Angelo Forgione ricorda sul suo blog: “Indimenticabile cuore partenopeo, scomparso esattamente cinque anni fa. “Sono un napoletano nato in Argentina", disse Bruno Pesaola, che napoletano si sentiva davvero. Roma e Novara le prime squadre italiane da calciatore. Se lo contesero il Milan e il Napoli, e a decidere la destinazione fu la bella ragazza che stava per sposare, miss Novara, amante del mare e della città del Vesuvio. Bruno se ne innamorò anche più della sua Signora, e con l’ingaggio comprò una casa panoramica all’Arenella, in via Giacinto Gigante, non distante dallo stadio del Vomero, tornandoci a vivere anche dopo le esperienze al Genoa e infine Scafatese, dove iniziò pure la carriera di allenatore, impreziosita da uno scudetto storico con la #Fiorentina e due Coppe Italia con il Napoli e il Bologna. Mise radici al Vomero, trasferendosi in via Caravaggio, tanto legato a Napoli da definirsi "un napoletano nato all'estero". «Napoli è come il quartiere della Boca, a Buenos Aires. Colori, gente, chiasso, allegria, favola, canzoni. Ma qui c´è il mare e là c'è solo un canale, il Riachuelo. Io sono di Avellaneda, che è una provincia di Baires. A Roma, dove ho giocato tre anni, mi sono divertito, ma Napoli mi ha preso il cuore». Al San Paolo, per eccitare il pubblico, si sbracciava per indicava alla squadra di andare avanti, ma contemporaneamente ai giocatori urlava di stare indietro e difendersi. Questo era il "piccolo" grande Bruno Pesaola, che smise di fumare il 25 maggio del 2015”.
di Napoli Magazine
30/05/2024 - 19:24
Angelo Forgione ricorda sul suo blog: “Indimenticabile cuore partenopeo, scomparso esattamente cinque anni fa. “Sono un napoletano nato in Argentina", disse Bruno Pesaola, che napoletano si sentiva davvero. Roma e Novara le prime squadre italiane da calciatore. Se lo contesero il Milan e il Napoli, e a decidere la destinazione fu la bella ragazza che stava per sposare, miss Novara, amante del mare e della città del Vesuvio. Bruno se ne innamorò anche più della sua Signora, e con l’ingaggio comprò una casa panoramica all’Arenella, in via Giacinto Gigante, non distante dallo stadio del Vomero, tornandoci a vivere anche dopo le esperienze al Genoa e infine Scafatese, dove iniziò pure la carriera di allenatore, impreziosita da uno scudetto storico con la #Fiorentina e due Coppe Italia con il Napoli e il Bologna. Mise radici al Vomero, trasferendosi in via Caravaggio, tanto legato a Napoli da definirsi "un napoletano nato all'estero". «Napoli è come il quartiere della Boca, a Buenos Aires. Colori, gente, chiasso, allegria, favola, canzoni. Ma qui c´è il mare e là c'è solo un canale, il Riachuelo. Io sono di Avellaneda, che è una provincia di Baires. A Roma, dove ho giocato tre anni, mi sono divertito, ma Napoli mi ha preso il cuore». Al San Paolo, per eccitare il pubblico, si sbracciava per indicava alla squadra di andare avanti, ma contemporaneamente ai giocatori urlava di stare indietro e difendersi. Questo era il "piccolo" grande Bruno Pesaola, che smise di fumare il 25 maggio del 2015”.