Calcio
Calcio, Longo: "Cellino acquisì gratuitamente il Cagliari da Ferlaino in cambio della cessione di Fonseca"
19.04.2015 13:30 di Napoli Magazine Fonte: Francesco Caruso per Gianlucadimarzio.com

Cagliari-Napoli non è una partita come le altre. Lo dice il blasone: uniche squadre del sud ad aver vinto almeno uno Scudetto. Lo dicono i numeri: sono le due società che vantano il maggior numero di partite in Serie A nel meridione. Lo ribadisce la storia dei campioni che hanno indossato queste maglie. Alcuni, con probabile rammarico di entrambe le tifoserie, non hanno vestito i panni da doppio ex, su tutti Riva e Maradona. Altri invece sì. Eccome. Gianfranco Zola, che tra la fine degli anni ottanta e i primi anni novanta diventò l'erede di Maradona, e che dal 2003 al 2005, ha indossato anche la maglia numero 10 del Cagliari, contribuendo alla promozione in Serie A del 2004. Ma soprattutto c'è Daniel Fonseca, la cui cessione al Napoli è stata sempre rimpianta dal pubblico del Sant'Elia, che alla prima occasione lo ricoprì di fischi da avversario: era il 1992. Un "tradimento" caratterizzato poi non solo dal "saluto affettuoso" che il giocatore riservò ai tifosi cagliaritani l'annata successiva, con tanto di doppietta davanti al suo ex pubblico. I retroscena di quella trattativa ce li ha raccontati chi, in quel Cagliari dei primi anni novanta, curava le operazioni di mercato: Carmine Longo.

 

Che giocatore era Daniel Fonseca?

"Un fenomeno. Aveva solo un difetto, piuttosto grave: si infortunava molto spesso. Essendo longilineo aveva le fibre assai deboli e quindi bisognava gestirlo, da un punto di vista atletico, con giudizio. Però come calciatore era straordinario, quando stava bene fisicamente sui trenta metri non ce n'era per nessuno".

 

Come si concretizzò quella cessione?

"La fece Cellino, ma a sbagliare furono gli Orrù (n.d.r. allora proprietari del Cagliari) che vendettero la società per quattro soldi a Ferlaino. Sì perché la squadra teoricamente la acquistò Ferlaino per mettere le mani su Fonseca. Il padre di Massimo Cellino era amico di Franco Ambrosio, che gestiva l'Italgrani. Gli Orrù misero il Cagliari nelle mani di questi signori per facilitare il passaggio di Fonseca al Napoli. Io Daniel l'avevo promesso alla Juventus, ma dato che loro scelsero un nuovo proprietario io non potei fare più niente. All'epoca ero una sorta di amministratore delegato perché avevo anche il potere di firma. Da quell'opposizione è iniziata anche la mia fine".

 

Ci spiega meglio questo passaggio?

"Pur di vincere lo Scudetto, e infatti ne aveva già vinti due, Ferlaino avrebbe fatto qualsiasi cosa. Per prendere Fonseca doveva per forza prendere il Cagliari, altrimenti io non glielo avrei lasciato, non me la sentivo, avevo già dato la mia parola a un'altra società. Quella fu anche la fine del mio rapporto con il Cagliari, perché nonostante una qualificazione in Coppa Uefa con la squadra arrivata fino in semifinale, non mi perdonarono quell'opposizione e fui mandato via da Cellino, che il Cagliari lo ebbe gratuitamente in cambio della cessione di Fonseca".

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Calcio, Longo: "Cellino acquisì gratuitamente il Cagliari da Ferlaino in cambio della cessione di Fonseca"

di Napoli Magazine

19/04/2024 - 13:30

Cagliari-Napoli non è una partita come le altre. Lo dice il blasone: uniche squadre del sud ad aver vinto almeno uno Scudetto. Lo dicono i numeri: sono le due società che vantano il maggior numero di partite in Serie A nel meridione. Lo ribadisce la storia dei campioni che hanno indossato queste maglie. Alcuni, con probabile rammarico di entrambe le tifoserie, non hanno vestito i panni da doppio ex, su tutti Riva e Maradona. Altri invece sì. Eccome. Gianfranco Zola, che tra la fine degli anni ottanta e i primi anni novanta diventò l'erede di Maradona, e che dal 2003 al 2005, ha indossato anche la maglia numero 10 del Cagliari, contribuendo alla promozione in Serie A del 2004. Ma soprattutto c'è Daniel Fonseca, la cui cessione al Napoli è stata sempre rimpianta dal pubblico del Sant'Elia, che alla prima occasione lo ricoprì di fischi da avversario: era il 1992. Un "tradimento" caratterizzato poi non solo dal "saluto affettuoso" che il giocatore riservò ai tifosi cagliaritani l'annata successiva, con tanto di doppietta davanti al suo ex pubblico. I retroscena di quella trattativa ce li ha raccontati chi, in quel Cagliari dei primi anni novanta, curava le operazioni di mercato: Carmine Longo.

 

Che giocatore era Daniel Fonseca?

"Un fenomeno. Aveva solo un difetto, piuttosto grave: si infortunava molto spesso. Essendo longilineo aveva le fibre assai deboli e quindi bisognava gestirlo, da un punto di vista atletico, con giudizio. Però come calciatore era straordinario, quando stava bene fisicamente sui trenta metri non ce n'era per nessuno".

 

Come si concretizzò quella cessione?

"La fece Cellino, ma a sbagliare furono gli Orrù (n.d.r. allora proprietari del Cagliari) che vendettero la società per quattro soldi a Ferlaino. Sì perché la squadra teoricamente la acquistò Ferlaino per mettere le mani su Fonseca. Il padre di Massimo Cellino era amico di Franco Ambrosio, che gestiva l'Italgrani. Gli Orrù misero il Cagliari nelle mani di questi signori per facilitare il passaggio di Fonseca al Napoli. Io Daniel l'avevo promesso alla Juventus, ma dato che loro scelsero un nuovo proprietario io non potei fare più niente. All'epoca ero una sorta di amministratore delegato perché avevo anche il potere di firma. Da quell'opposizione è iniziata anche la mia fine".

 

Ci spiega meglio questo passaggio?

"Pur di vincere lo Scudetto, e infatti ne aveva già vinti due, Ferlaino avrebbe fatto qualsiasi cosa. Per prendere Fonseca doveva per forza prendere il Cagliari, altrimenti io non glielo avrei lasciato, non me la sentivo, avevo già dato la mia parola a un'altra società. Quella fu anche la fine del mio rapporto con il Cagliari, perché nonostante una qualificazione in Coppa Uefa con la squadra arrivata fino in semifinale, non mi perdonarono quell'opposizione e fui mandato via da Cellino, che il Cagliari lo ebbe gratuitamente in cambio della cessione di Fonseca".

Fonte: Francesco Caruso per Gianlucadimarzio.com