L’AD della Juventus Giuseppe Marotta ha parlato ai microfoni di Sky Sport nel pre partita di Valencia-Juventus.
Questa nuova Champions la vivete in maniera diversa, per fare all-in?
C’è l’orgoglio di avere, finalmente, quattro squadre italiane in questa competizione. Questo ci deve inorgoglire come sistema calcio, sperando che si possa andare più avanti possibile. Poi è chiaro che questo è un torneo in cui delle componenti particolari possono influire, e alla fine vince sempre la squadra più forte. Perciò, speriamo che queste coincidenze giochino a nostro favore.
Quest’anno avete una rosa ricchissima: come si fa a gestirla al meglio?
Il fatto che questo gruppo sia qui, deve riempire tutti di orgoglio. Questa è una rosa fatta da co-titolari, non ci sono comprimari. La differenza tra chi gioca e chi no è minima e la storia di questa società la conosciamo: è un grande onore vestire questa maglia per tutti, al di là delle scelte di formazione. Partecipiamo a diverse competizioni, e poi ci sono le Nazionali, per cui ci saranno opportunità per tutti.
Cosa si può fare perché il calcio italiano spezzi il predominio del calcio spagnolo?
Non è facile, perché noi siamo in un momento di involuzione, parlando di calcio italiano in generale, sia per quanto riguarda la Nazionale che per i nostri club a livello europeo. Dobbiamo recuperare questo gap: la Juventus ha fatto un grande sforzo, un’operazione straordinaria per portare Cristiano Ronaldo in Italia. I benefici non sono solo per noi, ma per tutto il movimento calcistico, per la Serie A e per la Lega. Detto questo, sia il Real sia il Barcellona portano in prima squadra tanti giovani, mentre noi non siamo ancora riusciti a farlo. Dobbiamo lavorare su questo, non solo cercando talenti, ma soprattutto trovando allenatori all’altezza della situazione. A mio giudizio, bisogna rafforzare anche chi allena questi talenti.
di Napoli Magazine
19/09/2024 - 22:18
L’AD della Juventus Giuseppe Marotta ha parlato ai microfoni di Sky Sport nel pre partita di Valencia-Juventus.
Questa nuova Champions la vivete in maniera diversa, per fare all-in?
C’è l’orgoglio di avere, finalmente, quattro squadre italiane in questa competizione. Questo ci deve inorgoglire come sistema calcio, sperando che si possa andare più avanti possibile. Poi è chiaro che questo è un torneo in cui delle componenti particolari possono influire, e alla fine vince sempre la squadra più forte. Perciò, speriamo che queste coincidenze giochino a nostro favore.
Quest’anno avete una rosa ricchissima: come si fa a gestirla al meglio?
Il fatto che questo gruppo sia qui, deve riempire tutti di orgoglio. Questa è una rosa fatta da co-titolari, non ci sono comprimari. La differenza tra chi gioca e chi no è minima e la storia di questa società la conosciamo: è un grande onore vestire questa maglia per tutti, al di là delle scelte di formazione. Partecipiamo a diverse competizioni, e poi ci sono le Nazionali, per cui ci saranno opportunità per tutti.
Cosa si può fare perché il calcio italiano spezzi il predominio del calcio spagnolo?
Non è facile, perché noi siamo in un momento di involuzione, parlando di calcio italiano in generale, sia per quanto riguarda la Nazionale che per i nostri club a livello europeo. Dobbiamo recuperare questo gap: la Juventus ha fatto un grande sforzo, un’operazione straordinaria per portare Cristiano Ronaldo in Italia. I benefici non sono solo per noi, ma per tutto il movimento calcistico, per la Serie A e per la Lega. Detto questo, sia il Real sia il Barcellona portano in prima squadra tanti giovani, mentre noi non siamo ancora riusciti a farlo. Dobbiamo lavorare su questo, non solo cercando talenti, ma soprattutto trovando allenatori all’altezza della situazione. A mio giudizio, bisogna rafforzare anche chi allena questi talenti.