Calcio
CAGLIARI - Pavoletti: "Il mio sogno ora? Giocare almeno un minuto in una delle ultime partite"
09.07.2020 18:52 di Napoli Magazine

L'attaccante del Cagliari, Leonardo Pavoletti è intervenuto alla trasmissione di Radiolina 'Il Cagliari in diretta'. Ecco quanto ha affermato: "Il mio sogno ora? Giocare almeno un minuto in una delle ultime partite. Mi piacerebbe ritrovare presto i tifosi allo stadio. Ero alla Sardegna Arena per Cagliari-Atalanta, mi ha fatto pensare a quei tornei estivi che giochi da ragazzino, quando allo stadio ci sono soltanto i genitori dei ragazzi. Non pareva nemmeno una partita di Serie A. Poi siamo professionisti, le motivazioni si trovano, devi concentrarti, cercare di fare gol e vincere la partita; ma la presenza del pubblico crea l'atmosfera giusta, senza tifosi non è la stessa cosa. La mia riabilitazione prevede anche il lavoro in acqua. Col preparatore Francesco Fois abbiamo allora pensato di fare due sedute settimanali al Poetto. I miei compagni all'inizio mi prendevano in giro, ma in realtà erano gelosi, anche a loro sarebbe piaciuto stare con me! La gente al Poetto è stata molto rispettosa: si avvicinava per chiedere una foto o un autografo solo dopo che avevo terminato il lavoro".

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CAGLIARI - Pavoletti: "Il mio sogno ora? Giocare almeno un minuto in una delle ultime partite"

di Napoli Magazine

09/07/2024 - 18:52

L'attaccante del Cagliari, Leonardo Pavoletti è intervenuto alla trasmissione di Radiolina 'Il Cagliari in diretta'. Ecco quanto ha affermato: "Il mio sogno ora? Giocare almeno un minuto in una delle ultime partite. Mi piacerebbe ritrovare presto i tifosi allo stadio. Ero alla Sardegna Arena per Cagliari-Atalanta, mi ha fatto pensare a quei tornei estivi che giochi da ragazzino, quando allo stadio ci sono soltanto i genitori dei ragazzi. Non pareva nemmeno una partita di Serie A. Poi siamo professionisti, le motivazioni si trovano, devi concentrarti, cercare di fare gol e vincere la partita; ma la presenza del pubblico crea l'atmosfera giusta, senza tifosi non è la stessa cosa. La mia riabilitazione prevede anche il lavoro in acqua. Col preparatore Francesco Fois abbiamo allora pensato di fare due sedute settimanali al Poetto. I miei compagni all'inizio mi prendevano in giro, ma in realtà erano gelosi, anche a loro sarebbe piaciuto stare con me! La gente al Poetto è stata molto rispettosa: si avvicinava per chiedere una foto o un autografo solo dopo che avevo terminato il lavoro".