Calcio
IL COMMENTO - Biasin: "Conte torna a San Siro e non merita i fischi dai tifosi nerazzurri"
09.11.2024 12:36 di Napoli Magazine

Fabrizio Biasin, giornalista, ha commentato la gara tra Inter e Napoli nel suo editoriale per 'L'Interista' soffermandosi su Antonio Conte e Simone Inzaghi: "Il match di domani sera a San Siro non è affatto decisivo in chiave scudetto, ma è certamente decisivo in chiave “evitiamo due settimane di rompimenti di fava”. Che poi son già lì tutti a fare il paragone: Inzaghi o Conte, Conte o Inzaghi, io preferisco quello e tu quell’altro, io accoglierò Ando’ con gli applausi e tu con i fischi. E vabbè, son cose tipiche. E allora, se proprio bisogna partecipare al sondaggione, il qui presente vi dice che non ha dubbi e non li ha per almeno dieci motivi:

1)    Inzaghi non ha mai detto “Io”. Ha sempre detto “Loro” o al massimo “Noi”.
2)    Inzaghi non ha mai sbraitato contro la sua stessa società, né si è mai lamentato di un suo giocatore. Quantomeno non lo ha fatto in pubblico.
3)    Inzaghi non ha mai preteso la luna, né un ristorante da 100 euro. Ha mangiato quel che gli hanno portato in tavola e si è fidato degli chef che, tra l’altro, hanno sempre proposto piatti più che buoni. 
4)    Inzaghi ha ereditato un gruppo che Conte pensava non potesse più tornare a vincere. E questo è evidente, altrimenti sarebbe rimasto al suo posto.
5)    Inzaghi ha donato all’Inter un gioco sontuoso. E anche quello di Conte era davvero buono e produttivo, ma ora siamo decisamente a un livello superiore.
6)    Inzaghi ha riportato l’Inter stabilmente tra le prime 10 squadre d’Europa e ci è riuscito con un percorso Champions costante e notevolissimo che in casa nerazzurra mancava da anni.
7)    Inzaghi sa di essere bravo, ma non ha bisogno di ribadirlo tutti i giorni. 
8)    Inzaghi è al primo posto per % di vittorie nella storia dei tecnici nerazzurri. Mica pizza e fichi.
9)    Inzaghi nonostante i continui mercati a costo zero non ha alcuna paura di dire “noi giochiamo per lo scudetto” e questa cosa a guardar bene la dicono solo lui e il collega Fonseca. Gli altri – anche quelli che sono stati serviti e riveriti con mercati multi-milionari - giocano tutti a nascondino.
10)    Da quando c’è Inzaghi il gruppo-Inter trasmette a chi lo osserva una compattezza e, soprattutto, una serenità che mancava da anni.

Domani a San Siro torna Antonio Conte e si merita tutto tranne che i fischi, perché ha riportato l’Inter al trionfo e questa cosa non era affatto scontata. Massimo rispetto. Domani a San Siro ci sarà come sempre Simone Inzaghi, uno che ha raccolto un’eredità pesantissima e “sarà all’altezza? Mah”. Il primo ad avere dei dubbi era il sottoscritto, ma quei dubbi sono svaniti in un amen, e dopo 3 anni e qualche mese di gestione inzaghiana - diciamolo - si son convertiti quasi tutti.

“Quasi”, perché c’è chi ancora chi non è convinto e non lo sarà mai, son quelli che in caso di pareggio o sconfitta domani sera torneranno a suonare la grancassa: “Non è in grado”, “è meno bravo di quell’altro”, “deve imparare”.  Ecco, speriamo di vincere anche per non sentire questi qui, quelli che godono quando vincono ma, ancora di più, si arrapano quando non vincono. Oh, esistono davvero, pensa te che roba".

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IL COMMENTO - Biasin: "Conte torna a San Siro e non merita i fischi dai tifosi nerazzurri"

di Napoli Magazine

09/11/2024 - 12:36

Fabrizio Biasin, giornalista, ha commentato la gara tra Inter e Napoli nel suo editoriale per 'L'Interista' soffermandosi su Antonio Conte e Simone Inzaghi: "Il match di domani sera a San Siro non è affatto decisivo in chiave scudetto, ma è certamente decisivo in chiave “evitiamo due settimane di rompimenti di fava”. Che poi son già lì tutti a fare il paragone: Inzaghi o Conte, Conte o Inzaghi, io preferisco quello e tu quell’altro, io accoglierò Ando’ con gli applausi e tu con i fischi. E vabbè, son cose tipiche. E allora, se proprio bisogna partecipare al sondaggione, il qui presente vi dice che non ha dubbi e non li ha per almeno dieci motivi:

1)    Inzaghi non ha mai detto “Io”. Ha sempre detto “Loro” o al massimo “Noi”.
2)    Inzaghi non ha mai sbraitato contro la sua stessa società, né si è mai lamentato di un suo giocatore. Quantomeno non lo ha fatto in pubblico.
3)    Inzaghi non ha mai preteso la luna, né un ristorante da 100 euro. Ha mangiato quel che gli hanno portato in tavola e si è fidato degli chef che, tra l’altro, hanno sempre proposto piatti più che buoni. 
4)    Inzaghi ha ereditato un gruppo che Conte pensava non potesse più tornare a vincere. E questo è evidente, altrimenti sarebbe rimasto al suo posto.
5)    Inzaghi ha donato all’Inter un gioco sontuoso. E anche quello di Conte era davvero buono e produttivo, ma ora siamo decisamente a un livello superiore.
6)    Inzaghi ha riportato l’Inter stabilmente tra le prime 10 squadre d’Europa e ci è riuscito con un percorso Champions costante e notevolissimo che in casa nerazzurra mancava da anni.
7)    Inzaghi sa di essere bravo, ma non ha bisogno di ribadirlo tutti i giorni. 
8)    Inzaghi è al primo posto per % di vittorie nella storia dei tecnici nerazzurri. Mica pizza e fichi.
9)    Inzaghi nonostante i continui mercati a costo zero non ha alcuna paura di dire “noi giochiamo per lo scudetto” e questa cosa a guardar bene la dicono solo lui e il collega Fonseca. Gli altri – anche quelli che sono stati serviti e riveriti con mercati multi-milionari - giocano tutti a nascondino.
10)    Da quando c’è Inzaghi il gruppo-Inter trasmette a chi lo osserva una compattezza e, soprattutto, una serenità che mancava da anni.

Domani a San Siro torna Antonio Conte e si merita tutto tranne che i fischi, perché ha riportato l’Inter al trionfo e questa cosa non era affatto scontata. Massimo rispetto. Domani a San Siro ci sarà come sempre Simone Inzaghi, uno che ha raccolto un’eredità pesantissima e “sarà all’altezza? Mah”. Il primo ad avere dei dubbi era il sottoscritto, ma quei dubbi sono svaniti in un amen, e dopo 3 anni e qualche mese di gestione inzaghiana - diciamolo - si son convertiti quasi tutti.

“Quasi”, perché c’è chi ancora chi non è convinto e non lo sarà mai, son quelli che in caso di pareggio o sconfitta domani sera torneranno a suonare la grancassa: “Non è in grado”, “è meno bravo di quell’altro”, “deve imparare”.  Ecco, speriamo di vincere anche per non sentire questi qui, quelli che godono quando vincono ma, ancora di più, si arrapano quando non vincono. Oh, esistono davvero, pensa te che roba".