Calcio
Calcio, Napoli: ultra', quattro arresti. Allarme per l'Inter
06.04.2012 04:47 di Napoli Magazine Fonte: Il Mattino


Il lancio delle bottiglie molotov e dei razzi verso il settore dei tifosi ospiti. L’ordine di abbandonare la curva, imperativo e immediato, impartito dai «colonnelli» del tifo ultrà. Ma anche - sullo sfondo - l’ombra lunga della camorra, capace di piazzare all’interno di ciascuna sigla del tifo organizzata i propri referenti, spesso addirittura parenti dei boss. Gli indagati. C’è questo ed altro ancora dietro l’indagine che ha portato all’arresto di quattro persone, tutti esponenti degli ultrà del Napoli. Un’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo e da un pool di pm composto dai pubblici ministeri Antonello Ardituro, Vincenzo Ranieri e Danilo De Simone, affidata alla Digos della Questura partenopea, guidata da Santi Giuffrè. Quattro gli arresti: a Poggioreale sono finiti Diego Molino, 30 anni, e Flavio Di Carluccio, 36; il gip ha invece disposto gli arresti domiciliari per altri due ultrà: Fabio Zizolfi, 33enne, e Carlo Misuraca, 28enne. I quattro appartengo a due dei gruppi storici della tifoseria organizzata azzurra: i Mastiffs e i Fedayn. Nel recente passato di Zizolfi c’è stata anche una candidatura, tra le fila di An alle elezioni per la Municipalità Montecalvario-Avvocata. Le perquisizioni. Nel corso della notte gli uomini della Digos, diretta da Antonio Sbordone, hanno anche eseguito una ventina di perquisizioni e sequestrato un vero e proprio arsenale composto da coltelli a serramanico, razzi, mazze da baseball, due manganelli in ferro, biglie da lanciare con la fionda, mephisto, oltre ad alcuni proiettili di vario calibro. Per i loro proprietari scatterà il Daspo. Intanto, però, è già scattato l’allarme per Napoli-Inter. Al San Paolo sono attesi circa 200 tifosi nerazzurri ai quali si uniranno quelli provenienti dalla regione. I video. Inquietanti i particolari che emergono dall’inchiesta. Due le partite finite nel mirino della polizia. La prima è Napoli-Milan del 23 marzo 2008. nelle riprese filmate dalla Digos si vede Diego Molino, uno degli elementi più violenti all’interno della galassia ultrà lanciare due molotov contro il settore dei tifosi rossoneri. Di Carluccio è accusato di essere il protagonista di un’aggressione ai danni di alcuni agenti di polizia che lo avevano bloccato dopo che aveva forzato un varco d’accesso, in occasione di Napoli-Siena del 27 settembre 2009. Fabio Zizolfi e Carlo Misuraca, del gruppo Fedayn, sono invece ripresi nel video registrato in occasione di Napoli-Chievo, disputata il 31 maggio 2009. Li si vede mentre costringono ad uscire dalla curva A del San Paolo, venti minuti prima della fine della partita, un migliaio di spettatori. Una forma di protesta decisa dalle varie sigle della tifoseria organizzata contro la società di Aurelio De Laurentiis. Per loro l’accusa è di violenza privata. I pentiti. All’inchiesta hanno fornito un contributo determinante alcuni collaboratori di giustizia. Tra loro, Emiliano Zapata Misso, nipote del boss Giuseppe Misso «In curva A - ha dichiarato - esistono vari gruppi organizzati di Ultrà: i Mastiffs, le Teste Matte e per un periodo anche la Masseria Cardone; i capi dei Masttiffs sono Gennaro De Tommaso, il figlio di Ciro, che è un camorrista affiliato al clan Misso; Carmine Tolomelli dei Quartieri Spagnoli, imparentato con i Tolomelli della Sanità; Michele Capuano, figlio di Tonino, di piazza San Gaetano che fu ammazzato parecchio tempo fa». Insomma, un quadro inquietante che dimostrerebbe come dietro quasi tutte le sigle della tifoseria ultrà vi sia un «referente» della criminalità organizzata cittadina. Alle indagini ha fornito un contributo essenziale la Polizia Scientifica, diretta dal vocequestore Fabiola Mancone.


