Calcio
IL GRAFFIO - Corbo: "Niente paura, l'Italia vedrà un calcio migliore"
25.03.2022 13:07 di Napoli Magazine Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica

C’è una folle corsa a cercare nella memoria una serata più amara per il calcio italiano, una disfatta più grave della seconda assenza consecutiva dal Mondiale, una sconfitta più paradossale di quella subita a Palermo dopo il gol al minuto 92 dalla Macedonia del Nord. Un diagonale non imparabile per Gigio Donnarumma. Nello stesso giorno, a Torino il calciatore Dybala per quattro ore deve rispondere in Procura come teste nell’inchiesta Prisma, che tende a far luce su presunte anomalie ed eventuali reati nei rapporti economici tra la Juve ed i suoi calciatori. Si parla di plusvalenze, falsi in bilancio, artifici contabili. Magari sarà tutto chiarito, ma la coincidenza tra una disfatta sul campo avvertita come una tragedia e l’ennesimo contatto tra calcio italiano e magistratura requirente dimostra che tutto il movimento rischia troppo spesso di deviare dal corso di regolarità, trasparenza, lealtà. Si era avuto qualche segnale nei giorni scorsi. È stata eretta una cortina di ferro per proteggere il presidente Gravina. Prima mossa: la sua posizione blindata con la nomina di un vice di provata fedeltà, ii presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli. Era intanto sparito Cosimo Sibilia, che da presidente della Lega Dilettanti per volume di voti era destinato alla carica federale più alta tre anni fa. Gli era stato chiesto di attendere solo un biennio. Disperso nella nebbia. Dopo la sconfitta precoce nel mondiale brasiliano del 2014 si dimisero insieme Giancarlo Abete e Cesare Prandelli. Oggi è orientato a lasciare solo Mancini, non Gravina presidente suo malgrado di una Federazione travolta da polemiche e ombre. Gravina anzi si ripropone in tandem con il Ct. “Siamo pronti a ripartire, quando c’è da mettere la faccia io ci sono”. Era sembrato irrituale anche il sostegno a futura memoria di Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport. Il direttore si è sovraesposto avvertendo che in caso di mancata qualificazione in Qatar sarebbe stato Gravina l’unico a non dover rischiare le dimissioni. Gli ha calato una scialuppa di lusso ancora prima del naufragio. Il calcio può essere migliore, non andrà a fondo, avendolo pesantemente toccato. Sarà più povero ma più bello, non peggiora un sistema se costa meno e impara a non sprecare. Sarà interessante sapere fino a che punto il calcio italiano si svincolerà da procuratori ingordi e presidenti signorsì. Si può dare una commissione di 10 milioni? Qualche esempio di controtendenza si è registrato. Proprio Dybala è stato accompagnato da Arrivabene alla porta. Il direttore generale ha richiamato i cronisti per chiarire quanto gli agenti del calciatore argentino avevano lasciato in sospeso. “Ci rivedremo presto”, avevano detto per eludere la verità. Arrivabene in serata ha detto chiaro e tondo che Dybala era libero di cercarsi un altro club. Con la stessa fermezza De Laurentiis aveva fissato un limite per Insigne, “Se vuol rimanere noi siamo pronti”. Ma erano invalicabili le cifre offerte. Insigne si è quindi promesso al Toronto. Visto in Nazionale, è il fantasista che può splendere in serie A per altri quattro anni guadagnando ingaggi più alti? Così, Donnarumma. Il Milan gli ha detto che non avrebbe superato i sette milioni di ingaggio. Ne voleva 12 e li ha trovati a Parigi, dove quasi non gioca. Quel diagonale chilometrico era parabile. Occorrono scatto, intuito, forma. Alla palla che arriva non basta mostrare un contratto milionario come un disco rosso ad un treno in arrivo. La pandemia, le sofferenze dei profughi, l’instabilità internazionale: il mondo vive giorni difficili. Un’atmosfera che aiuterà il Mondiale di calcio a superare la nostalgia di una Italia che ha saputo vincerlo quattro volte. Ma era un’altra Italia.

