Calcio
Calcio, Cavani-Palermo: chi si rivede
06.04.2012 04:47 di Napoli Magazine Fonte: Roma
aA


NAPOLI. Edinson Cavani, il Palermo e il Napoli. Un intreccio lungo e recente, per certi tratti inspiegabile, un percorso nato dall’intuito di Rino Foschi e completato dalla mossa repentina di Aurelio De Laurentiis, protagonista della telefonata giusta, nel momento più opportuno.



L’ex diesse del club siciliano lo vide all’opera nel Torneo di Viareggio 2006, con la maglia del Danubio di Montevideo: segnò un gol stupendo nel corso della vittoria contro la Primavera del Messina e Foschi lo chiuse nello spogliatoio al termine della gara per fargli firmare il contratto. Tre anni e mezzo a Palermo, per un totale di 117 partite e 37 reti all’attivo, le ultime due coincidono con l’ultima gara giocata da calciatore rosanero.



Era il 16 maggio, giornata conclusiva del campionato 2009- 2010, e Cavani firmò la prima e unica doppietta stagionale contro l'Atalanta, chiudendo così a quota 13 il suo bottino in 34 partite. Dopo quel match, il Matador raggiunse la Nazionale per il ritiro pre-Mondiali e in Sudafrica si consacrò, aiutando la Celeste ad arrivare fino alla semifinale (persa con l’Olanda) e al quarto posto conclusivo, dopo la finale contro la Germania: 3-2 per i tedeschi e gol d’avvio proprio del Matador.



Sabato pomeriggio sarà il giorno del gran ritorno di Cavani a Palermo, a distanza di 341 giorni. Ma quale sarà l’accoglienza della città che lo ha accolto e che lo ha lanciato ai grandi livelli del calcio internazionale? «Lo aspettiamo con affetto. Cavani avrà un’ottima accoglienza, perché è noto anche a Palermo per la sua generosità», a stendere il tappeto rosso sotto i piedi del figliuol prodigo è stato Guglielmo Micciché, vicepresidente del Palermo che ieri ha creato un clima distensivo nel corso del suo intervento in diretta a Radio Crc.



Ma sarà proprio così? Non c’è motivo di dubitarne, conoscendo l’amore con il quale la platea rosanero ha sempre accompagnato le gesta palermitane del Matador. Anche se poi decise di chiudere la sua esperienza siciliana, soprattutto per un brutto episodio di teppismo di cui fu vittima. Il fattaccio il 3 dicembre 2009. Lui e Nicolas Bertolo, centrocampista argentino nonché compagno di squadra, furono aggrediti poco lontano dal campo d'allenamento a Boccadifalco.



Fermi al semaforo, uno scooter affiancò l'auto con Cavani alla guida e i due giovani iniziarono a dare calci alla macchina. Cavani dà gas, cerca di sfuggire ai due teppisti che inseguono i calciatori e rompono anche il vetro posteriore della Mercedes con una catena, prima di dileguarsi. Oggi il Napoli ringrazia anche quell’episodio, per essere riuscito ad assicurarsi le prestazioni dell’uruguagio, scopertosi bomber solo in maglia azzurra. E già, perché i grandi club non credevano che lui potesse diventarlo.



La conferma di ciò arriva ancora dal vicepresidente rosanero Micciché: «I gol che ha fatto quest’anno sono stati tantissimi e bellissimi. Noi lo abbiamo offerto a tutti, ma nessuno lo ha voluto, per questo motivo ora si trova a Napoli. Cavani oggi è l’affare più importante di De Laurentiis, ma ribadisco che un anno fa tutti snobbavano questo giocatore».



Un affare sì. Il Napoli lo ha preso in prestito oneroso (5 milioni di euro), con l’obbligo di riscattarlo a 17 milioni totali, nell’arco di cinque anni. Una cifra che verrebbe addirittura triplicata, se davvero dovesse arrivare la “proposta indecente” di un grande club europeo. Il Napoli non ha nessuna intenzione di cederlo e lo stesso Matador manifesta da sempre il desiderio di restare in maglia azzurra. Quella con la quale è diventato il calciatore più prolifico in Italia: 38 gol segnati tra serie A, Europa League e Nazionale.



E non è finita. Nelle ultime cinque partite della stagione proverà a superare Di Natale in vetta alla classifica dei cannonieri (26 gol contro 25), magari tornando al bersaglio già sabato, dopo essere stato a digiuno con l’Udinese. Sarebbe un piccolo torto per la sua ex squadra, ma almeno cancellerebbe l’amarezza che procurò alla sua attuale squadra nella prima gara del campionato 2009-2010. Il 23 agosto fu proprio lui a beffare Maggio e De Sanctis, infilando la porta del Napoli con la punta del piede, quando mancava solo un minuto allo scadere del primo tempo. Altri tempi, oggi il Palermo è un’amabile avversaria e non sarà la Pasqua a renderlo più tenero col suo passato.


