria in Champions e che non ha mai vinto un Europa League, prendiamo botte a orbi appena usciamo dal giardino di casa. Perdiamo i migliori giocatori anno per anno, quest’anno sono andati via Ronaldo, Lukaku, Hakimi, e li abbiamo sostituiti con Giroud, la terza riserva del Chelsea in attacco. Le Primavere delle Serie A giocano col 30% di italiani, e trovare nella squadra di A due o tre italiani è il massimo. Avevamo i blocchi, come quello della Juve, l’Inter di Mazzola o il Cagliari di Riva, mentre oggi abbiamo la Nazionale mosaico. Quando la palla pesa 10kg ora ci affidiamo a quelli del Sassuolo e del Cagliari e non a giocatori abituati a lottare per lo scudetto, è ovvio che si rischiano delle brutte figure. Non dite però che Mancini ha perso per riconoscenza verso i suoi eroi di Wembley, perché è una falsità storica. La verità è che in Nazionale abbiamo avuto varie tipologie di allenatori. I presuntuosi, dove ovviamente il numero è stato Sacchi. Fa un Mondiale dove perde in finale ai rigori, poi agli Europei dove è favoritissimo decide di fare il turnover scientifico ed esce con la Rep Ceca, dopo che Zola sbaglia il rigore con la Germania. Poi ci sono i pavidi, quelli che si sono fatti imporre la formazione dalla squadra, di questi fanno parte Vicini e Ventura. Il primo che dopo l’esplosione di Baggio fa rigiocare Vialli perché viene imposto dallo spogliatoio e l’Italia va fuori con l’Argentina. Ventura, commissariato dai ‘bastard boys’ juventini, che fa una formazione completamente sbagliata. Poi ci sono i riconoscenti, quelli che hanno vinto, Bearzot e Lippi, loro sì che hanno veramente sbagliato perché non hanno innovato la squadra che ha vinto. Portarsi Tardelli e Rossi a Messico ’86, che erano ormai ectoplasmi, è stato un errore gravissimo quando c’erano i Donadoni, i Vialli. Non innovò come Lippi, che disse: ‘Vi faremo vedere noi’ e perse con la Slovacchia di Hamsik, un paesino paragonabile alla Macedonia di oggi. Il calcio di oggi assomiglia a quello degli anni ’50 e 60’ dopo il disastro del Grande Torino, andammo ai Mondiali con la nave per paura dell’areo, rimanemmo senza palloni, prendemmo le botte e tornammo a casa di corsa. Poi nel ’66 ci fu il punto di non ritorno con la Corea, quando intervenne Artemio Franchi e chiuse le frontiere e il calcio creò una generazione eccezionale con Mazzola e Rivera. Invece oggi viviamo: 2010 fuori con la Slovacchia, 2014 il punto di non ritorno col gol di Godin, 2018 e 2022 non ci qualifichiamo, quattro Mondiali che segnano una generazione inesistente. Sono passati 20 anni dall’ultimo fuoriclasse italiano, Francesco Totti, non abbiamo ancora prodotto un campione. Se diciamo che Zaniolo è la meglio gioventù, uno che fa due gol a stagione e sta più sui gossip che in campo, siamo messi veramente male. Perché Mancini ha perso? Perché è andato lungo, come è successo ad altri. Nel 2010 il Brasile era strafavorito, era la squadra più forte, arrivò lungo e si sciolse. Nel ’74 l’Italia di Valcareggi era super favorita, con Rivera e Mazzola insieme a Riva e con l’astro nascente Chinaglia, quella squadra arrivò svuotata e uscì fuori. Mancini aveva pensato che quello era il gruppo da portare ai Mondiali, doveva solo arrivarci per poi giocarsela. L’ha rovinato Jorginho, il caso, poi la paura e la mancanza di internazionalità dei nostri ragazzi e infine per gli errori. Il calcio italiano è fuori perché strutturalmente è diventata l’'Itaglietta'”.