Non è la prima volta che nella sua carriera italiana si ritrova al primo posto della classifica del campionato di serie A: gli era capitato nel 2008 con il Napoli di Reja, ma erano altri tempi e un’altra squadra. Un’altra dimensione, perché con tutto il rispetto per il valore, l’ardore e lo spessore dei protagonisti, il Chievo non ha certo il tasso tecnico degli azzurri. Fatto sta che oggi, anzi da domenica per la precisione, Mariano Bogliacino è primo in classifica con il Chievo Verona: «Siamo a meno sei punti dalla salvezza...». Passa la teoria del ds Sartori. Uno che di calcio s’intende davvero. E allora, ecco il Boglia. Uruguaiano dal carattere poco sudamericano, poco estroso e farfallone per intenderci, ma con il mate sempre tra le mani: il simbolo dell’amicizia sottoforma di infuso da sorseggiare insieme con i colleghi dopo l’allenamento. È una delle ultime immagini napoletane di Bogliacino, catturate a Folgaria anche poco prima di lasciare il ritiro della squadra di Mazzarri per raggiungere quella di Pioli. L’ennesimo miracolo, dice la classifica, ma ormai il Chievo è una realtà: miracolo gestionale, quello sì; intuizioni, è palese. E poi la serenità di una piazza decisamente meno esigente: «Sono determinato a ricambiare la fiducia della società, sono venuto qui per giocare, ho grande entusiasmo», ha sottolineato Mariano il capolista. Più portafortuna, però, in questa fase: 37 minuti collezionati nella due partite di campionato che i veronesi hanno vinto dominando. Una mezzoretta all’esordio al Bentegodi con il Catania e poi poco più di sei minuti domenica a Marassi con il Genoa. Punto e basta: «Il nostro è davvero uno splendido gruppo, ma è ovvio che non mi fa piacere partire dalla panchina. Non fa piacere a nessuno. Comunque, va bene così: è Pioli a decidere, io devo soltanto convincerlo a puntare su di me». Concetti espressi già dopo la prima con il Catania, ma il temperamento è quello di sempre: mite, sebbene orgoglioso. Bogliacino ha lasciato il Napoli in pieno ritiro, nonostante la stima di Mazzarri: «Resterò per sempre tifoso del Napoli, ma ho deciso di provare una nuova esperienza per trovare maggiore continuità». Per ora non è arrivata, ma il campionato è appena cominciato. «Per il verso giusto, per fortuna: la vittoria con il Catania è stata fondamentale perché ottenuta contro una diretta concorrente per la salvezza, mentre quella con il Genoa è bella e prestigiosa». Diplomazia, d’accordo, ma i segreti del Chievo? «Siamo uno splendido gruppo». Tutto qua, poche parole. Magari le conserva in vista della sfida con il passato: Napoli-Chievo, 22 settembre, stadio San Paolo. Il suo stadio.
di Napoli Magazine
06/04/2012 - 04:47
Non è la prima volta che nella sua carriera italiana si ritrova al primo posto della classifica del campionato di serie A: gli era capitato nel 2008 con il Napoli di Reja, ma erano altri tempi e un’altra squadra. Un’altra dimensione, perché con tutto il rispetto per il valore, l’ardore e lo spessore dei protagonisti, il Chievo non ha certo il tasso tecnico degli azzurri. Fatto sta che oggi, anzi da domenica per la precisione, Mariano Bogliacino è primo in classifica con il Chievo Verona: «Siamo a meno sei punti dalla salvezza...». Passa la teoria del ds Sartori. Uno che di calcio s’intende davvero. E allora, ecco il Boglia. Uruguaiano dal carattere poco sudamericano, poco estroso e farfallone per intenderci, ma con il mate sempre tra le mani: il simbolo dell’amicizia sottoforma di infuso da sorseggiare insieme con i colleghi dopo l’allenamento. È una delle ultime immagini napoletane di Bogliacino, catturate a Folgaria anche poco prima di lasciare il ritiro della squadra di Mazzarri per raggiungere quella di Pioli. L’ennesimo miracolo, dice la classifica, ma ormai il Chievo è una realtà: miracolo gestionale, quello sì; intuizioni, è palese. E poi la serenità di una piazza decisamente meno esigente: «Sono determinato a ricambiare la fiducia della società, sono venuto qui per giocare, ho grande entusiasmo», ha sottolineato Mariano il capolista. Più portafortuna, però, in questa fase: 37 minuti collezionati nella due partite di campionato che i veronesi hanno vinto dominando. Una mezzoretta all’esordio al Bentegodi con il Catania e poi poco più di sei minuti domenica a Marassi con il Genoa. Punto e basta: «Il nostro è davvero uno splendido gruppo, ma è ovvio che non mi fa piacere partire dalla panchina. Non fa piacere a nessuno. Comunque, va bene così: è Pioli a decidere, io devo soltanto convincerlo a puntare su di me». Concetti espressi già dopo la prima con il Catania, ma il temperamento è quello di sempre: mite, sebbene orgoglioso. Bogliacino ha lasciato il Napoli in pieno ritiro, nonostante la stima di Mazzarri: «Resterò per sempre tifoso del Napoli, ma ho deciso di provare una nuova esperienza per trovare maggiore continuità». Per ora non è arrivata, ma il campionato è appena cominciato. «Per il verso giusto, per fortuna: la vittoria con il Catania è stata fondamentale perché ottenuta contro una diretta concorrente per la salvezza, mentre quella con il Genoa è bella e prestigiosa». Diplomazia, d’accordo, ma i segreti del Chievo? «Siamo uno splendido gruppo». Tutto qua, poche parole. Magari le conserva in vista della sfida con il passato: Napoli-Chievo, 22 settembre, stadio San Paolo. Il suo stadio.