ULTIMISSIME CALCIO
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
Calcio, Cavani-Palermo: chi si rivede

di Napoli Magazine

06/04/2012 - 04:47


NAPOLI. Edinson Cavani, il Palermo e il Napoli. Un intreccio lungo e recente, per certi tratti inspiegabile, un percorso nato dall’intuito di Rino Foschi e completato dalla mossa repentina di Aurelio De Laurentiis, protagonista della telefonata giusta, nel momento più opportuno.



L’ex diesse del club siciliano lo vide all’opera nel Torneo di Viareggio 2006, con la maglia del Danubio di Montevideo: segnò un gol stupendo nel corso della vittoria contro la Primavera del Messina e Foschi lo chiuse nello spogliatoio al termine della gara per fargli firmare il contratto. Tre anni e mezzo a Palermo, per un totale di 117 partite e 37 reti all’attivo, le ultime due coincidono con l’ultima gara giocata da calciatore rosanero.



Era il 16 maggio, giornata conclusiva del campionato 2009- 2010, e Cavani firmò la prima e unica doppietta stagionale contro l'Atalanta, chiudendo così a quota 13 il suo bottino in 34 partite. Dopo quel match, il Matador raggiunse la Nazionale per il ritiro pre-Mondiali e in Sudafrica si consacrò, aiutando la Celeste ad arrivare fino alla semifinale (persa con l’Olanda) e al quarto posto conclusivo, dopo la finale contro la Germania: 3-2 per i tedeschi e gol d’avvio proprio del Matador.



Sabato pomeriggio sarà il giorno del gran ritorno di Cavani a Palermo, a distanza di 341 giorni. Ma quale sarà l’accoglienza della città che lo ha accolto e che lo ha lanciato ai grandi livelli del calcio internazionale? «Lo aspettiamo con affetto. Cavani avrà un’ottima accoglienza, perché è noto anche a Palermo per la sua generosità», a stendere il tappeto rosso sotto i piedi del figliuol prodigo è stato Guglielmo Micciché, vicepresidente del Palermo che ieri ha creato un clima distensivo nel corso del suo intervento in diretta a Radio Crc.



Ma sarà proprio così? Non c’è motivo di dubitarne, conoscendo l’amore con il quale la platea rosanero ha sempre accompagnato le gesta palermitane del Matador. Anche se poi decise di chiudere la sua esperienza siciliana, soprattutto per un brutto episodio di teppismo di cui fu vittima. Il fattaccio il 3 dicembre 2009. Lui e Nicolas Bertolo, centrocampista argentino nonché compagno di squadra, furono aggrediti poco lontano dal campo d'allenamento a Boccadifalco.



Fermi al semaforo, uno scooter affiancò l'auto con Cavani alla guida e i due giovani iniziarono a dare calci alla macchina. Cavani dà gas, cerca di sfuggire ai due teppisti che inseguono i calciatori e rompono anche il vetro posteriore della Mercedes con una catena, prima di dileguarsi. Oggi il Napoli ringrazia anche quell’episodio, per essere riuscito ad assicurarsi le prestazioni dell’uruguagio, scopertosi bomber solo in maglia azzurra. E già, perché i grandi club non credevano che lui potesse diventarlo.



La conferma di ciò arriva ancora dal vicepresidente rosanero Micciché: «I gol che ha fatto quest’anno sono stati tantissimi e bellissimi. Noi lo abbiamo offerto a tutti, ma nessuno lo ha voluto, per questo motivo ora si trova a Napoli. Cavani oggi è l’affare più importante di De Laurentiis, ma ribadisco che un anno fa tutti snobbavano questo giocatore».



Un affare sì. Il Napoli lo ha preso in prestito oneroso (5 milioni di euro), con l’obbligo di riscattarlo a 17 milioni totali, nell’arco di cinque anni. Una cifra che verrebbe addirittura triplicata, se davvero dovesse arrivare la “proposta indecente” di un grande club europeo. Il Napoli non ha nessuna intenzione di cederlo e lo stesso Matador manifesta da sempre il desiderio di restare in maglia azzurra. Quella con la quale è diventato il calciatore più prolifico in Italia: 38 gol segnati tra serie A, Europa League e Nazionale.



E non è finita. Nelle ultime cinque partite della stagione proverà a superare Di Natale in vetta alla classifica dei cannonieri (26 gol contro 25), magari tornando al bersaglio già sabato, dopo essere stato a digiuno con l’Udinese. Sarebbe un piccolo torto per la sua ex squadra, ma almeno cancellerebbe l’amarezza che procurò alla sua attuale squadra nella prima gara del campionato 2009-2010. Il 23 agosto fu proprio lui a beffare Maggio e De Sanctis, infilando la porta del Napoli con la punta del piede, quando mancava solo un minuto allo scadere del primo tempo. Altri tempi, oggi il Palermo è un’amabile avversaria e non sarà la Pasqua a renderlo più tenero col suo passato.


Fonte: Roma