Calcio
L'OPINIONE - Corbo: "In Italia cronaca monca, propongo Koulibaly come nuovo capitano del Napoli"
27.12.2018 18:13 di Napoli Magazine

In diretta a “Un Calcio Alla Radio”, trasmissione in onda su Radio CRC Targato Italia è intervenuto Antonio Corbo, giornalista de La Repubblica: “Mai come adesso il calcio riflette il disordine del paese. Se il ministro degli interni abbraccia un pregiudicato nella curva di tifosi che hanno la sua stessa fede nello sport e quando glielo si fa notare che è un pregiudicato, e lui risponde “che vuol dire? Indagato lui, indagati loro”, allora c’è una sottovalutazione di una deriva che porta il Paese a sbagliare. Io penso che non ci si accorge di dove sta andando il Paese, un Paese che odia i migranti e dove non si assiste nessuno. Giusto sospendere la partita? Era giusto sospendere la partita e soprattutto come giornalista mi sento molto umiliato perché vedo che in Italia non si fa cronaca. Non ho avuto le informazioni che mi aspettavo. Sono stati nascosti quei cori. Noi non abbiamo saputo che dall'altoparlante hanno dato dei moniti, questo fa parte della cronaca. È una cronaca dimezzata, monca, non è giornalismo quello che si fa con le televisioni a pagamento. La cronaca è tutto. Io ieri sera mi sono sentito menomato, imperfetto, parziale perché non ho avuto tutti gli strumenti per fare una buona analisi legata ai fatti. Solo dopo le dichiarazioni di Ancelotti si è capito che la situazione era insostenibile. Io vedo che tutto questo è lo specchio di un Paese che ha i pensieri in disordine. Vedo che c’è una visione parziale del nostro Paese. Non bisogna pensare che il calcio sia diventato il male peggiore della nostra società. È stata deviata l’attenzione su temi assolutamente fuori misura. Per un periodo abbiamo pensato che tutto il male del mondo fossero i barconi che arrivavano a Lampedusa. C’è una nevrosi collettiva di cui non ci accorgiamo. Il calcio ci ha ricordato il punto di caduta del nostro Paese e pensiamo di risolverla chiudendo lo stadio. Spero di risolverla dal punto di vista politico. Espulsione? Io do ragione ad Umberto Chiariello. Mentre i social si affannavano a dire tutto il peggio, Chiariello ha detto che Koulibaly ha sbagliato. Non vi dico poi Insigne. Le parole di Ancelotti sono state il primo spiraglio di verità. Ci siamo accorti che la situazione a Milano era sfuggita di mano e abbiamo capito che era sfuggita di mano pure la partita a Mazzoleni. Una cosa che mi ha inquietato è stato che dopo il fallo di Koulibaly c’è stata una reazione verso Koulibaly, che Sky ha fatto vedere. L’applauso di Koulibaly, che era esasperato, ha acuito la tensione, ma c’era tutto intorno un clima inaccettabile e la partita doveva essere sospesa. Mi viene da sospettare che l’arbitro non si sia sentito di sospendere la partita per cori razzisti. Razzismo di Stato? Parlando con estrema serenità senza scadere nel partitismo, nella politica da bar dello sport, secondo me c’è un’incompatibilità per conflitto di interessi tra chi occupa il ruolo di segretario di un partito politico e ha la carica di Ministro degli interni. Probabilmente è più che lecito il sospetto che essendoci un ministro degli interni che è anche segretario del partito, la stessa persona cerchi di conciliare quelle che sono le aspirazioni di un consenso elettorale con i provvedimenti che adotta. Vedo un’incompatibilità tra due ruoli. Sabato tutti dipinti di nero? Io oggi lancio una proposta: per me dalla prossima partita Koulibaly è il capitano del Napoli e sarebbe un salto di qualità perché si dimostra ad un’Italia che sta seguendo una deriva di razzismo che Napoli è una città di cultura e di ospitalità. A San Siro non c’è stato vero razzismo. Il bersaglio era l’uomo che in quel momento stava quattro metri sopra tutti. È stato un razzismo sulla partita”.

