Il primo allenatore di Diawara al San Marino, Fabrizio Tazzioli, ha esultato al suo gol col Chievo Verona senza esserne particolarmente stupito. Si aspettava un colpo simile, appartiene al dna di questo ventenne senza timori che ha eclissato le difficoltà grazie ad un istante decisivo: «In partita era stato un po’ timido, ma poi ha trovato il jolly e gol simili devi saperli fare, non sono casuali», spiega Tazzioli, che all’orizzonte scruta la crescita di Diawara e prevede cosa potrà accadere in chiave scudetto, col Napoli rinato e ancora in corsa con la Juve, nonostante il solco di quattro punti dal primo posto. «Ma c’è ancora lo scontro diretto», afferma convinto, Tazzioli, che pensa al calendario e agli incroci futuri che coinvolgeranno le due squadre tra fine aprile e maggio, ad un passo dall’epilogo.
Dunque? «Se il Napoli batte la Juve, sono convinto che vincerà lo scudetto. Se non perde sarà ancora in corsa per il primo posto. La lotta Champions, che resta viva, sarà fondamentale e, calendario alla mano, può aiutare il Napoli. E poi la Juve mica stravince le partite, anche a Benevento ha sofferto...».
E il Napoli? «Col Chievo sembrava tutto finito, ma in tre minuti ha ribaltato la partita e questo, banalmente, spiega che nel calcio tutto può succedere».
Che gol ha fatto il “suo” Diawara? «Non è da tutti una rete simile. Stoppare palla in un’area così affollata e concludere a giro, al minuto novantatré di una partita da vincere a tutti i costi, vuol dire avere talento. È segno di maturità e classe. La sua».
Ha fatto un gol alla Yaya Touré? «Sì, è così. Gli dicevo sempre: Amadou, sei un incrocio tra Yaya e Desailly. Chiunque dei due diventerai, sarai un campione». Andrà così? «È ancora giovanissimo e giocare nel Napoli, che lotta per lo scudetto, non è semplice per nessuno. Quest’anno la sua crescita s’è un po’ bloccata, ma Amadou ha enormi margini di miglioramento sulla continuità e nel tentare giocate più difficili dal punto di vista tecnico».
Si aspettava giocasse meno quest’anno? «Ha sofferto l’exploit di Jorginho, che è bravissimo e sta facendo un campionato sopra le righe. Giocatori come lui hanno bisogno di giocare sempre per rendere al meglio. Sarri difficilmente cambia le pedine a sua disposizione, ma tutte le volte che è stato chiamato in causa, Diawara s’è fatto trovare pronto».
Come col Chievo Verona…. «La prestazione non è stata eccezionale, ma era difficile chiedere di più a chi non giocava titolare in campionato da ottobre. Diawara è apparso timido, ha fatto una gara difensiva. Era molto difficile trovare varchi, avrebbe avuto difficoltà anche Jorginho per la tipologia tattica della sfida”. Poi una perla ha sovvertito tutto: giudizi, sensazioni, umori, speranze....
di Napoli Magazine
10/04/2018 - 11:29
Il primo allenatore di Diawara al San Marino, Fabrizio Tazzioli, ha esultato al suo gol col Chievo Verona senza esserne particolarmente stupito. Si aspettava un colpo simile, appartiene al dna di questo ventenne senza timori che ha eclissato le difficoltà grazie ad un istante decisivo: «In partita era stato un po’ timido, ma poi ha trovato il jolly e gol simili devi saperli fare, non sono casuali», spiega Tazzioli, che all’orizzonte scruta la crescita di Diawara e prevede cosa potrà accadere in chiave scudetto, col Napoli rinato e ancora in corsa con la Juve, nonostante il solco di quattro punti dal primo posto. «Ma c’è ancora lo scontro diretto», afferma convinto, Tazzioli, che pensa al calendario e agli incroci futuri che coinvolgeranno le due squadre tra fine aprile e maggio, ad un passo dall’epilogo.
Dunque? «Se il Napoli batte la Juve, sono convinto che vincerà lo scudetto. Se non perde sarà ancora in corsa per il primo posto. La lotta Champions, che resta viva, sarà fondamentale e, calendario alla mano, può aiutare il Napoli. E poi la Juve mica stravince le partite, anche a Benevento ha sofferto...».
E il Napoli? «Col Chievo sembrava tutto finito, ma in tre minuti ha ribaltato la partita e questo, banalmente, spiega che nel calcio tutto può succedere».
Che gol ha fatto il “suo” Diawara? «Non è da tutti una rete simile. Stoppare palla in un’area così affollata e concludere a giro, al minuto novantatré di una partita da vincere a tutti i costi, vuol dire avere talento. È segno di maturità e classe. La sua».
Ha fatto un gol alla Yaya Touré? «Sì, è così. Gli dicevo sempre: Amadou, sei un incrocio tra Yaya e Desailly. Chiunque dei due diventerai, sarai un campione». Andrà così? «È ancora giovanissimo e giocare nel Napoli, che lotta per lo scudetto, non è semplice per nessuno. Quest’anno la sua crescita s’è un po’ bloccata, ma Amadou ha enormi margini di miglioramento sulla continuità e nel tentare giocate più difficili dal punto di vista tecnico».
Si aspettava giocasse meno quest’anno? «Ha sofferto l’exploit di Jorginho, che è bravissimo e sta facendo un campionato sopra le righe. Giocatori come lui hanno bisogno di giocare sempre per rendere al meglio. Sarri difficilmente cambia le pedine a sua disposizione, ma tutte le volte che è stato chiamato in causa, Diawara s’è fatto trovare pronto».
Come col Chievo Verona…. «La prestazione non è stata eccezionale, ma era difficile chiedere di più a chi non giocava titolare in campionato da ottobre. Diawara è apparso timido, ha fatto una gara difensiva. Era molto difficile trovare varchi, avrebbe avuto difficoltà anche Jorginho per la tipologia tattica della sfida”. Poi una perla ha sovvertito tutto: giudizi, sensazioni, umori, speranze....