Calcio
CDM - Zambardino: "Napoli, rivoluzione sul mercato, terrei Meret e Ostigard, difficile trattenere Simeone"
02.04.2024 10:57 di Napoli Magazine

Vittorio Zambardino, giornalista, ha commentato sul Corriere del Mezzogiorno le possibili scelte di mercato del Napoli: "La nostra idea qui è che non si possa fare un «fuori tutto», come un negozio che sta fallendo. Ma davvero abbiamo bisogno di far fuori Alex Meret? Con Gollini, quello dei portieri è il reparto meno disastrato. Opinione impopolare, ma se i forcaioli che odiano Meret si convincessero che i gol che si prendono dipendono dal gioco della squadra, saremmo un pezzo avanti. Ma la società è fissata con Caprile. Grande affetto per Juan Jesus ma sarebbe meglio prepararlo a un ruolo da dirigente. Mario Rui è come uno di famigliam na Olivera vorrà restare? Sui centrali ci vuole un investimento: liberateci della presenza di Natan. Direte, e chi vuoi comprare? I nomi noti e buoni sono costosi, il modello Riccardo Calafiori, per intendersi. Sarebbe da trattenere Ostigard, un sottovalutato. A centrocampo la situazione è complicata dall'addio di Zielinski: Anguissa è signor Discontinuità ma va tenuto. Lobotka dovresti tenerlo ma ha mercato. Cajusteforse (più no che sì), Dendoncker via, ma qui l’acquisto che ci piacerebbe è Lindstrom. Ma ci vuole almeno un nome nuovo, ma forse due (e il ritorno di Gaetano e Folorunsho - se li fai giocare, se ti fidi, se ci credi). Via Osimhen (ma l’ha davvero venduto? Perché questo perde valore ad ogni partita). Difficile trattenere Simeone e fossimo Raspadori chiederemmo di andarcene, un vero spreco. C’è Ngonge, ma certamente ci vuole una prima punta vera competitiva, a meno che non si voglia scommettere su Raspadori. Aurelio De Laurentiis è chiamato a trovare un nuovo allenatore. Lo farà inseguendo i sogni, come ha fatto per tutto quest’anno e quindi finirà per richiamare Maurizio Sarri o, peggio, per ingaggiare Vincenzo Italiano. Intanto l’errore di metodo: l’allenatore lo sceglie lui, prima di aver ingaggiato un direttore sportivo? Se quest’anno non fosse bastato a convincere il padrone del Napoli che la parte tecnica è un mestiere che lui non può assolutamente fare, saremmo davvero nei guai. Conte è il caso a parte di De Laurentiis, la sua idea che per ritornare al vertice si possa prendere la scorciatoia dell’uomo sempre vincente - e sempre in conflitto con la società spingendo per acquisti costosi. Siamo sicuri che sia questa la strada? Al posto dell’idea della squadra di calcio come una compagnia di disciplina ma vincente, non si potrebbe pensare a un uomo mite ma competente che porta la squadra ad una crescita «organica», graduale, ma consistente? No, non Italiano: che lascia la Fiorentina addirittura dietro il Napoli, anche se ti fa spendere meno di Conte. Ci vuole un allenatore uomo di calcio che alleni con la stima e l’affetto per e dei giocatori. Un esempio? Daniele De Rossi, uno come lui. E se il nome giusto fosse Gasperini, lasciandolo lavorare per tre anni veri? Scelga chi vuole come direttore tecnico, escludendo gli «yes men»: serve gente competente e di carattere, altrimenti il rischio è quello di vendere e comprare un numero a due cifre di giocatori, svenarsi, e restare, come dice giustamente il commentatore Paolo Del Genio, nella dimensione dell’ottavo decimo posto. Un rischio reale".

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CDM - Zambardino: "Napoli, rivoluzione sul mercato, terrei Meret e Ostigard, difficile trattenere Simeone"

di Napoli Magazine

02/04/2024 - 10:57

Vittorio Zambardino, giornalista, ha commentato sul Corriere del Mezzogiorno le possibili scelte di mercato del Napoli: "La nostra idea qui è che non si possa fare un «fuori tutto», come un negozio che sta fallendo. Ma davvero abbiamo bisogno di far fuori Alex Meret? Con Gollini, quello dei portieri è il reparto meno disastrato. Opinione impopolare, ma se i forcaioli che odiano Meret si convincessero che i gol che si prendono dipendono dal gioco della squadra, saremmo un pezzo avanti. Ma la società è fissata con Caprile. Grande affetto per Juan Jesus ma sarebbe meglio prepararlo a un ruolo da dirigente. Mario Rui è come uno di famigliam na Olivera vorrà restare? Sui centrali ci vuole un investimento: liberateci della presenza di Natan. Direte, e chi vuoi comprare? I nomi noti e buoni sono costosi, il modello Riccardo Calafiori, per intendersi. Sarebbe da trattenere Ostigard, un sottovalutato. A centrocampo la situazione è complicata dall'addio di Zielinski: Anguissa è signor Discontinuità ma va tenuto. Lobotka dovresti tenerlo ma ha mercato. Cajusteforse (più no che sì), Dendoncker via, ma qui l’acquisto che ci piacerebbe è Lindstrom. Ma ci vuole almeno un nome nuovo, ma forse due (e il ritorno di Gaetano e Folorunsho - se li fai giocare, se ti fidi, se ci credi). Via Osimhen (ma l’ha davvero venduto? Perché questo perde valore ad ogni partita). Difficile trattenere Simeone e fossimo Raspadori chiederemmo di andarcene, un vero spreco. C’è Ngonge, ma certamente ci vuole una prima punta vera competitiva, a meno che non si voglia scommettere su Raspadori. Aurelio De Laurentiis è chiamato a trovare un nuovo allenatore. Lo farà inseguendo i sogni, come ha fatto per tutto quest’anno e quindi finirà per richiamare Maurizio Sarri o, peggio, per ingaggiare Vincenzo Italiano. Intanto l’errore di metodo: l’allenatore lo sceglie lui, prima di aver ingaggiato un direttore sportivo? Se quest’anno non fosse bastato a convincere il padrone del Napoli che la parte tecnica è un mestiere che lui non può assolutamente fare, saremmo davvero nei guai. Conte è il caso a parte di De Laurentiis, la sua idea che per ritornare al vertice si possa prendere la scorciatoia dell’uomo sempre vincente - e sempre in conflitto con la società spingendo per acquisti costosi. Siamo sicuri che sia questa la strada? Al posto dell’idea della squadra di calcio come una compagnia di disciplina ma vincente, non si potrebbe pensare a un uomo mite ma competente che porta la squadra ad una crescita «organica», graduale, ma consistente? No, non Italiano: che lascia la Fiorentina addirittura dietro il Napoli, anche se ti fa spendere meno di Conte. Ci vuole un allenatore uomo di calcio che alleni con la stima e l’affetto per e dei giocatori. Un esempio? Daniele De Rossi, uno come lui. E se il nome giusto fosse Gasperini, lasciandolo lavorare per tre anni veri? Scelga chi vuole come direttore tecnico, escludendo gli «yes men»: serve gente competente e di carattere, altrimenti il rischio è quello di vendere e comprare un numero a due cifre di giocatori, svenarsi, e restare, come dice giustamente il commentatore Paolo Del Genio, nella dimensione dell’ottavo decimo posto. Un rischio reale".