Calcio
L'OPINIONE - Adani: "Sarri alla Juve? Non è una rivoluzione, era una strada inevitabile"
24.06.2019 14:22 di Napoli Magazine

L'ex calciatore Daniele Adani, ora commentatore per Sky Sport, ha rilasciato un'intervista a Repubblica: "Sarri alla Juve? Non è una rivoluzione. Era una strada inevitabile. Nel mondo si gioca per lasciare qualcosa. Vincere non basta più. La Juventus aveva un percorso sicuro, ma non più congruo con la grandezza societaria né con le scelte dei club europei, la cui identità non dipende dai risultati. L’Italia non è un riferimento. Deve allinearsi. La Juve l’ha deliberato. Permetterà ad altri di seguirla senza remore. Poteva arrivarci un anno fa. Esistono molti modi di vincere e di perdere. Non sempre una vittoria equivale a un successo, o la sconfitta a un fallimento. Un’idea di gioco dà coraggio. Il punto è la produzione offensiva, non il possesso. Si può essere propositivi anche senza palla, come l’Atletico Madrid, con un recupero alto e la ripartenza di qualità. Non ci si può permettere di vincere 1-0 e dare merito al cinismo. Dov’è l’emozione in una vittoria cinica? Il calcio è gioia. La gioia è far goal, non buttare la palla fuori. La lite con Allegri in diretta TV? Io chiesi: uno come te che ha vinto 5 scudetti, che contributo può dare per crescere? Lui salvaguardava una posizione e rivendicava uno status. Perse la gestione della conversazione dimenticando che non parlava con me, ma con il pubblico attraverso me. In una discussione capita di alterarsi. È segno di passione. Ma tra gente di calcio non si evita un confronto sul calcio".

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L'OPINIONE - Adani: "Sarri alla Juve? Non è una rivoluzione, era una strada inevitabile"

di Napoli Magazine

24/06/2024 - 14:22

L'ex calciatore Daniele Adani, ora commentatore per Sky Sport, ha rilasciato un'intervista a Repubblica: "Sarri alla Juve? Non è una rivoluzione. Era una strada inevitabile. Nel mondo si gioca per lasciare qualcosa. Vincere non basta più. La Juventus aveva un percorso sicuro, ma non più congruo con la grandezza societaria né con le scelte dei club europei, la cui identità non dipende dai risultati. L’Italia non è un riferimento. Deve allinearsi. La Juve l’ha deliberato. Permetterà ad altri di seguirla senza remore. Poteva arrivarci un anno fa. Esistono molti modi di vincere e di perdere. Non sempre una vittoria equivale a un successo, o la sconfitta a un fallimento. Un’idea di gioco dà coraggio. Il punto è la produzione offensiva, non il possesso. Si può essere propositivi anche senza palla, come l’Atletico Madrid, con un recupero alto e la ripartenza di qualità. Non ci si può permettere di vincere 1-0 e dare merito al cinismo. Dov’è l’emozione in una vittoria cinica? Il calcio è gioia. La gioia è far goal, non buttare la palla fuori. La lite con Allegri in diretta TV? Io chiesi: uno come te che ha vinto 5 scudetti, che contributo può dare per crescere? Lui salvaguardava una posizione e rivendicava uno status. Perse la gestione della conversazione dimenticando che non parlava con me, ma con il pubblico attraverso me. In una discussione capita di alterarsi. È segno di passione. Ma tra gente di calcio non si evita un confronto sul calcio".