Calcio
L'ESPRESSO - Football Leaks, così la Uefa ha permesso a Manchester City e Psg di aggirare il FPF
05.11.2018 18:34 di Napoli Magazine Fonte: espresso.repubblica.it

Partiamo dal Psg, la corazzata controllata dal regime del Qatar. Nel 2013 la Uefa inizia un’indagine sui conti della società. A condurla è il Club Financial Control Body, una specie di procura interna alla Uefa. Sotto osservazione finisce soprattutto il contratto di sponsorizzazione tra i parigini e Qta, la Qatar Tourism Authority. L’ente del turismo qatariota ha firmato un accordo di sponsorizzazione quinquennale che porterà nelle casse della società parigina 1,075 miliardi di euro, circa 200 milioni all’anno. Somma enorme se si pensa che squadre blasonate come Real Madrid, Bayern Monaco o Barcellona incassano al massimo 30 milioni all’anno per avere un logo sulla loro maglietta.

La Qatar Tourism Authority è disposta a mettere sul piatto quasi sette volte tanto. E senza nemmeno avere il proprio nome stampato sulle divise dei parigini. Ad ogni modo, per le regole del fair play finanziario ciò che conta è innanzitutto se la Qatar Tourism Authority è una “parte correlata”, cioè un’azienda controllata in qualche modo sempre dai proprietari del Psg. Gli investigatori della Uefa arrivano alla conclusione che è proprio così. In altre parole, gli emiri hanno siglato un contratto con se stessi per aggirare le norme e dotare la società parigina di nuovi mezzi finanziari. A questo punto la norma vorrebbe che quel contratto venga registrato nel bilancio al suo valore di mercato.

Nel loro rapporto, i detective dell’organo che governa il calcio europeo citano anche il parere di una società esterna, la Octagon. Secondo l’azienda americana specializzata in marketing calcistico, ai valori di mercato quel contratto vale in realtà circa 3 milioni di euro all’anno. «Le prove dimostrano che l’accordo tra Qta e Psg è finalizzato a eludere gli obiettivi» del fair play finanziario, è la conclusione contenuta nel report degli investigatori Uefa. I quali ricordano che, nel caso in cui non fosse possibile trovare un accordo con il club, il tribunale interno della Uefa dovrebbe imporre al Psg le misure previste in casi come questo: «inclusa la possibilità di esclusione dalle prossime competizioni Uefa», si legge.

È a questo punto che entrano in campo Infantino e Platini. La coppia al vertice della Uefa si dà un gran da fare per risolvere i problemi del Psg. Alla fine di febbraio del 2014 il club ottiene un incontro riservato nella sede dell’organizzazione, in Svizzera. Sulle rive del Lago di Ginevra, a Nyon, sbarca il presidente della società Nasser Al Khelaifi. Accompagnato dal suo braccio destro, Jean-Claude Blanc, l’emissario dell’emiro del Qatar trova ad aspettarlo Platini e Infantino. Nella riunione volano parole grosse, gli animi si scaldano. Alla fine Infantino e Platini propongono però al numero uno del Psg un accordo amichevole. Alle nostre richieste di commento, la Fifa ha risposto a nome di Infantino ricordando che «il Club Financial Control Body della Uefa è completamente responsabile delle proprie decisioni».

Platini, che al momento non ricopre più alcun incarico nell’organizzazione, non è voluto entrare nel merito delle nostre domande, glissando anche sul suo possibile conflitto d’interessi con il Qatar visto che il figlio, Laurent Platini, lavora da anni per una società degli sceicchi. L’ex fuoriclasse della Juventus si è limitato a sottolineare «l’indipendenza» degli organi Uefa preposti a far rispettare le regole del fair play finanziario. Di sicuro la decisione del pool di investigatori del Club Financial Control Body arriva poco dopo quell’incontro riservato a Nyon. Nessun deferimento del Paris Saint-Germain al tribunale interno ma un accordo, un “settlement agreement”. Un patto i cui dettagli più importanti erano rimasti finora segreti.

