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IL COMMENTO - Sandulli: "Certe vicende territoriali, all’alba del terzo millennio, andrebbero spedite in soffitta"
03.08.2020 16:46 di Napoli Magazine

In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’ su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Piero Sandulli, presidente corte d'appello federale: “Certe vicende territoriali, all’alba del terzo millennio, andrebbero spedite in soffitta. La cultura di un popolo e la creazione di un sistema-Paese dovrebbe farci superare questi territorialismi beceri. Bisognerebbe imparare ad avere un vocabolario più castigato. Personaggi del genere, qualsiasi ruolo essi abbiano, sono d’esempio ed all’attenzione di molti ragazzi, dovrebbero essere educativi. I 150 anni di storia dovrebbero aiutarci ad unire il Paese, la discriminazione territoriale appartiene ad un altro secolo. Impariamo a costruire sulla cultura lo sviluppo del Paese. Non mi sta bene neppure il “di m**da” accanto al “terrone” che rende il tutto ancor più volgare. Tutto ciò che opera cercando di mettere in cattiva luce la provenienza dell’altro è, non dico razzismo - perché la razza non esiste, la razza umana è unica -, ma parlerei di discriminazione territoriale che è molto simile ad esso. Quando non ci sono argomenti, piuttosto che contrastarlo, penso di doverlo delegittimare. Sicuramente ci appelleremo all’articolo 3 della Costituzione: siamo tutti uguali senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Dopo 150 anni da Roma capitale, dopo 159 anni dello Stato italiano, ho l’impressione che questa roba sia demodè, andrebbe superata".

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IL COMMENTO - Sandulli: "Certe vicende territoriali, all’alba del terzo millennio, andrebbero spedite in soffitta"

di Napoli Magazine

03/08/2024 - 16:46

In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’ su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Piero Sandulli, presidente corte d'appello federale: “Certe vicende territoriali, all’alba del terzo millennio, andrebbero spedite in soffitta. La cultura di un popolo e la creazione di un sistema-Paese dovrebbe farci superare questi territorialismi beceri. Bisognerebbe imparare ad avere un vocabolario più castigato. Personaggi del genere, qualsiasi ruolo essi abbiano, sono d’esempio ed all’attenzione di molti ragazzi, dovrebbero essere educativi. I 150 anni di storia dovrebbero aiutarci ad unire il Paese, la discriminazione territoriale appartiene ad un altro secolo. Impariamo a costruire sulla cultura lo sviluppo del Paese. Non mi sta bene neppure il “di m**da” accanto al “terrone” che rende il tutto ancor più volgare. Tutto ciò che opera cercando di mettere in cattiva luce la provenienza dell’altro è, non dico razzismo - perché la razza non esiste, la razza umana è unica -, ma parlerei di discriminazione territoriale che è molto simile ad esso. Quando non ci sono argomenti, piuttosto che contrastarlo, penso di doverlo delegittimare. Sicuramente ci appelleremo all’articolo 3 della Costituzione: siamo tutti uguali senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Dopo 150 anni da Roma capitale, dopo 159 anni dello Stato italiano, ho l’impressione che questa roba sia demodè, andrebbe superata".