Sandro Sabatini, giornalista, ha commentato su YouTube la vittoria del Napoli contro la Roma: "Poteva essere la partita del passaggio del testimone, del passaggio di consegna, del cambio della guardia, lo scudetto sulla maglia del Napoli consegnato virtualmente a un'altra squadra che per l'occasione era la Roma che avrebbe consolidato il primato in classifica. Con i sé e con i ma da nessuna parte, con le ipotesi nemmeno. La realtà è un'altra, ovvero che il Napoli riconquista il primo posto in classifica, lo fa vincendo di corto muso e va bene così perché consente alla squadra di Antonio Conte di aggrapparsi al Milan, agguantare il Milan a 28 punti in classifica mettendosi dietro l'Inter e appunto la Roma che resta ferma a 27, aspettando il Bologna che sarà della corsa scudetto probabilmente se continuerà così. E guardando anche con un certo timore il Coma a 24 punti e persino la Juventus a 23, ecco che stiamo per vivere un campionato di rara bellezza e di raro equilibrio con addirittura tante squadre che potrebbero giocarsi tutte le loro possibilità, non soltanto per un posto nelle prime quattro di Champions League. Conteranno poi tanti particolari, ci sarà tanto da verificare su quanto inciderà l'impegno europeo, per esempio a vantaggio del Milan che non lo ha e a svantaggio di chi invece ci deve fare i conti tutte le volte, per esempio il Napoli, la Juventus, l'Inter appunto, però guardate che poi anche l'impegno europeo va comunque interpretato perché vale in maniera analitica, deve essere specificato e deve essere anche confrontato con la situazione della squadra avversaria. L'esempio più evidente è quello proprio che riguarda la partita tra Roma e Napoli, perché il Napoli sì aveva avuto l'impegno in Champions League, la fatica della Champions League, ma anche la Roma aveva avuto la fatica dell'Europa League 48 ore dopo e quando si sono presentate in campo all'Olimpico, la Roma aveva 48 ore di riposo in meno. E allora che cosa si è guardato? Ecco quello che si era verificato nella partita contro il Bologna, quando Italiano aveva cambiato più di mezza squadra del Bologna che si trovava nella stessa situazione. Stavolta invece Gasperini per prudenza, per indecisione, perché aveva qualche giocatore in difficoltà e insomma per scelte che sono tutte sue, ha schierato otto degli 11 giocatori che avevano giocato il giovedì in Europa League. partita dispendiosa, tanto quella sostenuta dal Napoli il martedì contro il Qarabag in Champions League. Il Napoli invece aveva gli 11 giocatori che avevano vinto in Champions al martedì. Che cosa è successo? Com'è andata la partita? La prima impressione è che la Roma avesse un pochettino qualche difficoltà, fosse un pochettino più opaca rispetto al Napoli, che fosse più brillante. Poi però è chiaro che è stata una partita che si è visto come è stata indirizzata in un certo modo, non soltanto nei primi minuti, con l'equilibrio dello 0-0, ma con un Napoli molto compatto, molto eh volenteroso, molto preciso, molto concentrato, molto lontano da quello che invece si era visto e si era criticato tutti, non solo Antonio Conte, nella partita contro il Bologna, quella dramma sportivo che aveva portato conto a dire qui non voglio accompagnare un morto al funerale e poi la settimana di vacanze e poi il rapporto conflittuale con la squadra. Adesso sembra tutto risolto perché tutto risolto perché è evidente che la prestazione è stata diversa. È evidente che soprattutto i risultati sono stati diversi, una cosa è conseguenza dell'altra, ma attenzione, poi è cambiato il Napoli, è cambiato il Napoli proprio nella disposizione tattica in campo, perché Conte si è affidato alla difesa a tre e è sembrato anche in questo modo rinvigorire Beukema che aveva avuto delle prestazioni fino a appunto alla partita con il Bologna assolutamente deludenti. Rrahmani è il leader, è il pilota della difesa, Buongiorno offre sempre un contributo importante. Milinkovic che non ha più all'alternanza con Meret, ma comunque dimostra ogni partita di essere un acquisto indubbiamente indovinato, è quello che salva il risultato quasi al 90esimo sul tiro di Baldanzi