Calcio
Calcio, Carpi, Castori: "Retrocessione immeritata"
24.05.2016 22:56 di Napoli Magazine

Fabrizio Castori, allenatore del Carpi, ha parlato ai microfoni di Italiacalcio.itdurante l'evento Football Leader.

 

Quanto è deluso di quest'annata, indipendentemente da come è finita, e che voto da al suo Carpi? 

"Sono orgoglioso perché abbiamo fatto un campionato di grande dignità e la squadra è cresciuta moltissimo. Da gennaio in poi si son fatti 28 punti, il che è una cosa assolutamente eccezionale. Altre volte sarebbero bastati, stavolta no, però abbiamo la convinzione di aver dato tutto e siamo usciti con dignità da questo campionato. Abbiamo giocato tutte le partite con il massimo impegno. Il Carpi si è appunto distinto per la sua onestà. Questo è un onore. Intanto è merito della società che ha inculcato dei valori. Da noi non si protesta, non ci si lamenta perché è comunque nel nostro modo di fare. Avevamo la squadra con la media più bassa del campionato, ma abbiamo mostrato una crescita esponenziale. Quindi sono tanti gli aspetti positivi in un campionato che ci ha visti retrocedere".

 

Come ha fatto a fermare il Napoli all'andata?

"Il Napoli secondo me ha fatto un grandissimo campionato perché Sarri ha saputo dare un gioco spettacolare alla squadra, un'organizzazione di gioco capillare, minuziosa come lui è. Ha esaltato le capacità di giocatori come Callejon, Higuain, Insigne, Hamsik ma anche come Albiol e Koulibaly. Insomma è stato tutto il gruppo brillante. Abbiamo cercato di chiuderci soprattutto con la doppia marcatura su Insigne e Higuain, dovevano cercare di correre molto per raddoppiare su entrambi in modo da non lasciarli soli perché sarebbero stati pericoloso, uno è il rifinitore e l'altro il finalizzatore. All'andata ci siamo riusciti, al ritorno, al di là dei meriti del napoli, ad un certo punto del secondo siamo rimasti in 10' per un secondo cartellino giallo a Bianco e poi è chiaro che paghi dazio".

 

Gli allenatori italiani sono i più ricercati, perché?

"E' un segnale che la scuola italiana è una scuola all'avanguardia. Noi italiani siamo maniacali nell'applicazione della tattica. Le squadre italiane invece hanno difficoltà perché ci sono molti stranieri, sono circa il 70%. I migliori giocatori poi vanno all'estero perché le squadre pagano di più".

 

Letizia e Lasagna sono ancora legati al Carpi?

"Sì. Lasagna ha avuto una crescita esponenziale, due anni fa faceva gli interregionali, l'anno scorso ha esordito in B e ha contribuito alla vittoria del campionato. Quest'anno ha fatto 5 goal, è un giocatore con una progressione devastante, molto veloce. Secondo me ha un gran futuro perché di giocatori con questa gamba ce ne son pochi. Ho visto Koulibaly, Manolas e Bonucci che gli tenevano botta ma gli altri no, parliamo di reggerli la gamba, non di altro. Ha un gran futuro perché non è da tutti competere in A all'esordio, non avendo avuto nemmeno un lungo trascorso tra i professionisti Letizia è un terzino velocissimo, bravo nell'uno contro uno sia quando difende, sia quando riparte. E' un ragazzo istintivo e quindi fa delle scelte legate più all'istinto che alla razionalità. Pure lui è straordinario. Poi sono due ragazzi umili, li abbiamo allevati ad essere rispettosi e a tenere sempre profilo basso, perché da noi c'è una legge scritta, ovvero, che a Carpi si deve pensare solo a correre e non a parlare". Letizia già da Napoli? Io li sponsorizzerei per squadre importanti, ma Giuntoli lo sa bene se è da Napoli perché li ha portati lui da noi".