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IL GRAFFIO - Corbo: "Niente paura, l'Italia vedrà un calcio migliore"

di Napoli Magazine

25/03/2024 - 13:07

C’è una folle corsa a cercare nella memoria una serata più amara per il calcio italiano, una disfatta più grave della seconda assenza consecutiva dal Mondiale, una sconfitta più paradossale di quella subita a Palermo dopo il gol al minuto 92 dalla Macedonia del Nord. Un diagonale non imparabile per Gigio Donnarumma. Nello stesso giorno, a Torino il calciatore Dybala per quattro ore deve rispondere in Procura come teste nell’inchiesta Prisma, che tende a far luce su presunte anomalie ed eventuali reati nei rapporti economici tra la Juve ed i suoi calciatori. Si parla di plusvalenze, falsi in bilancio, artifici contabili. Magari sarà tutto chiarito, ma la coincidenza tra una disfatta sul campo avvertita come una tragedia e l’ennesimo contatto tra calcio italiano e magistratura requirente dimostra che tutto il movimento rischia troppo spesso di deviare dal corso di regolarità, trasparenza, lealtà. Si era avuto qualche segnale nei giorni scorsi. È stata eretta una cortina di ferro per proteggere il presidente Gravina. Prima mossa: la sua posizione blindata con la nomina di un vice di provata fedeltà, ii presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli. Era intanto sparito Cosimo Sibilia, che da presidente della Lega Dilettanti per volume di voti era destinato alla carica federale più alta tre anni fa. Gli era stato chiesto di attendere solo un biennio. Disperso nella nebbia. Dopo la sconfitta precoce nel mondiale brasiliano del 2014 si dimisero insieme Giancarlo Abete e Cesare Prandelli. Oggi è orientato a lasciare solo Mancini, non Gravina presidente suo malgrado di una Federazione travolta da polemiche e ombre. Gravina anzi si ripropone in tandem con il Ct. “Siamo pronti a ripartire, quando c’è da mettere la faccia io ci sono”. Era sembrato irrituale anche il sostegno a futura memoria di Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport. Il direttore si è sovraesposto avvertendo che in caso di mancata qualificazione in Qatar sarebbe stato Gravina l’unico a non dover rischiare le dimissioni. Gli ha calato una scialuppa di lusso ancora prima del naufragio. Il calcio può essere migliore, non andrà a fondo, avendolo pesantemente toccato. Sarà più povero ma più bello, non peggiora un sistema se costa meno e impara a non sprecare. Sarà interessante sapere fino a che punto il calcio italiano si svincolerà da procuratori ingordi e presidenti signorsì. Si può dare una commissione di 10 milioni? Qualche esempio di controtendenza si è registrato. Proprio Dybala è stato accompagnato da Arrivabene alla porta. Il direttore generale ha richiamato i cronisti per chiarire quanto gli agenti del calciatore argentino avevano lasciato in sospeso. “Ci rivedremo presto”, avevano detto per eludere la verità. Arrivabene in serata ha detto chiaro e tondo che Dybala era libero di cercarsi un altro club. Con la stessa fermezza De Laurentiis aveva fissato un limite per Insigne, “Se vuol rimanere noi siamo pronti”. Ma erano invalicabili le cifre offerte. Insigne si è quindi promesso al Toronto. Visto in Nazionale, è il fantasista che può splendere in serie A per altri quattro anni guadagnando ingaggi più alti? Così, Donnarumma. Il Milan gli ha detto che non avrebbe superato i sette milioni di ingaggio. Ne voleva 12 e li ha trovati a Parigi, dove quasi non gioca. Quel diagonale chilometrico era parabile. Occorrono scatto, intuito, forma. Alla palla che arriva non basta mostrare un contratto milionario come un disco rosso ad un treno in arrivo. La pandemia, le sofferenze dei profughi, l’instabilità internazionale: il mondo vive giorni difficili. Un’atmosfera che aiuterà il Mondiale di calcio a superare la nostalgia di una Italia che ha saputo vincerlo quattro volte. Ma era un’altra Italia.

Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica