Calcio
IL GRAFFIO - Il Napoli in bilico tra incubi e scudetto
24.02.2022 10:55 di Napoli Magazine Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica

Alla sfida con il Barcellona anche Spalletti arriva turbato. Non sa spiegare neanche a se stesso che succeda. Più che la squadra, deve gestire un paradosso. Avverte spifferi gelidi di un ambiente passato da una cauta euforia allo scetticismo dopo tre 1-1. Si chiederà: il Napoli ha 7 punti più dell’anno scorso, nessuno sognava lo scudetto e potrei anche vincerlo, mi sollecitano solo il quarto posto ma sono a due punti dal Milan capolista, l’obiettivo è la qualificazione Champions per quella quarantina di milioni persi negli ultimi due anni, ma stavolta sembrano già in banca, mi dite che succede?

 

Ha forse ragione Spalletti, non ha torto forse chi gli muove le prime critiche dopo un’alluvione di elogi. Che confusione. Stasera il primo serio verdetto qualcosa cambierà. Addio all’Europa o avanti negli ottavi di Europa League. Mancano poche ore, la tensione è alta, l’allenatore porta in conferenza due punti cruciali. Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso. Siamo agli aforismi. Ma viene un dubbio: perché il Napoli dovrebbe non lottare fino in fondo in una partita come questa? Vincere con il Barcellona vuol dire uscire dal grigiore dei rimorsi, ripresentarsi in campionato più tonico contro Lazio e Milan, due crocevia dello scudetto. Motivi ce ne sono ancora tanti: Insigne ha superato la sommaria diagnosi di “affaticamento muscolare” mentre la squadra a brandelli volava verso Cagliari, si è riposato, sa bene che una impresa sulla scena internazionale può restituirlo nella piena credibilità di fantasista alla Nazionale. Ripensandoci, sembra strano che Spalletti voglia convincere la squadra a lottare? Segue l’altra supplica della conferenza. Maradona, si augura l’allenatore, tiferà per il suo Napoli e ci aiuterà?

 

Questa ricerca di amici e non più santi in paradiso è l’altro segnale di un certo stato d’animo, di un’ansia che ti soffoca, di timori che opprimono. Non sarebbe male stamane una visita del presidente in ritiro. Meglio spargere serenità. De Laurentiis ha fatto già abbastanza. Ha pregato un suo amico romano, un luminare del Policlinico Gemelli, perché conceda una supervisione alla squadra lacerata da insulti muscolari. Una tutela allo staff medico che deve purtroppo tenere la contabilità degli infortuni. Non è un bel periodo neanche per loro. Ma un chiarimento va forse tentato tra Spalletti e lo staff dei preparatori, senza escludere una indagine in campo medico. Due le piste ed è meglio batterle. La prima. Spalletti ha visto sempre correre le sue squadre e l’attuale preparatore faceva volare il Napoli negli anni di Sarri. Bravi tutt’e due. Domanda innocente: i due si parlano, si scambiano opinioni, si sono chiesti una ragione di tante assenze? L’altra pista spinge ad una ricerca diversa: nel recente passato i giocatori quante partite hanno saltato in carriera? Anche qui, con il massimo della discrezione, può essere prezioso De Laurentiis nel promuovere una garbata da doverosa ricerca delle cause che creano un assembramento in infermeria. Di questi tempi, poi.

 

C’è da resistere intanto al Barcellona. Come all’andata il Napoli può riuscirvi. Basta darsi una missione: non cedere il dominio della partita ed il palleggio a centrocampo. Per lanciare Osimhen in velocità. Il Barcellona lascia giocare, ha il culto del bel calcio, il giovane Xavi è stato alla scuola di Guardiola, non c’è l’incubo di un Cagliari feroce che gioca uno contro uno. Se questa è la partita, dice bene Spalletti. Lottare, lottare, poi si saprà. Europa o addio.

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IL GRAFFIO - Il Napoli in bilico tra incubi e scudetto

di Napoli Magazine

24/02/2024 - 10:55

Alla sfida con il Barcellona anche Spalletti arriva turbato. Non sa spiegare neanche a se stesso che succeda. Più che la squadra, deve gestire un paradosso. Avverte spifferi gelidi di un ambiente passato da una cauta euforia allo scetticismo dopo tre 1-1. Si chiederà: il Napoli ha 7 punti più dell’anno scorso, nessuno sognava lo scudetto e potrei anche vincerlo, mi sollecitano solo il quarto posto ma sono a due punti dal Milan capolista, l’obiettivo è la qualificazione Champions per quella quarantina di milioni persi negli ultimi due anni, ma stavolta sembrano già in banca, mi dite che succede?

 

Ha forse ragione Spalletti, non ha torto forse chi gli muove le prime critiche dopo un’alluvione di elogi. Che confusione. Stasera il primo serio verdetto qualcosa cambierà. Addio all’Europa o avanti negli ottavi di Europa League. Mancano poche ore, la tensione è alta, l’allenatore porta in conferenza due punti cruciali. Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso. Siamo agli aforismi. Ma viene un dubbio: perché il Napoli dovrebbe non lottare fino in fondo in una partita come questa? Vincere con il Barcellona vuol dire uscire dal grigiore dei rimorsi, ripresentarsi in campionato più tonico contro Lazio e Milan, due crocevia dello scudetto. Motivi ce ne sono ancora tanti: Insigne ha superato la sommaria diagnosi di “affaticamento muscolare” mentre la squadra a brandelli volava verso Cagliari, si è riposato, sa bene che una impresa sulla scena internazionale può restituirlo nella piena credibilità di fantasista alla Nazionale. Ripensandoci, sembra strano che Spalletti voglia convincere la squadra a lottare? Segue l’altra supplica della conferenza. Maradona, si augura l’allenatore, tiferà per il suo Napoli e ci aiuterà?

 

Questa ricerca di amici e non più santi in paradiso è l’altro segnale di un certo stato d’animo, di un’ansia che ti soffoca, di timori che opprimono. Non sarebbe male stamane una visita del presidente in ritiro. Meglio spargere serenità. De Laurentiis ha fatto già abbastanza. Ha pregato un suo amico romano, un luminare del Policlinico Gemelli, perché conceda una supervisione alla squadra lacerata da insulti muscolari. Una tutela allo staff medico che deve purtroppo tenere la contabilità degli infortuni. Non è un bel periodo neanche per loro. Ma un chiarimento va forse tentato tra Spalletti e lo staff dei preparatori, senza escludere una indagine in campo medico. Due le piste ed è meglio batterle. La prima. Spalletti ha visto sempre correre le sue squadre e l’attuale preparatore faceva volare il Napoli negli anni di Sarri. Bravi tutt’e due. Domanda innocente: i due si parlano, si scambiano opinioni, si sono chiesti una ragione di tante assenze? L’altra pista spinge ad una ricerca diversa: nel recente passato i giocatori quante partite hanno saltato in carriera? Anche qui, con il massimo della discrezione, può essere prezioso De Laurentiis nel promuovere una garbata da doverosa ricerca delle cause che creano un assembramento in infermeria. Di questi tempi, poi.

 

C’è da resistere intanto al Barcellona. Come all’andata il Napoli può riuscirvi. Basta darsi una missione: non cedere il dominio della partita ed il palleggio a centrocampo. Per lanciare Osimhen in velocità. Il Barcellona lascia giocare, ha il culto del bel calcio, il giovane Xavi è stato alla scuola di Guardiola, non c’è l’incubo di un Cagliari feroce che gioca uno contro uno. Se questa è la partita, dice bene Spalletti. Lottare, lottare, poi si saprà. Europa o addio.

Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica