Calcio
L'OPINIONE - Pellissier: "Chievo? Volevamo crescere, ma ci è mancata umiltà"
03.06.2025 14:56 di Napoli Magazine

Sergio Pellissier, ex attaccante del Chievo Verona, ha ripercorso la propria carriera in maglia gialloblu in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport: "Qual era la formula di Delneri? Non credo né ai miracoli né alle favole, le parole più usate per descrivere quel Chievo, che funzionava perché era composto da giocatori che non avevano lo stipendio come primo obiettivo, ma la voglia di crescere. Sartori voleva gente che fosse brava e che avesse fame. Delneri ci trasmetteva principi di gioco moderni, esigeva che fossimo coraggiosi contro tutti. Un po’ come Gasperini con l’Atalanta. Perché si è rotto? Perché venuta meno l’umiltà, abbiamo iniziato a pensare di essere più forti di quel che eravamo". Poi un passaggio sulla rinascita del nuovo Chievo, che lo vede tra i grandi protagonisti: "Campedelli non si è presentato, ma c’erano dei dirigenti del Vigasio con cui Campedelli aveva rapporti. Si partiva da una base di 100mila euro e a furia di rilanci ci siamo aggiudicati il nome e il marchio a 330 mila più Iva, quasi 400 mila. Sapevamo che ci avrebbero potuto fare questo scherzetto. Ci hanno fatto impegnare dei soldi che avremmo potuto investire nella rinascita". 

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L'OPINIONE - Pellissier: "Chievo? Volevamo crescere, ma ci è mancata umiltà"

di Napoli Magazine

03/06/2025 - 14:56

Sergio Pellissier, ex attaccante del Chievo Verona, ha ripercorso la propria carriera in maglia gialloblu in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport: "Qual era la formula di Delneri? Non credo né ai miracoli né alle favole, le parole più usate per descrivere quel Chievo, che funzionava perché era composto da giocatori che non avevano lo stipendio come primo obiettivo, ma la voglia di crescere. Sartori voleva gente che fosse brava e che avesse fame. Delneri ci trasmetteva principi di gioco moderni, esigeva che fossimo coraggiosi contro tutti. Un po’ come Gasperini con l’Atalanta. Perché si è rotto? Perché venuta meno l’umiltà, abbiamo iniziato a pensare di essere più forti di quel che eravamo". Poi un passaggio sulla rinascita del nuovo Chievo, che lo vede tra i grandi protagonisti: "Campedelli non si è presentato, ma c’erano dei dirigenti del Vigasio con cui Campedelli aveva rapporti. Si partiva da una base di 100mila euro e a furia di rilanci ci siamo aggiudicati il nome e il marchio a 330 mila più Iva, quasi 400 mila. Sapevamo che ci avrebbero potuto fare questo scherzetto. Ci hanno fatto impegnare dei soldi che avremmo potuto investire nella rinascita".