con una parata di polso su un rasoterra veramente difficile e poi oltre alla difesa a tre un centrocampo molto operaio, senza la raffinatezza di De Bruyne, che lo dico sottovoce, ma l'infortunio di De Bruyne pur impoverendo il Napoli dal punto di vista tecnico, perché è evidente, ha comunque tolto a Conte un non dico un problema, ma un motivo di preoccupazione. Dove lo metto De Bruyne, dove lo metto McTominay e adesso questo problema non c'è più. McDomini gioca nel suo ruolo che è quello di mezzala, ma che è capace anche di fare da schermo di fronte alla difesa in appoggio con insieme con Lobotka e poi sulle fasce ci sono due giocatori che diventano i quinti in difesa e che riescono comunque a spingere con una certa importanza, ovvero Di Lorenzo ritrovato e anche Olivera anche lui ritrovato. E poi il segreto, qual è il segreto? Si chiama David Neres, che anche l'anno scorso, se ci pensate bene, eh aveva segnato gol importanti, aveva giocato partite brillanti, era stato uno delle carte a sorpresa del Napoli dello scudetto, anche perché aveva sostituito in maniera egregia Kvaratskhelia, quando sembrava che eh la la partenza o gli infortuni del giocatore georgiano potessero creare uno shock e anche un contraccolpo. David Neres è uno che sa giocare a destra e a sinistra, ma soprattutto a destra nel ruolo occupato nel nell'habitat, nel giardino di Politano riesce a dare il meglio. Di sicuro il suo gol è un manifestazione classica della tattica di Antonio Conte in purezza, cioè grande attenzione in fase difensiva, grande ripartenza combinata, passaggi di prima. Sì, eh, chiamatelo cortomuso. C'è qualche somiglianza, eh, forse non l'avete capito, ma basta vedere come maturano i gol. Chiamatelo cortomuso, vi dicevo, chiamatela anche tattica attendista, chiamatelo anche come volete, ma è comunque la situazione che consente al Napoli di tornare a sorridere, di recuperare il primo posto in classifica, di avere una squadra che sembra disegnata su misura per le caratteristiche dei giocatori e anche per le caratteristiche di Conte. Con questo non sto dicendo che De Brune eh sia un'assenza che mai il Napoli rimpiangerà, però è evidente che la raffinatezza del eh della mezza del centrocampista belga aveva creato un problema che Antonio Conte adesso con le scelte obbligate che si ritrova a fare ha risolto. È un problema che tra l'altro quello della della rosa che il Napoli non ha perché ha una profondità di rosa che malgrado gli infortuni gli consente di mettere Lucca a difendere da centravanti e appoggiando il pallone sul petto e giocandolo e raccogliendo il fallo quando è la squadra in affanno che gli consente di godersi anche un titolare in profondità e anche nel gioco di squadra nettamente migliorato. Lang, un giocatore assolutamente ritrovato, ma era stato colpevolmente dimenticato prima. Ma insomma, il Napoli ha tanti infortuni, ma ha una rosa sufficientemente ampia per continuare a godersi il campionato, malgrado senza, anzi l'assillo della Champions League. Quello che c'è da dire è che c'è l'anomalia in questo campionato di chi ha subito poche sconfitte, cioè il Milan e il Como appena una, mentre la Roma e l'Inter che sono seconde in classifica ne hanno già quattro. La Roma ha perso, questo è un particolare importante, contro Napoli, Milan, Inter e Torino, ma contro Napoli, Inter e Torino ha perso l'Olimpico, dove anche in Europa League non ha fatto sempre una gran figura ed è clamoroso ed è inspiegabile, considerato anche l'appoggio che i tifosi garantiscono alla squadra quando gioca in casa, però evidentemente è così, questa è la situazione. Gasperini ne terrà conto. Anche per l'Inter ci sono quattro sconfitte. Del resto il Napoli ne ha tre perché ha perso con Bologna, Torino e Milan. È un campionato anomalo, molto bello, molto combattuto, in cui il Napoli resta in corsa per difendere lo scudetto, il Milan per sognarlo e accontentarsi un posto in Champions, l'Inter per rispettare il pronostico di squadra più forte e così via, fino alla Juventus, anche se la squadra di Spalletti sembra quella che ha più problemi a rincorrere quelle che volano, ma è un'impressione".