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di Napoli Magazine

06/04/2012 - 04:47


Il lancio delle bottiglie molotov e dei razzi verso il settore dei tifosi ospiti. L’ordine di abbandonare la curva, imperativo e immediato, impartito dai «colonnelli» del tifo ultrà. Ma anche - sullo sfondo - l’ombra lunga della camorra, capace di piazzare all’interno di ciascuna sigla del tifo organizzata i propri referenti, spesso addirittura parenti dei boss. Gli indagati. C’è questo ed altro ancora dietro l’indagine che ha portato all’arresto di quattro persone, tutti esponenti degli ultrà del Napoli. Un’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo e da un pool di pm composto dai pubblici ministeri Antonello Ardituro, Vincenzo Ranieri e Danilo De Simone, affidata alla Digos della Questura partenopea, guidata da Santi Giuffrè. Quattro gli arresti: a Poggioreale sono finiti Diego Molino, 30 anni, e Flavio Di Carluccio, 36; il gip ha invece disposto gli arresti domiciliari per altri due ultrà: Fabio Zizolfi, 33enne, e Carlo Misuraca, 28enne. I quattro appartengo a due dei gruppi storici della tifoseria organizzata azzurra: i Mastiffs e i Fedayn. Nel recente passato di Zizolfi c’è stata anche una candidatura, tra le fila di An alle elezioni per la Municipalità Montecalvario-Avvocata. Le perquisizioni. Nel corso della notte gli uomini della Digos, diretta da Antonio Sbordone, hanno anche eseguito una ventina di perquisizioni e sequestrato un vero e proprio arsenale composto da coltelli a serramanico, razzi, mazze da baseball, due manganelli in ferro, biglie da lanciare con la fionda, mephisto, oltre ad alcuni proiettili di vario calibro. Per i loro proprietari scatterà il Daspo. Intanto, però, è già scattato l’allarme per Napoli-Inter. Al San Paolo sono attesi circa 200 tifosi nerazzurri ai quali si uniranno quelli provenienti dalla regione. I video. Inquietanti i particolari che emergono dall’inchiesta. Due le partite finite nel mirino della polizia. La prima è Napoli-Milan del 23 marzo 2008. nelle riprese filmate dalla Digos si vede Diego Molino, uno degli elementi più violenti all’interno della galassia ultrà lanciare due molotov contro il settore dei tifosi rossoneri. Di Carluccio è accusato di essere il protagonista di un’aggressione ai danni di alcuni agenti di polizia che lo avevano bloccato dopo che aveva forzato un varco d’accesso, in occasione di Napoli-Siena del 27 settembre 2009. Fabio Zizolfi e Carlo Misuraca, del gruppo Fedayn, sono invece ripresi nel video registrato in occasione di Napoli-Chievo, disputata il 31 maggio 2009. Li si vede mentre costringono ad uscire dalla curva A del San Paolo, venti minuti prima della fine della partita, un migliaio di spettatori. Una forma di protesta decisa dalle varie sigle della tifoseria organizzata contro la società di Aurelio De Laurentiis. Per loro l’accusa è di violenza privata. I pentiti. All’inchiesta hanno fornito un contributo determinante alcuni collaboratori di giustizia. Tra loro, Emiliano Zapata Misso, nipote del boss Giuseppe Misso «In curva A - ha dichiarato - esistono vari gruppi organizzati di Ultrà: i Mastiffs, le Teste Matte e per un periodo anche la Masseria Cardone; i capi dei Masttiffs sono Gennaro De Tommaso, il figlio di Ciro, che è un camorrista affiliato al clan Misso; Carmine Tolomelli dei Quartieri Spagnoli, imparentato con i Tolomelli della Sanità; Michele Capuano, figlio di Tonino, di piazza San Gaetano che fu ammazzato parecchio tempo fa». Insomma, un quadro inquietante che dimostrerebbe come dietro quasi tutte le sigle della tifoseria ultrà vi sia un «referente» della criminalità organizzata cittadina. Alle indagini ha fornito un contributo essenziale la Polizia Scientifica, diretta dal vocequestore Fabiola Mancone.


Fonte: Il Mattino