Tre scritte contro la gestione del bar dello stadio Picchi di Livorno affidata, dopo gara pubblica, ad una società pisana sono comparse nei pressi dell' impianto ed hanno rinnovato la rivalità di campanile che divide Livorno e Pisa. La scritta più esplicita, «Giù le mani dal bar dello stadio» è firmata 'Curva Nord', cuore del tifo amaranto più caldo, in un'altra, non firmata, viene insultato il dirigente comunale che ha seguito le procedure di appalto e nell'ultima è scritto «Pisani un se ne vogliano». I tifosi livornesi non possono vedere nelle mani di una società pisana (la Chiosco Marameo di Cascina, che gestirà tutti i punti ristoro dello stadio) lo storico bar allestito sotto la tribuna centrale, un locale che per 60 anni è stato aperto tutti i giorni (uno dei pochi esempi in Italia), ritrovo della tifoseria e museo improvvisato sulla storia del Livorno calcio, grazie a foto e cimeli che l' ex gestore, il defunto Mario Bianchi, ex calciatore in maglia amaranto, ha collezionato negli ultimi 40 anni e che sono tornati nella disponibilità della famiglia Bianchi che ha cessato il servizio. La 'guerra del bar' è solo l' ultimo episodio di una rivalità che non accenna ad allentarsi. Nelle settimane scorse il centrocampista pisano Cristian Amoroso aveva rifiutato di vestire la maglia amaranto. Ma c'è anche chi, nell' era della globalizzazione, prova ad unire i 'servizì tra le due città . àˆ il vicesindaco di Pisa Paolo Ghezzi che è tornato a parlare di stadio unico.