Anche quest'anno a Cagliari si sta caricando l'ambiente in attesa del Napoli. Nella città partenopea invece l'attesa si vive con serenità, e allora ci si chiede come mai il discusso Cellino chieda la vittoria ad ogni costo e in Sardegna il match col Napoli sia definito dai media locali come "la partita dell'anno". I motivi li analizzai lo scorso anno quando, con un articolo ben dettagliato, spiegai come è nato questo stupido dissidio tra le due tifoserie. Articolo peraltro ripreso testualmente e fedelmente da Silver Mele per Sportitalia. C'è poco da pretendere ragioni quando si parla di rivalità di campanile fini a se stesse. Quel che conta, alla fine della fiera, è la distorsione della realtà che i luoghi comuni e gli stereotipi generano. Quando Fonseca causò la rottura dei rapporti tra le due fazioni, i tifosi del Cagliari indirizzarono i soliti cori privi d'intelletto all'indirizzo dei Napoletani che difendevano il loro idolo in campo. "Terroni.. terroni..." gridarono, e ancora oggi accade. Ma le coordinate geografiche dei due capoluoghi parlano chiaro: Cagliari è decisamente più a Sud di Napoli, meridionale quanto Cosenza o Crotone. Eppure l'offesa "geografica" si ripete da allora, in maniera cervellotica. Tant'è che il giornalista della RAI Antonio Capitta (sardo) che nel 1993 confezionò il servizio per "La Domenica Sportiva" pose proprio questo quesito: "Perchè gli ultrà del Cagliari chiamano "terroni" i loro colleghi Napoletani?". Quei cori non furono mai dimenticati dai napoletani che nel Giugno del 1997, quando proprio Napoli fu designata come sede neutra per lo spareggio salvezza tra Cagliari e Piacenza, presero la palla al balzo parteggiando per gli emiliani. Ne seguirono scontri, tafferugli e retrocessione sul campo del Cagliari in serie B, i cui sostenitori giurarono odio eterno ai Napoletani, presidente Cellino compreso. Il brutto clima continua ancora oggi, cresciuto negli anni ma generato da un giocatore che ha militato nelle due squadre venti anni or sono. Come scrissi un anno fa chiudendo l'articolo, sarebbe anche ora di finirla con certe stupidità che non fanno onore a due popoli e due bellissime città del Sud ricche di cultura, le cui squadre sono oltretutto le uniche meridionali ad aver vinto il tricolore sovvertendo gli effetti della questione meridionale nel calcio.
di Napoli Magazine
26/11/2012 - 15:01
Anche quest'anno a Cagliari si sta caricando l'ambiente in attesa del Napoli. Nella città partenopea invece l'attesa si vive con serenità, e allora ci si chiede come mai il discusso Cellino chieda la vittoria ad ogni costo e in Sardegna il match col Napoli sia definito dai media locali come "la partita dell'anno". I motivi li analizzai lo scorso anno quando, con un articolo ben dettagliato, spiegai come è nato questo stupido dissidio tra le due tifoserie. Articolo peraltro ripreso testualmente e fedelmente da Silver Mele per Sportitalia. C'è poco da pretendere ragioni quando si parla di rivalità di campanile fini a se stesse. Quel che conta, alla fine della fiera, è la distorsione della realtà che i luoghi comuni e gli stereotipi generano. Quando Fonseca causò la rottura dei rapporti tra le due fazioni, i tifosi del Cagliari indirizzarono i soliti cori privi d'intelletto all'indirizzo dei Napoletani che difendevano il loro idolo in campo. "Terroni.. terroni..." gridarono, e ancora oggi accade. Ma le coordinate geografiche dei due capoluoghi parlano chiaro: Cagliari è decisamente più a Sud di Napoli, meridionale quanto Cosenza o Crotone. Eppure l'offesa "geografica" si ripete da allora, in maniera cervellotica. Tant'è che il giornalista della RAI Antonio Capitta (sardo) che nel 1993 confezionò il servizio per "La Domenica Sportiva" pose proprio questo quesito: "Perchè gli ultrà del Cagliari chiamano "terroni" i loro colleghi Napoletani?". Quei cori non furono mai dimenticati dai napoletani che nel Giugno del 1997, quando proprio Napoli fu designata come sede neutra per lo spareggio salvezza tra Cagliari e Piacenza, presero la palla al balzo parteggiando per gli emiliani. Ne seguirono scontri, tafferugli e retrocessione sul campo del Cagliari in serie B, i cui sostenitori giurarono odio eterno ai Napoletani, presidente Cellino compreso. Il brutto clima continua ancora oggi, cresciuto negli anni ma generato da un giocatore che ha militato nelle due squadre venti anni or sono. Come scrissi un anno fa chiudendo l'articolo, sarebbe anche ora di finirla con certe stupidità che non fanno onore a due popoli e due bellissime città del Sud ricche di cultura, le cui squadre sono oltretutto le uniche meridionali ad aver vinto il tricolore sovvertendo gli effetti della questione meridionale nel calcio.