Nella sala stampa Antonio Bassi del Carlo Castellani Computer Gross Arena, accompagnato dal Direttore Sportivo Roberto Gemmi, è stato presentato il nuovo tecnico azzurro Guido Pagliuca.
“Ci tengo a ringraziare Fabrizio e Rebecca Corsi ed il direttore Gemmi – ha esordito Pagliuca – per l’opportunità di entrare a far parte della famiglia Empoli. Voglio ringraziare anche la Juve Stabia per i due anni trascorsi insieme. L’emozione è tanta, so di essere arrivato in una società modello che ha avuto tanti allenatori importanti che per me sono stati fonte di studio, ho passato del tempo al sussidiario per studiarli. Sono una persona molto umile che viene in un ambiente dove ci sono tanti punti in comune, uno su tutti è la cultura del lavoro, che si respira fin dai primi confronti con presidente e direttore: è stato importante per me sentire e percepire questo aspetto. Una società che dà valore al lavoro quotidiano per la crescita e la valorizzazione del calciatore”.
“Definisco il calcio come un gioco organizzato e responsabile – ha aggiunto il tecnico –. I giocatori devono andare in campo per divertirsi con serietà ed avere la gioia di giocare. Nel calcio di oggi l’organizzazione è un aspetto dominante e per questo c’è bisogno di stare sul campo. L’unica cosa che ho chiesto al direttore è stata quella di puntare sull’uomo e sui valori umani all’interno dello spogliatoio. La responsabilità deve essere verso la società, verso la storia di questo club e verso la tifoseria che sarebbe bello fosse orgogliosa di questi calciatori. Fin dal primo giorno di ritiro l’obiettivo sarà quello di costruire un gruppo. Un qualcosa in più, poi, arriva dall’unione tra giocatori, staff, società e tifosi. Questo qualcosa in più è fondamentale ai fini dell’obiettivo. Voglio creare un’unione che sia riconoscibile quando i giocatori scendono in campo. Quando c’è questa tra le componenti, è proprio quando l’allenatore si sente la squadra addosso. Vogliamo creare l’entusiasmo, la voglia di giocare per l’Empoli e per questa maglia. Insieme lo trasferiremo ai giocatori e al mondo Empoli. Nel calcio di oggi è importante la flessibilità, dovrò essere bravo a mettere nelle condizioni, nelle posizioni e nei principi i calciatori che mi verranno messi a disposizione per farli rendere al meglio. Le difficoltà della Serie B? Un campionato molto competitivo. Squadre che partivano con un budget importante si giocano la salvezza, mentre squadre con grandi valori all’interno del gruppo e predisposizione al lavoro si sono giocate gare per la promozione. Questo è stato l’andamento negli ultimi anni e penso sarà così anche in questo. Sarà fondamentale l’importanza del gruppo in un campionato così competitivo”.
“La scelta del mister è molto semplice – ha invece dichiarato il Ds azzurro Gemmi –: si chiama empatia. Mi dicevano che caratterialmente siamo troppo uguali per stare insieme, è stato il primo incontro che ho fatto e tornando ho detto al mio collaboratore: abbiamo trovato l’allenatore. Ho visto una visione d’insieme molto vicina, entusiasmo e una voglia di dimostrare il proprio valore. Quindi ho deciso nell’immediato. Entrambi abbiamo fatto tanta gavetta, sappiamo cosa significa essere qui. La speranza è che possa essere l’inizio di un rapporto duraturo”.
“L’obiettivo è fare l’Empoli – ha concluso sempre Gemmi–, cioè fare il meglio possibile con le proprie forze. Lo dovremo fare anche quest’anno, poi il campo ci dirà dove arriveremo. L’obiettivo è fare l’Empoli e lo strumento è quello del lavoro quotidiano, con forza voglia ed entusiasmo. Il reparto difensivo è quello su cui numericamente siamo più in difficoltà. Cercheremo di accelerare sulla difesa e sull’attacco, dovremo accelerare ma sempre avendo equilibrio e pazienza. Abbiamo già cominciato a muoverci. Preciso anche che i calciatori che sono andati in prestito è stata una scelta per farli crescere, non perché sono stati bocciati. Pensavamo che fossero giocatori in grado di tornare all’Empoli per fare i protagonisti, come più volte è successo. La retrocessione? Certamente abbiamo fatto un’analisi delle cose che potevamo migliorare, di quello che è successo, prendo tutto come spunto e come bagaglio di esperienza. Possiamo trovare mille spunti e giustificazioni, ma non mi piace entrare nel terreno degli alibi, non lo sopporto. La retrocessione l’ho subito come tutti quanti ma mi ha dato una carica per tornare ad avere quello che ci hanno tolto. Servirà lavorare forte e con grandissimo entusiasmo. Una delle cose che cambierò è sicuramente quella della comunicazione, quest’anno sarò più presente”.
di Napoli Magazine
20/06/2025 - 09:53
Nella sala stampa Antonio Bassi del Carlo Castellani Computer Gross Arena, accompagnato dal Direttore Sportivo Roberto Gemmi, è stato presentato il nuovo tecnico azzurro Guido Pagliuca.