 

Le carte di Football Leaks raccontano che alla fine del 2014 la Uefa ha concesso al club dell’emiro al Thani di iscrivere a bilancio il contratto con la Qatar Tourism Authority per un valore di 100 milioni di euro all’anno. La metà rispetto all’originale, ma comunque infinitamente di più rispetto al valore di mercato attribuito dagli esperti consultati dall’autorità di controllo, che avevano fissato l’asticella a soli 3 milioni di euro all’anno. (CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE)

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di Napoli Magazine

05/11/2024 - 18:34

Partiamo dal Psg, la corazzata controllata dal regime del Qatar. Nel 2013 la Uefa inizia un’indagine sui conti della società. A condurla è il Club Financial Control Body, una specie di procura interna alla Uefa. Sotto osservazione finisce soprattutto il contratto di sponsorizzazione tra i parigini e Qta, la Qatar Tourism Authority. L’ente del turismo qatariota ha firmato un accordo di sponsorizzazione quinquennale che porterà nelle casse della società parigina 1,075 miliardi di euro, circa 200 milioni all’anno. Somma enorme se si pensa che squadre blasonate come Real Madrid, Bayern Monaco o Barcellona incassano al massimo 30 milioni all’anno per avere un logo sulla loro maglietta.

La Qatar Tourism Authority è disposta a mettere sul piatto quasi sette volte tanto. E senza nemmeno avere il proprio nome stampato sulle divise dei parigini. Ad ogni modo, per le regole del fair play finanziario ciò che conta è innanzitutto se la Qatar Tourism Authority è una “parte correlata”, cioè un’azienda controllata in qualche modo sempre dai proprietari del Psg. Gli investigatori della Uefa arrivano alla conclusione che è proprio così. In altre parole, gli emiri hanno siglato un contratto con se stessi per aggirare le norme e dotare la società parigina di nuovi mezzi finanziari. A questo punto la norma vorrebbe che quel contratto venga registrato nel bilancio al suo valore di mercato.

Nel loro rapporto, i detective dell’organo che governa il calcio europeo citano anche il parere di una società esterna, la Octagon. Secondo l’azienda americana specializzata in marketing calcistico, ai valori di mercato quel contratto vale in realtà circa 3 milioni di euro all’anno. «Le prove dimostrano che l’accordo tra Qta e Psg è finalizzato a eludere gli obiettivi» del fair play finanziario, è la conclusione contenuta nel report degli investigatori Uefa. I quali ricordano che, nel caso in cui non fosse possibile trovare un accordo con il club, il tribunale interno della Uefa dovrebbe imporre al Psg le misure previste in casi come questo: «inclusa la possibilità di esclusione dalle prossime competizioni Uefa», si legge.

È a questo punto che entrano in campo Infantino e Platini. La coppia al vertice della Uefa si dà un gran da fare per risolvere i problemi del Psg. Alla fine di febbraio del 2014 il club ottiene un incontro riservato nella sede dell’organizzazione, in Svizzera. Sulle rive del Lago di Ginevra, a Nyon, sbarca il presidente della società Nasser Al Khelaifi. Accompagnato dal suo braccio destro, Jean-Claude Blanc, l’emissario dell’emiro del Qatar trova ad aspettarlo Platini e Infantino. Nella riunione volano parole grosse, gli animi si scaldano. Alla fine Infantino e Platini propongono però al numero uno del Psg un accordo amichevole. Alle nostre richieste di commento, la Fifa ha risposto a nome di Infantino ricordando che «il Club Financial Control Body della Uefa è completamente responsabile delle proprie decisioni».

Platini, che al momento non ricopre più alcun incarico nell’organizzazione, non è voluto entrare nel merito delle nostre domande, glissando anche sul suo possibile conflitto d’interessi con il Qatar visto che il figlio, Laurent Platini, lavora da anni per una società degli sceicchi. L’ex fuoriclasse della Juventus si è limitato a sottolineare «l’indipendenza» degli organi Uefa preposti a far rispettare le regole del fair play finanziario. Di sicuro la decisione del pool di investigatori del Club Financial Control Body arriva poco dopo quell’incontro riservato a Nyon. Nessun deferimento del Paris Saint-Germain al tribunale interno ma un accordo, un “settlement agreement”. Un patto i cui dettagli più importanti erano rimasti finora segreti.

 

Le carte di Football Leaks raccontano che alla fine del 2014 la Uefa ha concesso al club dell’emiro al Thani di iscrivere a bilancio il contratto con la Qatar Tourism Authority per un valore di 100 milioni di euro all’anno. La metà rispetto all’originale, ma comunque infinitamente di più rispetto al valore di mercato attribuito dagli esperti consultati dall’autorità di controllo, che avevano fissato l’asticella a soli 3 milioni di euro all’anno. (CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE)

Fonte: espresso.repubblica.it