di Napoli Magazine
01/12/2025 - 01:23
Sandro Sabatini, giornalista, ha commentato su YouTube la vittoria del Napoli contro la Roma: "Poteva essere la partita del passaggio del testimone, del passaggio di consegna, del cambio della guardia, lo scudetto sulla maglia del Napoli consegnato virtualmente a un'altra squadra che per l'occasione era la Roma che avrebbe consolidato il primato in classifica. Con i sé e con i ma da nessuna parte, con le ipotesi nemmeno. La realtà è un'altra, ovvero che il Napoli riconquista il primo posto in classifica, lo fa vincendo di corto muso e va bene così perché consente alla squadra di Antonio Conte di aggrapparsi al Milan, agguantare il Milan a 28 punti in classifica mettendosi dietro l'Inter e appunto la Roma che resta ferma a 27, aspettando il Bologna che sarà della corsa scudetto probabilmente se continuerà così. E guardando anche con un certo timore il Coma a 24 punti e persino la Juventus a 23, ecco che stiamo per vivere un campionato di rara bellezza e di raro equilibrio con addirittura tante squadre che potrebbero giocarsi tutte le loro possibilità, non soltanto per un posto nelle prime quattro di Champions League. Conteranno poi tanti particolari, ci sarà tanto da verificare su quanto inciderà l'impegno europeo, per esempio a vantaggio del Milan che non lo ha e a svantaggio di chi invece ci deve fare i conti tutte le volte, per esempio il Napoli, la Juventus, l'Inter appunto, però guardate che poi anche l'impegno europeo va comunque interpretato perché vale in maniera analitica, deve essere specificato e deve essere anche confrontato con la situazione della squadra avversaria. L'esempio più evidente è quello proprio che riguarda la partita tra Roma e Napoli, perché il Napoli sì aveva avuto l'impegno in Champions League, la fatica della Champions League, ma anche la Roma aveva avuto la fatica dell'Europa League 48 ore dopo e quando si sono presentate in campo all'Olimpico, la Roma aveva 48 ore di riposo in meno. E allora che cosa si è guardato? Ecco quello che si era verificato nella partita contro il Bologna, quando Italiano aveva cambiato più di mezza squadra del Bologna che si trovava nella stessa situazione. Stavolta invece Gasperini per prudenza, per indecisione, perché aveva qualche giocatore in difficoltà e insomma per scelte che sono tutte sue, ha schierato otto degli 11 giocatori che avevano giocato il giovedì in Europa League. partita dispendiosa, tanto quella sostenuta dal Napoli il martedì contro il Qarabag in Champions League. Il Napoli invece aveva gli 11 giocatori che avevano vinto in Champions al martedì. Che cosa è successo? Com'è andata la partita? La prima impressione è che la Roma avesse un pochettino qualche difficoltà, fosse un pochettino più opaca rispetto al Napoli, che fosse più brillante. Poi però è chiaro che è stata una partita che si è visto come è stata indirizzata in un certo modo, non soltanto nei primi minuti, con l'equilibrio dello 0-0, ma con un Napoli molto compatto, molto eh volenteroso, molto preciso, molto concentrato, molto lontano da quello che invece si era visto e si era criticato tutti, non solo Antonio Conte, nella partita contro il Bologna, quella dramma sportivo che aveva portato conto a dire qui non voglio accompagnare un morto al funerale e poi la settimana di vacanze e poi il rapporto conflittuale con la squadra. Adesso sembra tutto risolto perché tutto risolto perché è evidente che la prestazione è stata diversa. È evidente che soprattutto i risultati sono stati diversi, una cosa è conseguenza dell'altra, ma attenzione, poi è cambiato il Napoli, è cambiato il Napoli proprio nella disposizione tattica in campo, perché Conte si è affidato alla difesa a tre e è sembrato anche in questo modo rinvigorire Beukema che aveva avuto delle prestazioni fino a appunto alla partita con il Bologna assolutamente deludenti. Rrahmani è il leader, è il pilota della difesa, Buongiorno offre sempre un contributo importante. Milinkovic che non ha più all'alternanza con Meret, ma comunque dimostra ogni partita di essere un acquisto indubbiamente indovinato, è quello che salva il risultato quasi al 90esimo sul