E adesso il pubblico come reagirà al primo passaggio sbagliato? Ancora fischi e ancora reazioni smodate? Il ritorno del figliol prodigo nella casa natia alimenta dubbi circa l’accoglienza che gli riserverà il San Paolo. L’ultima di Lorenzo Insigne contro l’Athletic è ancora viva, prestazione non all’altezza e polemiche a non finire. Il caratterino ancora da limare fece il resto: braccia alzate in segno di sfida e contestazioni ancora più veementi. Da li la formazione di due schieramenti, da una parte i colpevolisti, dall’altra gli innocentisti, nel mezzo un calciatore che avrebbe bisogno d’altro per crescere e per imporsi, sia col Napoli che con la Nazionale. Il nuovo ct lo ha escluso dalle convocazioni preferendogli, nel medesimo ruolo, Sebastian Giovinco, panchinaro di lungo corso con la Juventus. Un boccone indigesto che racconta però la storia recente di un calciatore che continua a palesare difficoltà di ogni sorta. Il peggio sembrava alle spalle quando lo scorso anno, con una splendida doppietta rifilata alla Fiorentina, ipotecò praticamente da solo la conquista della Coppa Italia. Un lampo per (ri)conquistare l’affetto della gente, mai troppo tenera con i napoletani, e la fiducia in se stesso. Sullo sfondo le certezze offerte dall’allenatore, Rafa Benitez, che non ha mai nascosto la sua stima per il giocatore, nonostante le critiche e gli appunti negativi. I numeri parlano chiaro: titolare inamovibile o quasi, col fiato sul collo di un certo Mertens, uno che sarebbe titolare un po’ ovunque. Alla fine, di riffa a o di raffa, riesce a spuntarla sempre Lorenzo e un motivo, in fondo, ci sarà. Sarebbe ora opportuno, dopo un anno di rodaggio, capitalizzare al meglio le occasioni offerte dall’allenatore, partendo innanzitutto dalla necessaria e ineluttabile riconciliazione col pubblico. Serve un chiarimento per restituire serenità all’atleta e alla piazza, per ricostruire un rapporto che altrimenti rischia di arenarsi sugli scogli del malcontento dilagante. Intervenire prima, per evitare guai seri poi. Può bastare una parola, un gesto distensivo o un gol con tanto di dedica, magari decisivo. Un calciatore sa come farsi perdonare, ogni settimana può essere quella giusta ma sarebbe meglio sbrigare la faccenda il prima possibile, per mettere a tacere ogni voce e per tenere fede a quell’ambizione mai nascosta: diventare capitano del Napoli e ripercorrere la carriera di Totti. Un sogno per lui e per i sostenitori partenopei che sarebbero felici di riconoscersi in un giocatore bandiera, napoletano e tifoso azzurro. Davanti tanta strada da percorrere, a cominciare appunto da domenica, quando a Napoli arriverà il Chievo Verona. Il primo di tre appuntamenti, con i ragazzi di Benitez protagonisti anche in Europa League. A Insigne il compito di ricominciare da zero, di mettere da parte l’amarezza e di godersi il boato di uno stadio, il suo stadio, che lo vorrebbe già re.
di Napoli Magazine
09/09/2014 - 13:35
E adesso il pubblico come reagirà al primo passaggio sbagliato? Ancora fischi e ancora reazioni smodate? Il ritorno del figliol prodigo nella casa natia alimenta dubbi circa l’accoglienza che gli riserverà il San Paolo. L’ultima di Lorenzo Insigne contro l’Athletic è ancora viva, prestazione non all’altezza e polemiche a non finire. Il caratterino ancora da limare fece il resto: braccia alzate in segno di sfida e contestazioni ancora più veementi. Da li la formazione di due schieramenti, da una parte i colpevolisti, dall’altra gli innocentisti, nel mezzo un calciatore che avrebbe bisogno d’altro per crescere e per imporsi, sia col Napoli che con la Nazionale. Il nuovo ct lo ha escluso dalle convocazioni preferendogli, nel medesimo ruolo, Sebastian Giovinco, panchinaro di lungo corso con la Juventus. Un boccone indigesto che racconta però la storia recente di un calciatore che continua a palesare difficoltà di ogni sorta. Il peggio sembrava alle spalle quando lo scorso anno, con una splendida doppietta rifilata alla Fiorentina, ipotecò praticamente da solo la conquista della Coppa Italia. Un lampo per (ri)conquistare l’affetto della gente, mai troppo tenera con i napoletani, e la fiducia in se stesso. Sullo sfondo le certezze offerte dall’allenatore, Rafa Benitez, che non ha mai nascosto la sua stima per il giocatore, nonostante le critiche e gli appunti negativi. I numeri parlano chiaro: titolare inamovibile o quasi, col fiato sul collo di un certo Mertens, uno che sarebbe titolare un po’ ovunque. Alla fine, di riffa a o di raffa, riesce a spuntarla sempre Lorenzo e un motivo, in fondo, ci sarà. Sarebbe ora opportuno, dopo un anno di rodaggio, capitalizzare al meglio le occasioni offerte dall’allenatore, partendo innanzitutto dalla necessaria e ineluttabile riconciliazione col pubblico. Serve un chiarimento per restituire serenità all’atleta e alla piazza, per ricostruire un rapporto che altrimenti rischia di arenarsi sugli scogli del malcontento dilagante. Intervenire prima, per evitare guai seri poi. Può bastare una parola, un gesto distensivo o un gol con tanto di dedica, magari decisivo. Un calciatore sa come farsi perdonare, ogni settimana può essere quella giusta ma sarebbe meglio sbrigare la faccenda il prima possibile, per mettere a tacere ogni voce e per tenere fede a quell’ambizione mai nascosta: diventare capitano del Napoli e ripercorrere la carriera di Totti. Un sogno per lui e per i sostenitori partenopei che sarebbero felici di riconoscersi in un giocatore bandiera, napoletano e tifoso azzurro. Davanti tanta strada da percorrere, a cominciare appunto da domenica, quando a Napoli arriverà il Chievo Verona. Il primo di tre appuntamenti, con i ragazzi di Benitez protagonisti anche in Europa League. A Insigne il compito di ricominciare da zero, di mettere da parte l’amarezza e di godersi il boato di uno stadio, il suo stadio, che lo vorrebbe già re.