 

Il Cholismo è diverso dal catenaccio italiano? 
"Non è catenaccio il Cholismo. Chiamiamolo calcio verticale, perché io applico un calcio verticale. Sono stato paragonato al Cholo e ciò mi lusinga ma non è che io ho copiato da lui, perché ogni allenatore deve fare un calcio rapportato alle caratteristiche dei propri giocatori. L'anno scorso, quando sono arrivato a Carpi, grazie a Giuntoli, lui ha costruito una squadra giovanissima. Io avevo questi attaccanti che attaccavano la profondità e ho pensato di giocare in verticale. Ho chiesto un concetto semplicissimo, ovvero, che la palla si deve giocare dove si deve andare e non dove si è. E' stato un modulo vincente, perché nessuno di noi sperava di vincere il campionato, quindi è stato un modulo che ha sorpreso anche noi, poi i ragazzi si sono esaltati. In A abbiamo cercato di mantenere questi concetti perché secondo me un allenatore deve fare le cose che riescono meglio alla squadra, al di là delle proprie convinzioni. Questo Castorismo, come lo chiamano a Carpi, non è catenaccio ma la ricerca della profondità. Però è un calcio faticoso perché la squadra deve accorciare, se non lo fai vai a giocare lungo, invece noi eravamo bravi ad accorciare perché poi eravamo abili a pressare. Siamo primi nel recupero di palla in questa stagione di Serie A, quindi vuol dire che eravamo molto bravi a pressare. Poi ci sono stati numeri bassi nel palleggio e nel possesso di palla, ma non era quello il pensiero principale del gruppo".

 

Resterà a Carpi, nonostante la retrocessione, tra l'altro ingiusta?

"Adesso vediamo, devo essere sincero, perché sono deluso. Retrocessione a mio avviso ingiusta perché con 38 punti non si può retrocedere. E' una squadra semplice, genuina, con tanti margini ancora di crescita con giocatori che fino a due anni fa giocavano in Lega Pro. Più che rabbia, c'è dispiacere perché questi ragazzi meritavano la salvezza. Si dice di pensarci qualche giorno, più per la decisione che per altro. Delusione dettata dalla retrocessione, non ho nulla da imputare a nessuno. Abbiamo fatto qualcosa di straordinario".

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Calcio, Carpi, Castori: "Retrocessione immeritata"

di Napoli Magazine

24/05/2024 - 22:56

Fabrizio Castori, allenatore del Carpi, ha parlato ai microfoni di Italiacalcio.itdurante l'evento Football Leader.

 

Quanto è deluso di quest'annata, indipendentemente da come è finita, e che voto da al suo Carpi? 

"Sono orgoglioso perché abbiamo fatto un campionato di grande dignità e la squadra è cresciuta moltissimo. Da gennaio in poi si son fatti 28 punti, il che è una cosa assolutamente eccezionale. Altre volte sarebbero bastati, stavolta no, però abbiamo la convinzione di aver dato tutto e siamo usciti con dignità da questo campionato. Abbiamo giocato tutte le partite con il massimo impegno. Il Carpi si è appunto distinto per la sua onestà. Questo è un onore. Intanto è merito della società che ha inculcato dei valori. Da noi non si protesta, non ci si lamenta perché è comunque nel nostro modo di fare. Avevamo la squadra con la media più bassa del campionato, ma abbiamo mostrato una crescita esponenziale. Quindi sono tanti gli aspetti positivi in un campionato che ci ha visti retrocedere".

 

Come ha fatto a fermare il Napoli all'andata?

"Il Napoli secondo me ha fatto un grandissimo campionato perché Sarri ha saputo dare un gioco spettacolare alla squadra, un'organizzazione di gioco capillare, minuziosa come lui è. Ha esaltato le capacità di giocatori come Callejon, Higuain, Insigne, Hamsik ma anche come Albiol e Koulibaly. Insomma è stato tutto il gruppo brillante. Abbiamo cercato di chiuderci soprattutto con la doppia marcatura su Insigne e Higuain, dovevano cercare di correre molto per raddoppiare su entrambi in modo da non lasciarli soli perché sarebbero stati pericoloso, uno è il rifinitore e l'altro il finalizzatore. All'andata ci siamo riusciti, al ritorno, al di là dei meriti del napoli, ad un certo punto del secondo siamo rimasti in 10' per un secondo cartellino giallo a Bianco e poi è chiaro che paghi dazio".

