Alessandro Barbano, giornalista, ha detto la sua sulla situazione legata al divorzio tra Walter Sabatini e Danilo Iervolino alla Salernitana sulle colonne del Corriere dello Sport: "Una commissione esosa per concludere un contratto può drogare il mercato, ma è ancora una commissione. Una commissione perché un contratto non si concluda è invece un’altra cosa. È a quest'ultima che sembra riferirsi la denuncia del presidente della Salernitana, Danilo Iervolino, in un’intervista alla Gazzetta, quando racconta le ragioni del divorzio con il direttore sportivo Walter Sabatini. Una vicenda che dimostra quanto siano vischiose le vicende di mercato, e soprattutto quanto sia ambiguo il ruolo dei procuratori. Un aumento sull’ingaggio di Lassana Coulibaly di appena duecentomila euro non giustifica una commissione cinque volte maggiore, cioè di un milione di euro. Se quella somma serve a far desistere il giocatore dall’offrirsi ad altri, si tratta di un prezzo per scongiurare un danno paventato che poco ha a che fare con le categorie del diritto privato, e troppo somiglia a una fattispecie penale. La denuncia del giovane presidente granata ha il merito di rompere una consuetudine di subalternità già pagata a caro prezzo. Il risanamento del sistema è anzitutto una sfida culturale".
di Napoli Magazine
07/06/2022 - 12:03
Alessandro Barbano, giornalista, ha detto la sua sulla situazione legata al divorzio tra Walter Sabatini e Danilo Iervolino alla Salernitana sulle colonne del Corriere dello Sport: "Una commissione esosa per concludere un contratto può drogare il mercato, ma è ancora una commissione. Una commissione perché un contratto non si concluda è invece un’altra cosa. È a quest'ultima che sembra riferirsi la denuncia del presidente della Salernitana, Danilo Iervolino, in un’intervista alla Gazzetta, quando racconta le ragioni del divorzio con il direttore sportivo Walter Sabatini. Una vicenda che dimostra quanto siano vischiose le vicende di mercato, e soprattutto quanto sia ambiguo il ruolo dei procuratori. Un aumento sull’ingaggio di Lassana Coulibaly di appena duecentomila euro non giustifica una commissione cinque volte maggiore, cioè di un milione di euro. Se quella somma serve a far desistere il giocatore dall’offrirsi ad altri, si tratta di un prezzo per scongiurare un danno paventato che poco ha a che fare con le categorie del diritto privato, e troppo somiglia a una fattispecie penale. La denuncia del giovane presidente granata ha il merito di rompere una consuetudine di subalternità già pagata a caro prezzo. Il risanamento del sistema è anzitutto una sfida culturale".