Calcio
IL PORTIERE - Buffon raccontato dal suo idolo, N'Kono: "Venne con me in Camerun e lì capii la sua umiltà"
28.01.2021 13:12 di Napoli Magazine

Thomas N’Kono, idolo dell'adolescenza di Gianluigi Buffon, racconta a Fanpage.it il rapporto con il portiere della Juventus che oggi compie 43 anni. Anch’egli ritiratosi molto tardi e protagonista di avventure calcistiche di alto livello tra gli anni ’80 e ’90, il camerunese fa enfasi sulla grande umiltà dell'estremo difensore italiano. L'ex estremo difensore camerunese parla del suo primo incontro con Buffon: "Fu ai mondiali del 1998, quando l'Italia e il Camerun si sfidarono ai gironi. Io accompagnavo la mia nazionale e lui venne a salutarmi velocemente. Poi ci siamo rivisti l'anno dopo. Il tutto grazie all'intercessione di Patrick Mboma, che in quell'anno giocava al Cagliari e poi sarebbe andato con lui al Parma nell'estate del 2000. Patrick mi mise in contatto diretto con lui, il quale ammise di essersi ispirato tanto a me dopo avermi visto giocare ai mondiali di Italia '90, una competizione nella quale in teoria partivo da riserva di Bell ma che alla fine mi vide protagonista".



N'Kono sottolinea poi i punti in comune con il portiere della Juventus: "Abbiamo iniziato entrambi a giocare da attaccanti per poi diventare portieri! - spiega -. Ma al di là delle caratteristiche tecniche come l'esplosività tra i pali direi che siamo simili per la tranquillità che emaniamo e per la leadership innata. Siamo dei capitani anche quando non portiamo la fascia" e racconta dell'esperienza di Buffon in Camerun "Un episodio in particolare che ne denota la grande umiltà. Volevo dargli un automobile 4X4 per realizzare il complicato tragitto stradale da Douala a Yaoundé, ma lui si è negato. Mi disse che voleva tornarsene con gli altri calciatori a bordo di un autobus qualsiasi. In quel momento mi resi conto della sua umiltà, una dote che ti fa diventare grande".



"È sicuramente tra i più grandi di tutti - continua N'Kono -. Se guardiamo al passato e al presente non c'è dubbio. Ma per me è importante l'eredità che un calciatore lascia, e lui ha lasciato tanto". "Restare ad alti livelli per oltre vent'anni, come lui ha fatto, significa fare dei sacrifici, allenarsi tantissimo e stare molto attenti all'alimentazione", conclude.

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IL PORTIERE - Buffon raccontato dal suo idolo, N'Kono: "Venne con me in Camerun e lì capii la sua umiltà"

di Napoli Magazine

28/01/2021 - 13:12

Thomas N’Kono, idolo dell'adolescenza di Gianluigi Buffon, racconta a Fanpage.it il rapporto con il portiere della Juventus che oggi compie 43 anni. Anch’egli ritiratosi molto tardi e protagonista di avventure calcistiche di alto livello tra gli anni ’80 e ’90, il camerunese fa enfasi sulla grande umiltà dell'estremo difensore italiano. L'ex estremo difensore camerunese parla del suo primo incontro con Buffon: "Fu ai mondiali del 1998, quando l'Italia e il Camerun si sfidarono ai gironi. Io accompagnavo la mia nazionale e lui venne a salutarmi velocemente. Poi ci siamo rivisti l'anno dopo. Il tutto grazie all'intercessione di Patrick Mboma, che in quell'anno giocava al Cagliari e poi sarebbe andato con lui al Parma nell'estate del 2000. Patrick mi mise in contatto diretto con lui, il quale ammise di essersi ispirato tanto a me dopo avermi visto giocare ai mondiali di Italia '90, una competizione nella quale in teoria partivo da riserva di Bell ma che alla fine mi vide protagonista".



N'Kono sottolinea poi i punti in comune con il portiere della Juventus: "Abbiamo iniziato entrambi a giocare da attaccanti per poi diventare portieri! - spiega -. Ma al di là delle caratteristiche tecniche come l'esplosività tra i pali direi che siamo simili per la tranquillità che emaniamo e per la leadership innata. Siamo dei capitani anche quando non portiamo la fascia" e racconta dell'esperienza di Buffon in Camerun "Un episodio in particolare che ne denota la grande umiltà. Volevo dargli un automobile 4X4 per realizzare il complicato tragitto stradale da Douala a Yaoundé, ma lui si è negato. Mi disse che voleva tornarsene con gli altri calciatori a bordo di un autobus qualsiasi. In quel momento mi resi conto della sua umiltà, una dote che ti fa diventare grande".



"È sicuramente tra i più grandi di tutti - continua N'Kono -. Se guardiamo al passato e al presente non c'è dubbio. Ma per me è importante l'eredità che un calciatore lascia, e lui ha lasciato tanto". "Restare ad alti livelli per oltre vent'anni, come lui ha fatto, significa fare dei sacrifici, allenarsi tantissimo e stare molto attenti all'alimentazione", conclude.