Calcio
IL PARERE - Adaílton: “Fui vicino alla Roma! Allan il brasiliano più forte in A”
22.04.2019 04:00 di Napoli Magazine

I primi anni 2000 hanno regalato alla Serie A attaccanti con un gran fiuto del goal che hanno vestito non solo le maglie delle big. I famosi “bomber di provincia” sono riusciti a scaldare, a suon di reti, il cuore di migliaia di tifosi sparsi per tutta la penisola, conquistandosi di diritto un posto nel cuore dei loro fan anche a distanza di anni. Tra questi c’è sicuramente anche il bomber Adaílton che ancora in piazze come Genova, sponda rossoblu, e soprattutto Verona, con l’Hellas, in molti ricordano con piacere.

Ma, tra le maglie vestite, c’è anche quella del Paris Saint Germain e soprattutto ci sarebbe potuta essere anche quella della Roma. SoccerMagazine.it ha contattato l’ex bomber brasiliano per parlare con lui della sua carriera e per sentire anche le sue idee in merito ad alcuni temi di attualità legati, per club di appartenenza o nazionalità, alla sua storia.

 

Qual è il ricordo più bello della Sua carriera?

Ce ne sono tanti, ma se ne devo dire uno sicuramente il goal contro la Juventus al 92esimo minuto quando vestivo la maglia del Bologna.

C’è invece un rimpianto per un mancato trasferimento che si porta dietro per la Sua carriera?
Vedendo come è andata c’è una grande possibilità che non si concretizzò: nel 2001 infatti avevo la possibilità di andare alla Roma. In attacco però i giallorossi potevano contare su Montella, Batistuta e Totti. Le possibilità di giocare sarebbero state poche, quindi scelsi alla fine di rimanere a Verona. In ogni caso però questa scelta mi permise di diventare una bandiera dell’Hellas e quindi a posteriori posso dire che va bene così.

Non molti sanno che Lei ha giocato anche per il Paris Saint Germain. I francesi, nonostante i maxi investimenti degli ultimi anni, anche in questa annata sono usciti dalla Champions. A cosa è dovuto tutto ciò secondo Lei?

Parigi è una piazza particolare. Pur avendo una tifoseria davvero fantastica non ha grande tradizione in Europa e il campionato francese non è competitivo abbastanza, a differenza di altri, per fare alzare la tensione e la competizione al livello che trovi poi quando disputi la Champions. Per vincere in Europa non bastano solo i giocatori…

Altra squadra in cui ha giocato è il Genoa. Come Lei attaccante e come lei ha vestito la maglia del Grifone anche Piatek prima di passare a gennaio al Milan. Da ex bomber cosa ne pensa del polacco?

Credo che lui sia un attaccante di primissimo livello, ha tutte le qualità dei grandi campioni. Sa attaccare bene la profondità, dentro l’area è sempre freddo, sa fare salire la squadra. È un vero attaccante moderno.

 

Da brasiliano con un lungo passato in Serie A, chi è secondo Lei attualmente il miglior suo connazionale del nostro campionato?

Al contrario di quella che è la storica tradizione del calcio brasiliano credo che il migliore del campionato non sia un attaccante. Secondo me in questo momento infatti il brasiliano più forte della Serie A è Allan del Napoli, davvero imprescindibile.

Diceva di essere contento di essere rimasto all’Hellas Verona, squadra per cui è stato un vero e proprio simbolo. Che ricordi conserva di quegli anni?

Il Verona è stato casa mia per sette stagioni e inevitabilmente i ricordi che mi ci legano sono tanti. Ancora oggi penso ad ogni volta in cui entravo al Bentegodi e sentivo un’emozione speciale e un senso di appartenenza unico. Ricordi che mi ritornano in mente tutte le volte che vado a vedere giocare l’Hellas.

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IL PARERE - Adaílton: “Fui vicino alla Roma! Allan il brasiliano più forte in A”

di Napoli Magazine

22/04/2024 - 04:00

I primi anni 2000 hanno regalato alla Serie A attaccanti con un gran fiuto del goal che hanno vestito non solo le maglie delle big. I famosi “bomber di provincia” sono riusciti a scaldare, a suon di reti, il cuore di migliaia di tifosi sparsi per tutta la penisola, conquistandosi di diritto un posto nel cuore dei loro fan anche a distanza di anni. Tra questi c’è sicuramente anche il bomber Adaílton che ancora in piazze come Genova, sponda rossoblu, e soprattutto Verona, con l’Hellas, in molti ricordano con piacere.

Ma, tra le maglie vestite, c’è anche quella del Paris Saint Germain e soprattutto ci sarebbe potuta essere anche quella della Roma. SoccerMagazine.it ha contattato l’ex bomber brasiliano per parlare con lui della sua carriera e per sentire anche le sue idee in merito ad alcuni temi di attualità legati, per club di appartenenza o nazionalità, alla sua storia.

 

Qual è il ricordo più bello della Sua carriera?

Ce ne sono tanti, ma se ne devo dire uno sicuramente il goal contro la Juventus al 92esimo minuto quando vestivo la maglia del Bologna.

C’è invece un rimpianto per un mancato trasferimento che si porta dietro per la Sua carriera?
Vedendo come è andata c’è una grande possibilità che non si concretizzò: nel 2001 infatti avevo la possibilità di andare alla Roma. In attacco però i giallorossi potevano contare su Montella, Batistuta e Totti. Le possibilità di giocare sarebbero state poche, quindi scelsi alla fine di rimanere a Verona. In ogni caso però questa scelta mi permise di diventare una bandiera dell’Hellas e quindi a posteriori posso dire che va bene così.

Non molti sanno che Lei ha giocato anche per il Paris Saint Germain. I francesi, nonostante i maxi investimenti degli ultimi anni, anche in questa annata sono usciti dalla Champions. A cosa è dovuto tutto ciò secondo Lei?

Parigi è una piazza particolare. Pur avendo una tifoseria davvero fantastica non ha grande tradizione in Europa e il campionato francese non è competitivo abbastanza, a differenza di altri, per fare alzare la tensione e la competizione al livello che trovi poi quando disputi la Champions. Per vincere in Europa non bastano solo i giocatori…

Altra squadra in cui ha giocato è il Genoa. Come Lei attaccante e come lei ha vestito la maglia del Grifone anche Piatek prima di passare a gennaio al Milan. Da ex bomber cosa ne pensa del polacco?

Credo che lui sia un attaccante di primissimo livello, ha tutte le qualità dei grandi campioni. Sa attaccare bene la profondità, dentro l’area è sempre freddo, sa fare salire la squadra. È un vero attaccante moderno.

 

Da brasiliano con un lungo passato in Serie A, chi è secondo Lei attualmente il miglior suo connazionale del nostro campionato?

Al contrario di quella che è la storica tradizione del calcio brasiliano credo che il migliore del campionato non sia un attaccante. Secondo me in questo momento infatti il brasiliano più forte della Serie A è Allan del Napoli, davvero imprescindibile.

Diceva di essere contento di essere rimasto all’Hellas Verona, squadra per cui è stato un vero e proprio simbolo. Che ricordi conserva di quegli anni?

Il Verona è stato casa mia per sette stagioni e inevitabilmente i ricordi che mi ci legano sono tanti. Ancora oggi penso ad ogni volta in cui entravo al Bentegodi e sentivo un’emozione speciale e un senso di appartenenza unico. Ricordi che mi ritornano in mente tutte le volte che vado a vedere giocare l’Hellas.