 

Gli allenatori italiani sono i più ricercati, perché?

"E' un segnale che la scuola italiana è una scuola all'avanguardia. Noi italiani siamo maniacali nell'applicazione della tattica. Le squadre italiane invece hanno difficoltà perché ci sono molti stranieri, sono circa il 70%. I migliori giocatori poi vanno all'estero perché le squadre pagano di più".

 

Letizia e Lasagna sono ancora legati al Carpi?

"Sì. Lasagna ha avuto una crescita esponenziale, due anni fa faceva gli interregionali, l'anno scorso ha esordito in B e ha contribuito alla vittoria del campionato. Quest'anno ha fatto 5 goal, è un giocatore con una progressione devastante, molto veloce. Secondo me ha un gran futuro perché di giocatori con questa gamba ce ne son pochi. Ho visto Koulibaly, Manolas e Bonucci che gli tenevano botta ma gli altri no, parliamo di reggerli la gamba, non di altro. Ha un gran futuro perché non è da tutti competere in A all'esordio, non avendo avuto nemmeno un lungo trascorso tra i professionisti Letizia è un terzino velocissimo, bravo nell'uno contro uno sia quando difende, sia quando riparte. E' un ragazzo istintivo e quindi fa delle scelte legate più all'istinto che alla razionalità. Pure lui è straordinario. Poi sono due ragazzi umili, li abbiamo allevati ad essere rispettosi e a tenere sempre profilo basso, perché da noi c'è una legge scritta, ovvero, che a Carpi si deve pensare solo a correre e non a parlare". Letizia già da Napoli? Io li sponsorizzerei per squadre importanti, ma Giuntoli lo sa bene se è da Napoli perché li ha portati lui da noi".

 

Il Cholismo è diverso dal catenaccio italiano? 
"Non è catenaccio il Cholismo. Chiamiamolo calcio verticale, perché io applico un calcio verticale. Sono stato paragonato al Cholo e ciò mi lusinga ma non è che io ho copiato da lui, perché ogni allenatore deve fare un calcio rapportato alle caratteristiche dei propri giocatori. L'anno scorso, quando sono arrivato a Carpi, grazie a Giuntoli, lui ha costruito una squadra giovanissima. Io avevo questi attaccanti che attaccavano la profondità e ho pensato di giocare in verticale. Ho chiesto un concetto semplicissimo, ovvero, che la palla si deve giocare dove si deve andare e non dove si è. E' stato un modulo vincente, perché nessuno di noi sperava di vincere il campionato, quindi è stato un modulo che ha sorpreso anche noi, poi i ragazzi si sono esaltati. In A abbiamo cercato di mantenere questi concetti perché secondo me un allenatore deve fare le cose che riescono meglio alla squadra, al di là delle proprie convinzioni. Questo Castorismo, come lo chiamano a Carpi, non è catenaccio ma la ricerca della profondità. Però è un calcio faticoso perché la squadra deve accorciare, se non lo fai vai a giocare lungo, invece noi eravamo bravi ad accorciare perché poi eravamo abili a pressare. Siamo primi nel recupero di palla in questa stagione di Serie A, quindi vuol dire che eravamo molto bravi a pressare. Poi ci sono stati numeri bassi nel palleggio e nel possesso di palla, ma non era quello il pensiero principale del gruppo".

 

Resterà a Carpi, nonostante la retrocessione, tra l'altro ingiusta?

"Adesso vediamo, devo essere sincero, perché sono deluso. Retrocessione a mio avviso ingiusta perché con 38 punti non si può retrocedere. E' una squadra semplice, genuina, con tanti margini ancora di crescita con giocatori che fino a due anni fa giocavano in Lega Pro. Più che rabbia, c'è dispiacere perché questi ragazzi meritavano la salvezza. Si dice di pensarci qualche giorno, più per la decisione che per altro. Delusione dettata dalla retrocessione, non ho nulla da imputare a nessuno. Abbiamo fatto qualcosa di straordinario".