Per celebrare il centenario della nascita di Nils Liedholm, Carlo Liedholm, figlio del “Barone”, ha rilasciato alcune dichiarazioni a RomaNews24.net.
Quanta differenza c’era tra il Liedholm uomo ed il Liedholm allenatore?
“La figura del Liedholm uomo coincide perfettamente con quella del Liedholm allenatore. L’unica differenza tra le due è che a volte in casa lasciava da parte quella consueta calma imperturbabile per concedersi qualche slancio emotivo in più. Era una persona limpida come l’acqua pura.”
Puoi svelarci qualche aneddoto?
“Di aneddoti che non si sappiano credo ce ne siano pochi. Posso solamente aggiungere che mio padre raramente alzava la voce, ma, come tutte le persone buone d’animo, quando si arrabbiava non era un bello spettacolo. Incuteva timore e soggezione anche grazie alla sua imponenza fisica.”
Lo Scudetto con la Roma del 1983 o il tricolore della stella con il Milan: a quale successo era più legato?
“Lui diceva che un calciatore si identifica nella maglia che indossa sempre di più rispetto a quanto possa fare un allenatore. Per questo credo che avesse un legame indissolubile con il Milan, squadra con cui si è consacrato in quanto giocatore, leader e allenatore. A Roma è stato rapito dal calore e dal trasporto passionale che i tifosi hanno sempre riservato a lui e alla sua squadra in entrambe le esperienze: per mio padre il tifo giallorosso non aveva eguali nel mondo.”
Possiamo individuare in Carlo Ancelotti il suo erede?
“Sicuramente è quello che gli somiglia di più, non a caso fu proprio lui a vincere la prima edizione del premio “Nils Liedholm” nel lontano 2009. Carlo lo ricorda molto nella gestione degli equilibri dello spogliatoio da cui poi si riesce sempre a creare una serenità produttiva in termini di risultati.”
Oltre Ancelotti, c’è un altro allenatore attuale che tuo padre avrebbe apprezzato?
“A lui piacevano tutti gli allenatori che facevano giocar bene le loro squadre. Considerava sempre il valore di un tecnico in base alla rosa che aveva a disposizione. Vincere con calciatori di grande qualità è più semplice piuttosto che farlo con giocatori di medio livello. Ricordo che una volta incontrò Spalletti in un hotel di Palermo, ai tempi dell’Udinese: c’era grande stima reciproca.”
Nils Liedholm era, senza dubbio, un uomo versatile, in grado di unire due passioni dissonanti come il calcio e la campagna. Come è nata questa sua dedizione al “verde”?
“L’amore per la campagna lo ha accompagnato per tutta la sua esistenza. Lui era nato e cresciuto in quel tipo di ambiente e si rispecchiava molto in quello stile di vita. Consequenzialmente è sbocciata anche la passione per il vino, nonostante lui fosse astemio. Questo è un settore a cui sento di appartenere anche io in quanto piemontese.”
di Napoli Magazine
08/10/2022 - 11:03
Per celebrare il centenario della nascita di Nils Liedholm, Carlo Liedholm, figlio del “Barone”, ha rilasciato alcune dichiarazioni a RomaNews24.net.
Quanta differenza c’era tra il Liedholm uomo ed il Liedholm allenatore?
“La figura del Liedholm uomo coincide perfettamente con quella del Liedholm allenatore. L’unica differenza tra le due è che a volte in casa lasciava da parte quella consueta calma imperturbabile per concedersi qualche slancio emotivo in più. Era una persona limpida come l’acqua pura.”
Puoi svelarci qualche aneddoto?
“Di aneddoti che non si sappiano credo ce ne siano pochi. Posso solamente aggiungere che mio padre raramente alzava la voce, ma, come tutte le persone buone d’animo, quando si arrabbiava non era un bello spettacolo. Incuteva timore e soggezione anche grazie alla sua imponenza fisica.”
Lo Scudetto con la Roma del 1983 o il tricolore della stella con il Milan: a quale successo era più legato?
“Lui diceva che un calciatore si identifica nella maglia che indossa sempre di più rispetto a quanto possa fare un allenatore. Per questo credo che avesse un legame indissolubile con il Milan, squadra con cui si è consacrato in quanto giocatore, leader e allenatore. A Roma è stato rapito dal calore e dal trasporto passionale che i tifosi hanno sempre riservato a lui e alla sua squadra in entrambe le esperienze: per mio padre il tifo giallorosso non aveva eguali nel mondo.”
Possiamo individuare in Carlo Ancelotti il suo erede?
“Sicuramente è quello che gli somiglia di più, non a caso fu proprio lui a vincere la prima edizione del premio “Nils Liedholm” nel lontano 2009. Carlo lo ricorda molto nella gestione degli equilibri dello spogliatoio da cui poi si riesce sempre a creare una serenità produttiva in termini di risultati.”
Oltre Ancelotti, c’è un altro allenatore attuale che tuo padre avrebbe apprezzato?
“A lui piacevano tutti gli allenatori che facevano giocar bene le loro squadre. Considerava sempre il valore di un tecnico in base alla rosa che aveva a disposizione. Vincere con calciatori di grande qualità è più semplice piuttosto che farlo con giocatori di medio livello. Ricordo che una volta incontrò Spalletti in un hotel di Palermo, ai tempi dell’Udinese: c’era grande stima reciproca.”
Nils Liedholm era, senza dubbio, un uomo versatile, in grado di unire due passioni dissonanti come il calcio e la campagna. Come è nata questa sua dedizione al “verde”?
“L’amore per la campagna lo ha accompagnato per tutta la sua esistenza. Lui era nato e cresciuto in quel tipo di ambiente e si rispecchiava molto in quello stile di vita. Consequenzialmente è sbocciata anche la passione per il vino, nonostante lui fosse astemio. Questo è un settore a cui sento di appartenere anche io in quanto piemontese.”