Calcio
GENOA - De Rossi: "Norton-Cuffy è una bella sorpresa, ha un grande potenziale, questo gruppo è una famiglia"
08.12.2025 20:49 di Napoli Magazine
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Daniele De Rossi, allenatore del Genoa, ha parlato a DAZN dopo la vittoria contro l'Udinese: "In conferenza stampa aveva detto che per battere l'Udinese servivano undici Norton-Cuffy? Sì, insomma, noi cerchiamo di fare così. Quando giochi con i cinque e hai questi giocatori con questa grande potenza sulle fasce, cerchi di sfruttarli per tutta l'ampiezza del campo. Anche quando si va a stringere lì in area è importante che loro siano pronti a chiudere l'azione, ma non è che lo invento io, io lo scopiazzo dai vari Gasperini e tutti quelli che con questo modo di giocare hanno fatto faville negli ultimi anni. Lui è un giocatore per quelle squadre lì, con quelle caratteristiche lì. Potenziale esplosivo, inespresso, mostruoso. Un ragazzo curioso che chiede, domanda, vuole sapere. È veramente una bella sorpresa, è un 2004. Questo potenziale, questa esplosività, questa forza deve imparare, noi dobbiamo aiutarlo a gestirla, a usarla nella maniera più corretta. Ho sentito prima che ci davate Bellanova, Cambiaso, sono giocatori giovani anche loro, ma che giocando in questo tipo di sistema da tanto tempo hanno la consapevolezza e una capacità di sfruttare questa forza bestiale che lui presto raggiungerà. Oggi il Genoa ha fatto il Genoa, con uno step in più? Ti contraddico un po', ti ringrazio per i complimenti, ma secondo me nel primo tempo, subito appena abbiamo fatto gol, abbiamo arretrato troppo il baricentro e abbiamo iniziato a calciare. È un conto che lo fai gli ultimi dieci minuti, i punti pesano, il momento è delicato, questa è una piazza calda, quindi capisco che a volte ti siedi un pochino. Ci arriveremo a giocare, a riconoscere gli spazi anche quando la palla pesa un po' di più. A volte ci siamo abbassati, a volte invece abbiamo palleggiato bene anche nel secondo tempo, ci sono state delle trame interessanti. Poi, dopo una volta che esci dalla pressione, devi riuscire ad accendere gli attaccanti, andare in profondità, andare nello spazio perché è troppo importante, se no rimane un palleggio fine a se stesso. Però insomma ci lavoriamo. È poco che lavoriamo insieme e questi punti sono vitali perché spero il più presto possibile di togliermi da quella zona lì per poter iniziare a ricercare qualcosa di più simile a quello che mi piace a me. Anche se quando vinci queste partite, quando hai una famiglia dietro, perché questo gruppo che ho ereditato è una famiglia di ragazzi e quindi il merito va anche a chi l'ha costruito e chi l'ha allenato fino a poco fa, e quando vedi giocatori che lottano, giocatori che subentrano dare il tutto per tutto, è veramente un piacere. Poi a riconoscere gli spazi e i momenti ci arriveremo. Parole a Zaniolo? Io ho provato a dirlo, però non posso dire. Non lo posso mai dire, non lo posso mai dire o dovrei mentire. Ovviamente era uno di tanti insulti affettuosi che riservo a Nicolò da quando è piccolo. Quando è arrivato come facevo un po' sempre quando giocavo, i giovanotti così me li prendevo sempre sotto la mia ala. L'ho detto ieri in conferenza, l'altro ieri: lui con noi è stato perfetto in quei due anni. So che poi magari è stato un po' più turbolento il seguito della sua carriera, ma io ho quel ricordo lì di un ragazzo fantastico che aveva voglia, aveva un potenziale mostruoso. Lo ha mostrato e continuerà a mostrarlo, quindi c'è un affetto particolare. Ecco, quella partita lì a Madrid era il suo esordio e mi sono preoccupato prima della partita più a tranquillizzarlo, a cercare di farlo stare sereno che ad altro. Ma poi lui lo era già perché era campione dentro, nel senso che quel pizzico di sfrontatezza dei giocatori giovani è molto forte. Quindi ho un ricordo ottimo di Nicolò".