“Ci tengo a ringraziare Fabrizio e Rebecca Corsi ed il direttore Gemmi – ha esordito Pagliuca – per l’opportunità di entrare a far parte della famiglia Empoli. Voglio ringraziare anche la Juve Stabia per i due anni trascorsi insieme. L’emozione è tanta, so di essere arrivato in una società modello che ha avuto tanti allenatori importanti che per me sono stati fonte di studio, ho passato del tempo al sussidiario per studiarli. Sono una persona molto umile che viene in un ambiente dove ci sono tanti punti in comune, uno su tutti è la cultura del lavoro, che si respira fin dai primi confronti con presidente e direttore: è stato importante per me sentire e percepire questo aspetto. Una società che dà valore al lavoro quotidiano per la crescita e la valorizzazione del calciatore”.
“Definisco il calcio come un gioco organizzato e responsabile – ha aggiunto il tecnico –. I giocatori devono andare in campo per divertirsi con serietà ed avere la gioia di giocare. Nel calcio di oggi l’organizzazione è un aspetto dominante e per questo c’è bisogno di stare sul campo. L’unica cosa che ho chiesto al direttore è stata quella di puntare sull’uomo e sui valori umani all’interno dello spogliatoio. La responsabilità deve essere verso la società, verso la storia di questo club e verso la tifoseria che sarebbe bello fosse orgogliosa di questi calciatori. Fin dal primo giorno di ritiro l’obiettivo sarà quello di costruire un gruppo. Un qualcosa in più, poi, arriva dall’unione tra giocatori, staff, società e tifosi. Questo qualcosa in più è fondamentale ai fini dell’obiettivo. Voglio creare un’unione che sia riconoscibile quando i giocatori scendono in campo. Quando c’è questa tra le componenti, è proprio quando l’allenatore si sente la squadra addosso. Vogliamo creare l’entusiasmo, la voglia di giocare per l’Empoli e per questa maglia. Insieme lo trasferiremo ai giocatori e al mondo Empoli. Nel calcio di oggi è importante la flessibilità, dovrò essere bravo a mettere nelle condizioni, nelle posizioni e nei principi i calciatori che mi verranno messi a disposizione per farli rendere al meglio. Le difficoltà della Serie B? Un campionato molto competitivo. Squadre che partivano con un budget importante si giocano la salvezza, mentre squadre con grandi valori all’interno del gruppo e predisposizione al lavoro si sono giocate gare per la promozione. Questo è stato l’andamento negli ultimi anni e penso sarà così anche in questo. Sarà fondamentale l’importanza del gruppo in un campionato così competitivo”.
“La scelta del mister è molto semplice – ha invece dichiarato il Ds azzurro Gemmi –: si chiama empatia. Mi dicevano che caratterialmente siamo troppo uguali per stare insieme, è stato il primo incontro che ho fatto e tornando ho detto al mio collaboratore: abbiamo trovato l’allenatore. Ho visto una visione d’insieme molto vicina, entusiasmo e una voglia di dimostrare il proprio valore. Quindi ho deciso nell’immediato. Entrambi abbiamo fatto tanta gavetta, sappiamo cosa significa essere qui. La speranza è che possa essere l’inizio di un rapporto duraturo”.
“L’obiettivo è fare l’Empoli – ha concluso sempre Gemmi–, cioè fare il meglio possibile con le proprie forze. Lo dovremo fare anche quest’anno, poi il campo ci dirà dove arriveremo. L’obiettivo è fare l’Empoli e lo strumento è quello del lavoro quotidiano, con forza voglia ed entusiasmo. Il reparto difensivo è quello su cui numericamente siamo più in difficoltà. Cercheremo di accelerare sulla difesa e sull’attacco, dovremo accelerare ma sempre avendo equilibrio e pazienza. Abbiamo già cominciato a muoverci. Preciso anche che i calciatori che sono andati in prestito è stata una scelta per farli crescere, non perché sono stati bocciati. Pensavamo che fossero giocatori in grado di tornare all’Empoli per fare i protagonisti, come più volte è successo. La retrocessione? Certamente abbiamo fatto un’analisi delle cose che potevamo migliorare, di quello che è successo, prendo tutto come spunto e come bagaglio di esperienza. Possiamo trovare mille spunti e giustificazioni, ma non mi piace entrare nel terreno degli alibi, non lo sopporto. La retrocessione l’ho subito come tutti quanti ma mi ha dato una carica per tornare ad avere quello che ci hanno tolto. Servirà lavorare forte e con grandissimo entusiasmo. Una delle cose che cambierò è sicuramente quella della comunicazione, quest’anno sarò più presente”.