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L'OPINIONE - Cori contro Napoli dei tifosi della Salernitana, de Giovanni: "Espressione di un provinciale senso di incompiutezza"
12.05.2021 10:45 di Napoli Magazine
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Lo scrittore Maurizio de Giovanni scrive sul Corriere del Mezzogiorno a proposito dei cori contro i napoletani intonati dai tifosi della Salernitana durante i festeggiamenti per la promozione in Serie A: "Quei cori contro Napoli, lo diciamo con forza, sono espressione di un provinciale e poco intelligente senso di incompiutezza e di inferiorità. Siamo la stessa terra e condividiamo lo stesso mare, abbiamo la stessa storia e ci lega la stessa cultura. Se anche volessimo parlare solo di calcio, su 116 scudetti assegnati soltanto due, al massimo tre, sono stati vinti sotto Roma: non ci pare plausibile una rivalità così profonda da essere ricordata nei cori di un raro momento di vincente felicità, quando l’unico atteggiamento produttivo dovrebbe essere un senso di vicinanza e di comunità di intenti. Siamo sicuri che quelli che saltavano come da coro non siano, per la maggior parte, alfabetizzati e che quindi non possano leggere queste righe. Ove non fosse così, gli diremmo: godetevi il momento, invece. E mettete un po’ di impegno a individuare meglio i vostri avversari, perché a quanto pare in questo non siete tanto bravi. Proprio no".

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L'OPINIONE - Cori contro Napoli dei tifosi della Salernitana, de Giovanni: "Espressione di un provinciale senso di incompiutezza"

di Napoli Magazine

12/05/2021 - 10:45

Lo scrittore Maurizio de Giovanni scrive sul Corriere del Mezzogiorno a proposito dei cori contro i napoletani intonati dai tifosi della Salernitana durante i festeggiamenti per la promozione in Serie A: "Quei cori contro Napoli, lo diciamo con forza, sono espressione di un provinciale e poco intelligente senso di incompiutezza e di inferiorità. Siamo la stessa terra e condividiamo lo stesso mare, abbiamo la stessa storia e ci lega la stessa cultura. Se anche volessimo parlare solo di calcio, su 116 scudetti assegnati soltanto due, al massimo tre, sono stati vinti sotto Roma: non ci pare plausibile una rivalità così profonda da essere ricordata nei cori di un raro momento di vincente felicità, quando l’unico atteggiamento produttivo dovrebbe essere un senso di vicinanza e di comunità di intenti. Siamo sicuri che quelli che saltavano come da coro non siano, per la maggior parte, alfabetizzati e che quindi non possano leggere queste righe. Ove non fosse così, gli diremmo: godetevi il momento, invece. E mettete un po’ di impegno a individuare meglio i vostri avversari, perché a quanto pare in questo non siete tanto bravi. Proprio no".