Secondo lei è fattibile per il Napoli la pista che porterebbe a Darwin Núñez del Liverpool?
“Oggi come oggi, il Napoli ci ha dimostrato che nulla è impossibile, anche con operazioni che fino a poco tempo fa potevano sembrare impensabili. Quindi sì, ci può stare tutto. Bisogna però capire se queste situazioni nascono dalla volontà del mister o se sono solo chiacchiere che arrivano in società e poi vengono ‘navigate’. Però De Laurentiis ha dato dimostrazione di lavorare in perfetta simbiosi con Conte. Se parte tutto da lui, ha ovviamente una priorità assoluta. Conte ha già dimostrato non solo con lo scudetto vinto, ma anche con la voglia di iniziare un nuovo percorso. La sua conferma è un segnale forte.”
De Bruyne, in che sistema e in che posizione lo collocherebbe nel nuovo Napoli?
“Non sono così bravo da permettermi di dare consigli. Dico solo che i tecnici amano i giocatori bravi. E i giocatori bravi, una maglia e una collocazione, la trovano sempre. Credo che il Napoli abbia bisogno proprio di giocatori forti per alzare l’asticella, in ogni reparto. Quest’anno farà tre competizioni importanti, non solo una. E se ti ritrovi con una rosa corta, come accaduto lo scorso anno, arrivano poi le problematiche. Invece, con certi giocatori non hai questi problemi. De Bruyne è universale: può giocare in un centrocampo a tre, a quattro, largo… Conte saprà sicuramente dove metterlo. Alcuni dicono che potrebbe prendere il posto di Anguissa, altri che potrebbe spostare Lobotka. Ma Conte sa perfettamente cosa fare.”
Sicuramente vogliono trovare del “cavanismo” in questo Darwin Núñez. La vogliono stuzzicare… Ma sul fronte Chiesa, Federico può tornare al “centro del villaggio” in Serie A?
“Eh sì, cercano di stuzzicare! Però guarda, tornando seri: su Federico Chiesa, per esempio, è stato uno dei prospetti più interessanti del calcio italiano. Ha sempre avuto però quel difetto di cadere troppo facilmente, una cosa che non sopporto nei calciatori. Poi ha avuto infortuni importanti, ha cercato di ricostruire la sua testa, il suo fisico, la sua immagine. È andato in Inghilterra, ma non è andata bene: giocare nel Liverpool non è facile. Però se sei un vero giocatore, devi metterti in discussione, devi provare a competere dove è più difficile. Non puoi scegliere solo i contesti comodi. Federico Chiesa, secondo me, potrebbe essere un’idea interessante per il Napoli, ma con quei costi e quello stipendio, non è più solo un’idea, è una scommessa pesante. Se torna con la testa giusta, con lo stipendio giusto, può essere molto stimolante per Conte. Ma non so come stia oggi mentalmente. Tutto parte da lì: dalla volontà del giocatore e del suo entourage.”
A proposito di volontà dei calciatori, sembra che Bonny del Parma abbia scelto l’Inter. Secondo lei è una scelta giusta per un ragazzo così giovane, con tutta la concorrenza che ci sarà? O magari è una scelta spinta anche dal fatto che il Napoli non abbia affondato il colpo?
“Queste sono sempre scelte personali. Credo che prevalga la volontà del giocatore e magari anche quella dell’allenatore, che lo conosce e lo ha già avuto a Parma. Racconto un aneddoto: ai tempi nostri, io e Edinson Cavani avevamo l’opportunità di andare all’Inter. C’era l’idea, ma alla fine scegliemmo il Napoli, perché lì c’era qualcosa di più chiaro, più concreto. All’Inter c’erano tanti ‘mostri sacri’, figurine pesanti. A Napoli, invece, c’era la possibilità concreta di mettersi in mostra, spinti dalla volontà dell’allenatore. È stata una scelta felice. Oggi, quando un ragazzo come Bonny fa una scelta simile, può trovarsi in una situazione pazzesca… oppure può finire a fare due partite l’anno. Io penso sempre che un calciatore debba scegliere dove ha più possibilità di giocare.”