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GENOA - De Rossi: "Norton-Cuffy è una bella sorpresa, ha un grande potenziale, questo gruppo è una famiglia"

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08/12/2025 - 20:49

Daniele De Rossi, allenatore del Genoa, ha parlato a DAZN dopo la vittoria contro l'Udinese: "In conferenza stampa aveva detto che per battere l'Udinese servivano undici Norton-Cuffy? Sì, insomma, noi cerchiamo di fare così. Quando giochi con i cinque e hai questi giocatori con questa grande potenza sulle fasce, cerchi di sfruttarli per tutta l'ampiezza del campo. Anche quando si va a stringere lì in area è importante che loro siano pronti a chiudere l'azione, ma non è che lo invento io, io lo scopiazzo dai vari Gasperini e tutti quelli che con questo modo di giocare hanno fatto faville negli ultimi anni. Lui è un giocatore per quelle squadre lì, con quelle caratteristiche lì. Potenziale esplosivo, inespresso, mostruoso. Un ragazzo curioso che chiede, domanda, vuole sapere. È veramente una bella sorpresa, è un 2004. Questo potenziale, questa esplosività, questa forza deve imparare, noi dobbiamo aiutarlo a gestirla, a usarla nella maniera più corretta. Ho sentito prima che ci davate Bellanova, Cambiaso, sono giocatori giovani anche loro, ma che giocando in questo tipo di sistema da tanto tempo hanno la consapevolezza e una capacità di sfruttare questa forza bestiale che lui presto raggiungerà. Oggi il Genoa ha fatto il Genoa, con uno step in più? Ti contraddico un po', ti ringrazio per i complimenti, ma secondo me nel primo tempo, subito appena abbiamo fatto gol, abbiamo arretrato troppo il baricentro e abbiamo iniziato a calciare. È un conto che lo fai gli ultimi dieci minuti, i punti pesano, il momento è delicato, questa è una piazza calda, quindi capisco che a volte ti siedi un pochino. Ci arriveremo a giocare, a riconoscere gli spazi anche quando la palla pesa un po' di più. A volte ci siamo abbassati, a volte invece abbiamo palleggiato bene anche nel secondo tempo, ci sono state delle trame interessanti. Poi, dopo una volta che esci dalla pressione, devi riuscire ad accendere gli attaccanti, andare in profondità, andare nello spazio perché è troppo importante, se no rimane un palleggio fine a se stesso. Però insomma ci lavoriamo. È poco che lavoriamo insieme e questi punti sono vitali perché spero il più presto possibile di togliermi da quella zona lì per poter iniziare a ricercare qualcosa di più simile a quello che mi piace a me. Anche se quando vinci queste partite, quando hai una famiglia dietro, perché questo gruppo che ho ereditato è una famiglia di ragazzi e quindi il merito va anche a chi l'ha costruito e chi l'ha allenato fino a poco fa, e quando vedi giocatori che lottano, giocatori che subentrano dare il tutto per tutto, è veramente un piacere. Poi a riconoscere gli spazi e i momenti ci arriveremo. Parole a Zaniolo? Io ho provato a dirlo, però non posso dire. Non lo posso mai dire, non lo posso mai dire o dovrei mentire. Ovviamente era uno di tanti insulti affettuosi che riservo a Nicolò da quando è piccolo. Quando è arrivato come facevo un po' sempre quando giocavo, i giovanotti così me li prendevo sempre sotto la mia ala. L'ho detto ieri in conferenza, l'altro ieri: lui con noi è stato perfetto in quei due anni. So che poi magari è stato un po' più turbolento il seguito della sua carriera, ma io ho quel ricordo lì di un ragazzo fantastico che aveva voglia, aveva un potenziale mostruoso. Lo ha mostrato e continuerà a mostrarlo, quindi c'è un affetto particolare. Ecco, quella partita lì a Madrid era il suo esordio e mi sono preoccupato prima della partita più a tranquillizzarlo, a cercare di farlo stare sereno che ad altro. Ma poi lui lo era già perché era campione dentro, nel senso che quel pizzico di sfrontatezza dei giocatori giovani è molto forte. Quindi ho un ricordo ottimo di Nicolò".