Lo scrittore Maurizio de Giovanni scrive sul Corriere del Mezzogiorno a proposito dei cori contro i napoletani intonati dai tifosi della Salernitana durante i festeggiamenti per la promozione in Serie A: "Quei cori contro Napoli, lo diciamo con forza, sono espressione di un provinciale e poco intelligente senso di incompiutezza e di inferiorità. Siamo la stessa terra e condividiamo lo stesso mare, abbiamo la stessa storia e ci lega la stessa cultura. Se anche volessimo parlare solo di calcio, su 116 scudetti assegnati soltanto due, al massimo tre, sono stati vinti sotto Roma: non ci pare plausibile una rivalità così profonda da essere ricordata nei cori di un raro momento di vincente felicità, quando l’unico atteggiamento produttivo dovrebbe essere un senso di vicinanza e di comunità di intenti. Siamo sicuri che quelli che saltavano come da coro non siano, per la maggior parte, alfabetizzati e che quindi non possano leggere queste righe. Ove non fosse così, gli diremmo: godetevi il momento, invece. E mettete un po’ di impegno a individuare meglio i vostri avversari, perché a quanto pare in questo non siete tanto bravi. Proprio no".
di Napoli Magazine
12/05/2021 - 10:45
Lo scrittore Maurizio de Giovanni scrive sul Corriere del Mezzogiorno a proposito dei cori contro i napoletani intonati dai tifosi della Salernitana durante i festeggiamenti per la promozione in Serie A: "Quei cori contro Napoli, lo diciamo con forza, sono espressione di un provinciale e poco intelligente senso di incompiutezza e di inferiorità. Siamo la stessa terra e condividiamo lo stesso mare, abbiamo la stessa storia e ci lega la stessa cultura. Se anche volessimo parlare solo di calcio, su 116 scudetti assegnati soltanto due, al massimo tre, sono stati vinti sotto Roma: non ci pare plausibile una rivalità così profonda da essere ricordata nei cori di un raro momento di vincente felicità, quando l’unico atteggiamento produttivo dovrebbe essere un senso di vicinanza e di comunità di intenti. Siamo sicuri che quelli che saltavano come da coro non siano, per la maggior parte, alfabetizzati e che quindi non possano leggere queste righe. Ove non fosse così, gli diremmo: godetevi il momento, invece. E mettete un po’ di impegno a individuare meglio i vostri avversari, perché a quanto pare in questo non siete tanto bravi. Proprio no".