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L'OPINIONE - Corbo: "In Italia cronaca monca, propongo Koulibaly come nuovo capitano del Napoli"

di Napoli Magazine

27/12/2024 - 18:13

In diretta a “Un Calcio Alla Radio”, trasmissione in onda su Radio CRC Targato Italia è intervenuto Antonio Corbo, giornalista de La Repubblica: “Mai come adesso il calcio riflette il disordine del paese. Se il ministro degli interni abbraccia un pregiudicato nella curva di tifosi che hanno la sua stessa fede nello sport e quando glielo si fa notare che è un pregiudicato, e lui risponde “che vuol dire? Indagato lui, indagati loro”, allora c’è una sottovalutazione di una deriva che porta il Paese a sbagliare. Io penso che non ci si accorge di dove sta andando il Paese, un Paese che odia i migranti e dove non si assiste nessuno. Giusto sospendere la partita? Era giusto sospendere la partita e soprattutto come giornalista mi sento molto umiliato perché vedo che in Italia non si fa cronaca. Non ho avuto le informazioni che mi aspettavo. Sono stati nascosti quei cori. Noi non abbiamo saputo che dall'altoparlante hanno dato dei moniti, questo fa parte della cronaca. È una cronaca dimezzata, monca, non è giornalismo quello che si fa con le televisioni a pagamento. La cronaca è tutto. Io ieri sera mi sono sentito menomato, imperfetto, parziale perché non ho avuto tutti gli strumenti per fare una buona analisi legata ai fatti. Solo dopo le dichiarazioni di Ancelotti si è capito che la situazione era insostenibile. Io vedo che tutto questo è lo specchio di un Paese che ha i pensieri in disordine. Vedo che c’è una visione parziale del nostro Paese. Non bisogna pensare che il calcio sia diventato il male peggiore della nostra società. È stata deviata l’attenzione su temi assolutamente fuori misura. Per un periodo abbiamo pensato che tutto il male del mondo fossero i barconi che arrivavano a Lampedusa. C’è una nevrosi collettiva di cui non ci accorgiamo. Il calcio ci ha ricordato il punto di caduta del nostro Paese e pensiamo di risolverla chiudendo lo stadio. Spero di risolverla dal punto di vista politico. Espulsione? Io do ragione ad Umberto Chiariello. Mentre i social si affannavano a dire tutto il peggio, Chiariello ha detto che Koulibaly ha sbagliato. Non vi dico poi Insigne. Le parole di Ancelotti sono state il primo spiraglio di verità. Ci siamo accorti che la situazione a Milano era sfuggita di mano e abbiamo capito che era sfuggita di mano pure la partita a Mazzoleni. Una cosa che mi ha inquietato è stato che dopo il fallo di Koulibaly c’è stata una reazione verso Koulibaly, che Sky ha fatto vedere. L’applauso di Koulibaly, che era esasperato, ha acuito la tensione, ma c’era tutto intorno un clima inaccettabile e la partita doveva essere sospesa. Mi viene da sospettare che l’arbitro non si sia sentito di sospendere la partita per cori razzisti. Razzismo di Stato? Parlando con estrema serenità senza scadere nel partitismo, nella politica da bar dello sport, secondo me c’è un’incompatibilità per conflitto di interessi tra chi occupa il ruolo di segretario di un partito politico e ha la carica di Ministro degli interni. Probabilmente è più che lecito il sospetto che essendoci un ministro degli interni che è anche segretario del partito, la stessa persona cerchi di conciliare quelle che sono le aspirazioni di un consenso elettorale con i provvedimenti che adotta. Vedo un’incompatibilità tra due ruoli. Sabato tutti dipinti di nero? Io oggi lancio una proposta: per me dalla prossima partita Koulibaly è il capitano del Napoli e sarebbe un salto di qualità perché si dimostra ad un’Italia che sta seguendo una deriva di razzismo che Napoli è una città di cultura e di ospitalità. A San Siro non c’è stato vero razzismo. Il bersaglio era l’uomo che in quel momento stava quattro metri sopra tutti. È stato un razzismo sulla partita”.