tiro di Baldanzi con una parata di polso su un rasoterra veramente difficile e poi oltre alla difesa a tre un centrocampo molto operaio, senza la raffinatezza di De Bruyne, che lo dico sottovoce, ma l'infortunio di De Bruyne pur impoverendo il Napoli dal punto di vista tecnico, perché è evidente, ha comunque tolto a Conte un non dico un problema, ma un motivo di preoccupazione. Dove lo metto De Bruyne, dove lo metto McTominay e adesso questo problema non c'è più. McDomini gioca nel suo ruolo che è quello di mezzala, ma che è capace anche di fare da schermo di fronte alla difesa in appoggio con insieme con Lobotka e poi sulle fasce ci sono due giocatori che diventano i quinti in difesa e che riescono comunque a spingere con una certa importanza, ovvero Di Lorenzo ritrovato e anche Olivera anche lui ritrovato. E poi il segreto, qual è il segreto? Si chiama David Neres, che anche l'anno scorso, se ci pensate bene, eh aveva segnato gol importanti, aveva giocato partite brillanti, era stato uno delle carte a sorpresa del Napoli dello scudetto, anche perché aveva sostituito in maniera egregia Kvaratskhelia, quando sembrava che eh la la partenza o gli infortuni del giocatore georgiano potessero creare uno shock e anche un contraccolpo. David Neres è uno che sa giocare a destra e a sinistra, ma soprattutto a destra nel ruolo occupato nel nell'habitat, nel giardino di Politano riesce a dare il meglio. Di sicuro il suo gol è un manifestazione classica della tattica di Antonio Conte in purezza, cioè grande attenzione in fase difensiva, grande ripartenza combinata, passaggi di prima. Sì, eh, chiamatelo cortomuso. C'è qualche somiglianza, eh, forse non l'avete capito, ma basta vedere come maturano i gol. Chiamatelo cortomuso, vi dicevo, chiamatela anche tattica attendista, chiamatelo anche come volete, ma è comunque la situazione che consente al Napoli di tornare a sorridere, di recuperare il primo posto in classifica, di avere una squadra che sembra disegnata su misura per le caratteristiche dei giocatori e anche per le caratteristiche di Conte. Con questo non sto dicendo che De Brune eh sia un'assenza che mai il Napoli rimpiangerà, però è evidente che la raffinatezza del eh della mezza del centrocampista belga aveva creato un problema che Antonio Conte adesso con le scelte obbligate che si ritrova a fare ha risolto. È un problema che tra l'altro quello della della rosa che il Napoli non ha perché ha una profondità di rosa che malgrado gli infortuni gli consente di mettere Lucca a difendere da centravanti e appoggiando il pallone sul petto e giocandolo e raccogliendo il fallo quando è la squadra in affanno che gli consente di godersi anche un titolare in profondità e anche nel gioco di squadra nettamente migliorato. Lang, un giocatore assolutamente ritrovato, ma era stato colpevolmente dimenticato prima. Ma insomma, il Napoli ha tanti infortuni, ma ha una rosa sufficientemente ampia per continuare a godersi il campionato, malgrado senza, anzi l'assillo della Champions League. Quello che c'è da dire è che c'è l'anomalia in questo campionato di chi ha subito poche sconfitte, cioè il Milan e il Como appena una, mentre la Roma e l'Inter che sono seconde in classifica ne hanno già quattro. La Roma ha perso, questo è un particolare importante, contro Napoli, Milan, Inter e Torino, ma contro Napoli, Inter e Torino ha perso l'Olimpico, dove anche in Europa League non ha fatto sempre una gran figura ed è clamoroso ed è inspiegabile, considerato anche l'appoggio che i tifosi garantiscono alla squadra quando gioca in casa, però evidentemente è così, questa è la situazione. Gasperini ne terrà conto. Anche per l'Inter ci sono quattro sconfitte. Del resto il Napoli ne ha tre perché ha perso con Bologna, Torino e Milan. È un campionato anomalo, molto bello, molto combattuto, in cui il Napoli resta in corsa per difendere lo scudetto, il Milan per sognarlo e accontentarsi un posto in Champions, l'Inter per rispettare il pronostico di squadra più forte e così via, fino alla Juventus, anche se la squadra di Spalletti sembra quella che ha più problemi a rincorrere quelle che volano, ma è un'impressione".