Calcio
IL GRAFFIO - Corbo: "Napoli, c'è un corto circuito da scoprire"
25.02.2022 13:09 di Napoli Magazine Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica

Come rapiti da una visione, si sono sentiti all’inizio tecnici, spavaldi, invincibili come se fossero i perfetti sosia di Maradona. Sono passati 38 anni dall’arrivo del Mito, inutile tentare di imitarlo. Debilitato nel numero dei disponibili, nella varietà dei ruoli, nella forma di quasi tutti, il Napoli fa sembrare il Barcellona quello di una volta. Un nome per tutti, il quasi ventenne Pedri che fa dannare Demme. È la colpevole leggerezza che crea subito il divario: il corner di Insigne è un passaggio che non raggiunge Zielinski. È la scintilla che mette in moto la ripartenza fulminea del Barcellona, vola Traorè sulla destra, Jordi Alba piomba largo da lontano a sinistra, ed è già gol. Riflessione: si può sbagliare un corner, ci si può trovare in svantaggio subito, ma possibile che nessuno tenti un fallo per rallentare la cavalcata del pur veloce Traorè? Ricomincia la partita che non ti aspetti. Perché il Napoli non reagisce, rimane muto e sperso per il campo, con Insigne che prende qualche iniziativa e Osimhen che si lancia a capofitto contro Ter Stegen regalando a Insigne il rigore del gol numero 117. Due più nel Napoli proprio di Diego, le statistiche creano il disagio delle citazioni. Ma merita di essere ricordato anche Insigne per la scientifica esecuzione. Anche un gol annullato in fuorigioco, dettaglio non trascurabile. L’1-2 non riapre la partita. La richiude. Perché il Barcellona continua con le tre punte ai loro posti, danno la misura di una squadra che si piazza in avanti e impone l’uno contro uno nella metà campo del Napoli. Dove il centrocampo è impalpabile per l’inefficacia di Demme, a volte chiuso in un ingorgo con Fabiàn, per la sofferenza di Di Lorenzo nel confronto con Ferran Torres, di Mario Rui con Traoré. Senza Demme c’è un sussulto di orgoglio nella ripresa, Politano dà almeno una scossa ed un gol. Spalletti forse per provare qualche soluzione in un centrocampo devastato dagli infortuni prova Mario Rui ed Elmas in ruoli inediti. Mediani. Avviene dopo il profondo ricambio, escono Osimhen, Zielinski e Fabiàn per Ghoulam, Mertens e Ounas. Spalletti nella sua conferenza elude i temi. Dalla panchina ha tollerato i tentativi di ripartenza dal basso contro una squadra dal pressing alto. Il Napoli non usciva dalla sua zona. Perdeva la palla, ma ricadeva nella trappola. Il salvacondotto era lanciare in profondità Osimhen. Forse troppo facile l'antidoto al pressing catalano? Secondo tema ignorato: perché tanti malanni muscolari? è la causa delle troppe assenze. Se Spalletti preferisce non parlarne, intervenga il presidente. Convochi l'allenatore, poi i preparatori, quindi i medici. C'è un corto circuito che brucia la migliore stagione dell'era De Laurentiis. Proprio lui non se ne accorge? Non si possono condividere i fischi a Insigne quando gli dà il cambio Petagna. Avviene quello che si temeva. La legittima decisione del capitano di emigrare non subito ma a fine campionato comporta equivoci, malintesi, rancori. Difficile lasciarsi da amici anche dopo aver segnato 117 gol. Già, il film di Paolo Sorrentino, ricordate? “Le conseguenze dell’amore”. Un regista non vince mai l’Oscar per caso.

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IL GRAFFIO - Corbo: "Napoli, c'è un corto circuito da scoprire"

di Napoli Magazine

25/02/2024 - 13:09

Come rapiti da una visione, si sono sentiti all’inizio tecnici, spavaldi, invincibili come se fossero i perfetti sosia di Maradona. Sono passati 38 anni dall’arrivo del Mito, inutile tentare di imitarlo. Debilitato nel numero dei disponibili, nella varietà dei ruoli, nella forma di quasi tutti, il Napoli fa sembrare il Barcellona quello di una volta. Un nome per tutti, il quasi ventenne Pedri che fa dannare Demme. È la colpevole leggerezza che crea subito il divario: il corner di Insigne è un passaggio che non raggiunge Zielinski. È la scintilla che mette in moto la ripartenza fulminea del Barcellona, vola Traorè sulla destra, Jordi Alba piomba largo da lontano a sinistra, ed è già gol. Riflessione: si può sbagliare un corner, ci si può trovare in svantaggio subito, ma possibile che nessuno tenti un fallo per rallentare la cavalcata del pur veloce Traorè? Ricomincia la partita che non ti aspetti. Perché il Napoli non reagisce, rimane muto e sperso per il campo, con Insigne che prende qualche iniziativa e Osimhen che si lancia a capofitto contro Ter Stegen regalando a Insigne il rigore del gol numero 117. Due più nel Napoli proprio di Diego, le statistiche creano il disagio delle citazioni. Ma merita di essere ricordato anche Insigne per la scientifica esecuzione. Anche un gol annullato in fuorigioco, dettaglio non trascurabile. L’1-2 non riapre la partita. La richiude. Perché il Barcellona continua con le tre punte ai loro posti, danno la misura di una squadra che si piazza in avanti e impone l’uno contro uno nella metà campo del Napoli. Dove il centrocampo è impalpabile per l’inefficacia di Demme, a volte chiuso in un ingorgo con Fabiàn, per la sofferenza di Di Lorenzo nel confronto con Ferran Torres, di Mario Rui con Traoré. Senza Demme c’è un sussulto di orgoglio nella ripresa, Politano dà almeno una scossa ed un gol. Spalletti forse per provare qualche soluzione in un centrocampo devastato dagli infortuni prova Mario Rui ed Elmas in ruoli inediti. Mediani. Avviene dopo il profondo ricambio, escono Osimhen, Zielinski e Fabiàn per Ghoulam, Mertens e Ounas. Spalletti nella sua conferenza elude i temi. Dalla panchina ha tollerato i tentativi di ripartenza dal basso contro una squadra dal pressing alto. Il Napoli non usciva dalla sua zona. Perdeva la palla, ma ricadeva nella trappola. Il salvacondotto era lanciare in profondità Osimhen. Forse troppo facile l'antidoto al pressing catalano? Secondo tema ignorato: perché tanti malanni muscolari? è la causa delle troppe assenze. Se Spalletti preferisce non parlarne, intervenga il presidente. Convochi l'allenatore, poi i preparatori, quindi i medici. C'è un corto circuito che brucia la migliore stagione dell'era De Laurentiis. Proprio lui non se ne accorge? Non si possono condividere i fischi a Insigne quando gli dà il cambio Petagna. Avviene quello che si temeva. La legittima decisione del capitano di emigrare non subito ma a fine campionato comporta equivoci, malintesi, rancori. Difficile lasciarsi da amici anche dopo aver segnato 117 gol. Già, il film di Paolo Sorrentino, ricordate? “Le conseguenze dell’amore”. Un regista non vince mai l’Oscar per caso.

Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica